.

Squadra in ritiro, ma a che cosa serve se il problema è alla radice?

di M. V.

Nella tarda serata di ieri il presidente del Torino Urbano Cairo ha ufficializzato il ritiro della squadra, secondo lui non punitivo ma utile per resettare e capire insieme come uscire da questa orrenda situazione. La gara contro la Lazio, tuttavia, è parsa molto più quella classica di rivolta della rosa nei confronti del tecnico che di una serata semplicemente storta. Il gioco, se così vogliamo chiamarlo, di Walter Mazzarri è ormai stato compreso da tutti che ne hanno preso le contromisure, esclusivamente incentrato sulle fasce e nel danneggiare la costruzione degli avversari, lasciando totalmente spaesati i giocatori quando è il momento di portare la fase offensiva. Questo ha generato lo scorso anno tanti insuccessi contro le medio-piccole, compensato alla grande da risultati di livello con le più forti. Il problema è che il giochino non sempre va bene, ed il primo campanello d'allarme che le cose non sarebbero cambiate in meglio in questa stagione è risuonato già dalla terza partita, quella contro il Lecce, passando poi per Sampdoria e Udinese, squadra quest'ultima, a dire del tecnico, contro cui tutti faticheranno (le gare successive saranno un ko per 7-1 con l'Atalanta ed uno 0-4 interno contro la Roma). Problemi evidenziati, reiterati, in breve, confermati. E allora a che serve il ritiro?


Altre notizie
PUBBLICITÀ