Solo con una prova da vero Toro si può battere la Juventus
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
A due giorni dal derby è giusto fare qualche considerazione per cercare di capire come il Torino arriverà alla sfida con la Juventus. Prima di disputare la partita con i bianconeri nel girone d’andata i granata avevano quindici punti e alle loro spalle c’erano Palermo con quattordici, Genoa e Chievo con dodici e Siena, Bologna e Pescara con undici, quindi tre squadre li separavano dalle terzultime e il distacco da queste era di quattro punti. Oggi a separare la squadra di Ventura dalla terzultima posizione, occupata in coabitazione da Palermo e Genoa, c’è solo il Siena e se da una parte è vero che la distanza, in termini di punti, sia dai toscani, sei lunghezze, sia da siciliani e liguri, sette, è aumentata è altrettanto vero che dall’altra parte due formazioni hanno migliorato la loro posizione in classifica riducendo il cuscinetto di club che separa i granata dalla zona rossa della graduatoria. Questo fatto preoccupa relativamente ai fini della permanenza in serie A poiché basta che il Torino a fine campionato abbia un punto in più delle ultime tre per centrare l’obiettivo stagionale, però non si può ignorare che in questo momento occupi il quintultimo posto e che squadre che allora lo seguivano ora lo precedono.
Affrontare una partita particolare come il derby è indubbiamente difficile soprattutto se la differenza fra le due squadre è obiettivamente abissale. Il Torino ha quarantuno punti in meno in classifica, ha subito ventinove gol in più e ne ha realizzati ventuno in meno della Juventus, già questi numeri sono molto significativi e se a questi si aggiunge che i bianconeri hanno vinto sedici partite in più, pareggiate otto in più e perse otto in meno e che anche lo score delle ultime giornate è nettamente a loro favore infatti a Juventus vince da sei turni consecutivi (Catania, 1 a 0; Bologna, 0 a 2; Inter, 1 a 2; Pescara, 2 a 1; Lazio, 0 a 2; Milan 1 a 0) mentre il Torino ha vinto una sola volta e pareggiato un’altra, per il resto quattro sconfitte (Parma, 4 a 1; Lazio, 1 a 0; Napoli, 3 a 5; Bologna, 2 a 2; Roma, 1 a 2; Fiorentina, 4 a 3) si capisce quindi come l’ago della bilancia del pronostico penda a favore della squadra di Conte.
La storia dei derby testimonia che il Torino, in periodi passati, ma che non risalgono alla notte dei tempi, ha saputo ribaltare il pronostico e battere la Juventus tanto per citare qualche esempio: 27 marzo 1983 il famoso tre a due in meno di cinque minuti (15’ Paolo Rossi, 65’ Paltini, 70’ Dossena, 72’ Bonesso, 74’ Torrisi); 23 ottobre 1983 due a uno (60’ Dossena, 67’ Cabrini, 76’ Selvaggi); 18 novembre 1984 uno a due (15’ Platini, 48’ Francini, 89’ Serena); 6 aprile 1988 due a zero (57’ Gritti, 67’ Ezio Rossi); 14 aprile 1991 uno a due (28’ Policano, 50’ Di Canio, 73’ autogol Fortunato); 5 aprile 1992 due a zero (67’ e 73’ Casagrande); 25 gennaio 1995 tre a due (6’ e 30’ Rizzitelli, 8’ e 35’ Vialli, 38’ Angloma); 9 aprile 1995 uno a due (6’ e 33’ Rizzitelli, 23’ autogol Maltagliati). In tempi più recenti c’è stato anche un pareggio granata molto avvincente quello del 14 ottobre 2001 tre a tre (9’ e 26’ Del Piero, 12’ Tudor, 57’ Lucarelli, 70’ rigore Ferrante, 83’ Maspero). Tutte queste partite sono state caratterizzate da una grande determinazione da parte del Torino che ha affrontato la Juventus con la voglia di vincere e anche quando stava perdendo non ha mai mollato riuscendo a ribaltare il risultato, perché i giocatori che vestivano la maglia granata ne avevano assorbito completamente lo spirito ed erano un tutt’uno con i tifosi diventando così un avversario, almeno per il derby, imbattibile. Se anche domenica gli attuali giocatori del Torino saranno veri calciatori da Toro la vittoria non sarà una chimera.