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Sirigu e Belotti sospesi tra i big da cedere e l’essere il perno di un nuovo ciclo del Torino

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Belotti e Sirigu

Quello che si è visto in campo è più che sufficiente per dire che il Torino in questa stagione era arrivato alla fine di un ciclo ben prima che tutto s’interrompesse per il Coronavirus. Lo dimostra il fatto che dopo il girone di ritorno dello scorso anno, con tanto di record di punti che hanno permesso l’accesso ai preliminari d’Europa League dopo l’esclusione del Milan, la squadra non solo non ha saputo ripetersi, ma ha fatto passi indietro al punto da ritrovarsi a ridosso della zona retrocessione. Errori in fase di preparazione estiva, in sede di calciomercato, di gestione dei giocatori e d’impostazione del gioco hanno inciso tanto, ma non basta a spiegare del tutto un tale tracollo perché la squadra avrebbe potuto avere delle difficoltà, ma aveva la potenzialità per riprendersi almeno in parte e questo non è avvenuto, infatti, si è arrivati al cambio di allenatore con il passaggio da Mazzarri a Longo. Sulla successiva mancata scossa non si possono fare grandi ragionamenti perché seppur dopo altre tre sconfitte - per altro meno ignominiose delle precedenti tre più quella in Coppa Italia - poi c’è stata l’interruzione forzata del campionato. Per questo si arriva ad affermare che il ciclo era finito.

Ora quindi va impostato un nuovo ciclo per quando il calcio potrà riprendere. E’ inevitabile che qualche big andrà via, chi è quanti dipenderà dalle offerte del mercato e dalla capacità di Cairo di prospettare un nuovo ciclo convincente per cercare di trattenere chi ha dimostrato anche nelle difficoltà di profondere il massimo impegno, su tutti Sirigu e Belotti, ma sono proprio loro due che potrebbero avere il maggior numero di pretendenti proprio perché sono giocatori di qualità e di grande professionalità e hanno sempre provato in campo a tenere in piedi la baracca. Ovviamente, vedendola da un altro punto di vista, il nuovo ciclo dovrebbe ripartire proprio da Sirigu e Belotti, ma non dovesse succedere allora che almeno il loro sacrificio serva veramente a impostare una squadra senza lacune in nessun reparto e con giocatori che non sono alla ricerca di rilanciarsi con la speranza poi di approdare in squadre con ambizioni e obiettivi superiori.


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