Stallo nel mercato del Torino: non si è ancora chiuso per il centrocampista
Fonte: Elena Rossin
Sono passati diciassette giorni di calciomercato e sono state disputate tre partite ufficiali dal Torino, due di campionato con altrettanti pareggi con Sassuolo in trasferta e Milan in casa e una di Coppa Italia con eliminazione dalla competizione da parte dei rossoneri a San Siro, e la società granata ha preso Iturbe e Carlão per rinforzare l’attacco e la difesa e manca ancora il centrocampista. Il bilancio a dodici giorni dalla chiusura del mercato di gennaio lascia perplessi perché i problemi del Torino continuano a restare immutati: nell’arco della partita ci sono momenti dove la squadra sembra staccare la spina e così gli avversari possono rimontare come successo ben due volte con il Milan nell’arco di quattro giorni oppure manca quella “cattiveria agonistica” che permette di concretare le occasioni create come ampiamente accaduto con il Sassuolo, ma anche con il Milan. Lacune che si erano già ampiamente palesate nel girone d’andata nonostante il Torino abbia realizzato il record di punti da quando la vittoria ne vale tre.
Ci sono varie scuole di pensiero, infatti, qualcuno pensa che Mihajlovic debba fare di più per rendere la squadra competitiva per tutto l’arco delle partite, qualcun altro ritiene che la società non stia agendo al massimo delle possibilità in sede di mercato, qualcun altro è su posizioni intermedie. Una cosa però è certa: le alternative a disposizione di Mihajlovic non sono in linea con l’obiettivo di aggiudicarsi un posto utile per l’Europa League e questo inevitabilmente condiziona le scelte dell’allenatore. Il mister è quasi costretto a puntare solo sull’attacco, reparto dove ci sono più giocatori di qualità seppur alcuni siano discontinui nel rendimento, non solo per cercare di far realizzare alla sua squadra un gol in più degli avversari, ma anche per tenere il più lontano possibile i giocatori dell’altra formazione dalla propria area di rigore.
Fra due giorni ci sarà la trasferta a Bologna e se non avverranno miracoli difficilmente Mihajlovic potrà avere il tanto agognato centrocampista per questa partita. Non è facile comprendere perché la società, che è a conoscenza dei problemi della squadra, non si sia attivata tempestivamente per dare all’allenatore il centrocampista che serve. Da giorni c’è una trattativa, più o meno abbozzata, con il Chievo per Castro che gradisce la nuova destinazione, ma manca l’accordo sulla valutazione del suo cartellino e in ballo ci sono 2-2,5 milioni di euro, cifra non stratosferica per il mondo del calcio, tanto più se si pensa che già solo piazzarsi tra le prime dieci rispetto all’undicesimo posto vale 3 milioni di euro in più. Va bene tenere i conti in ordine, ma se poi questo per eccessiva prudenza, viste le plusvalenze che ogni anno sono realizzate, compromette l’obiettivo stagionale è a dire poco masochistico e miope. La società granata tiene calda anche la pista che porta a Donsah del Bologna che ha vent’anni, sette meno di Castro, e di conseguenza non può garantire la stessa esperienza ed è semmai un giocatore di prospettiva, quindi, un acquisto più logico nel mercato estivo e non in quello invernale. Per quanto bravo Donsah non aumenterebbe il tasso qualitativo del centrocampo granata che già annovera due giovani come Lukic e Gustafson e avrebbe bisogno di alternative a Benassi e Baselli più efficaci degli attuali Acquah e Obi.