Sono tre i grandi problemi del Torino, buona fortuna a Longo
Fonte: Elena Rossin
Già l’andamento altalenante da inizio stagione preoccupava, ma il tracollo che c’è stato subito dopo l’inizio del 2020 sembra che sia inarrestabile, infatti, dopo le vittorie con Roma e Bologna in campionato e quella con il Genoa in Coppa Italia ai calci di rigore, sono arrivate le sconfitte con Sassuolo, Atalanta, Lecce e Sampdoria più l’eliminazione dalla Coppa Italia da parte del Milan e in questo tempus horribilis i granata hanno subito venti gol e ne hanno realizzati quattro, dei quali uno è stato un autogol. Il cambio di allenatore e la ventata di aria nuova portata all’ambiente dall’arrivo di Longo non potevano essere la soluzione di tutti i mali e non lo sono stati come si è visto ampiamente ieri sera quando il Torino, pur essendo andato in vantaggio, si è fatto rimontare dalla Sampdoria (ennesima squadra che lo batte partendo da una posizione di classifica più bassa rispetto a quella dei granata) e ha chiuso la partita perdendo tre a uno.
Ma quali sono i grandi mali che affliggono il Torino inteso come squadra? I mali sono tre. La condizione atletica inadeguata. La preparazione estiva era stata anticipata per i preliminari d’Europa League e in più c’erano dei calciatori, Sirigu, Izzo, Lyanco, Bonifazi, Rincon, Lukic, Aina e Belotti, che si sono uniti dopo perché al termine del campionato scorso erano stati impegnati con le proprie Nazionali. Quasi tutti hanno accorciato il proprio periodo di vacanze per essere a disposizione, chi prima e chi dopo, per le partite dei preliminari d’Europa League però questo ha comportato soprattutto per quelli, Lyanco, Rincon, Lukic e Aina, che hanno avuto impegni con le Nazionali ben oltre la metà di giugno e alcuni anche in luglio una preparazione ancor più diversificata e accelerata per essere a disposizione di Mazzarri. A questo si sono sommati gli infortuni, Djidji era stato operato il 26 aprile e la prima volta che si è accomodato in panchina per una partita ufficiale è stato il 15 agosto nel match con lo Shakhtyor Soligorsk. Lyanco già durante il ritiro di Bormio aveva avuto problemi fisici. Falque il 25 luglio aveva subito un trauma contusivo alla caviglia sinistra durante la gara d’andata con il Debreceni. E a seguire quelli di tutti gli altri, con alcuni che sono stati fuori in più di un occasione, Ansaldi, Aina, Baselli, Belotti, Berenguer, Bonifazi, De Silvestri, Edera, Izzo, Laxalt, Lukic, Millico, Parigini, Rincon, Verdi e Zaza e dalla partita di ieri sono usciti malconci Nkoulou che ha subito un trauma facciale, De Silvestri una distorsione alla caviglia destra e Lyanco un trauma nasale. Per cui la stragrande maggioranza dei giocatori ha avuto stop che ne hanno condizionato la forma fisica. Senza dimenticare il caso Nkoulou che nulla aveva a che vedere con gli infortuni, ma che ha comportato che il giocatore fosse tenuto fuori rosa per un periodo a inizio campionato alterando in parte la sua condizione atletica seppur si allenasse parte con uno dei preparatori. E per dirla tutta gli infortuni possono anche essere stati favoriti dalle condizioni non buone del terreno del Grande Torino, rifatto solo recentemente, e qualche problemuccio lo hanno avuto anche il campo principale e quello secondario del Filadelfia.
Longo ha una bella gatta da pelare per far ritrovare la condizione atletica alla squadra perché la stagione è in corso e non ci sono nel breve periodi sfruttabili a tal proposito di break per vacanze o soste fino al 29 marzo, che comunque comporterà l’andata via con le Nazionali di più di un giocatore, e non può correre più di tanto il rischio di avere giocatori con le gambe imballate per il richiamo della preparazione, già così fanno fatica figurarsi con le gambe imballate. Per cui dovranno essere dei maghi lui e i preparatori atletici per ridare smalto alla squadra.
Il secondo grande problema del Torino è una rosa non del tutto adeguata al gioco che voleva Mazzarri e con i rinforzi estivi arrivati al termine del mercato, Laxalt il 31 agosto e Verdi e Ujkani il 2 settembre e a gennaio nessun rinforzo e solo giocatori ceduti, Falque, Bonifazi, Laxalt e Parigini. Rosa che così è diventata ristretta come voleva Mazzarri, ma che è una coperta corta per Longo a causa degli infortuni e della forma precaria di più di un giocatore. Longo pertanto si adeguerà ai giocatori che ha a disposizione e cercherà di trarne il massimo possibile sfruttandone le migliori qualità.
Il terzo grande problema del Torino ha due componenti: la fragilità mentale del gruppo e qualche giocatore che visti gli errori che commette in campo è stato sopravvalutato. Per la prima serve trovare le chiavi giuste per agire sulla testa dei giocatori stimolandone anche l’orgoglio, ma per alcuni potrebbe essere una questione caratteriale e cambiare il carattere a una persona è alquanto difficile. Per la seconda solo il mercato può sopperire e di conseguenza adesso non si può più fare nulla. Certo esistono gli svincolati che possono essere ingaggiati fino a marzo, ma se un giocatore è svincolato qualche motivo ci sarà, età, problemi fisici o caratteriali, non grande qualità, quindi su quanto valga la pena puntare su uno svincolato c’è da disquisirne visto che oltretutto allenandosi per conto suo difficilmente potrebbe avere una preparazione fisica di buon livello.
Senza sprofondare nell’idea che il Torino possa essere risucchiato nella lotta per non retrocedere, che sarebbe come darsi da soli una martellata sulle dita e peggiorerebbe ancor più la situazione rischiando veramente di finire a lottare per salvarsi, ci sarà molto da lavorare sulla squadra per risollevarla. Buon lavoro e buona fortuna Moreno Longo!