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Tanto fermento intorno al Toro: dall’Europa al Filadelfia c’è ottimismo

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

La qualificazione ai preliminari d’Europa League dipende solo dal Torino, che se vincerà le prossime tre partite potrà ignorare ciò che accadrà a Lazio e Verona, ma anche a Parma e Milan e chiudere la stagione con un successo neppure ipotizzato a inizio campionato. La Lega di Serie A ha negato il cambio di data per Chievo-Torino e Cairo ha noleggiato un charter per far sì che la squadra, terminata la gara al Bentegodi, possa rientrare velocemente a Torino e presentarsi a Superga alle ore 20 per onorare il Grande Torino e partecipare alla messa, spostata di qualche ora dall’orario abituale delle diciassette per rendere possibile il tutto. La Fondazione Filadelfia ha siglato l’accordo con la Società di committenza regionale che si occuperà di indire il bando per individuare il soggetto che realizzerà il progetto definitivo, quello esecutivo e la realizzazione dei lavori per la ricostruzione dello stadio Filadelfia. Stadio che fu il luogo dove il Grande Torino realizzò i successi che gli permisero di diventare la squadra più forte che allora c’era in circolazione, prima che la tragedia di Superga interrompesse i successi terreni per far diventare quei giocatori leggendari.

 

Che cosa si potrebbe volere di più? Nulla, semplicemente che tutto proceda senza intoppi. Quindi che il Torino batta il Chievo. Che a Superga ci sia una bella commemorazione, ma questo è da considerarsi scontato. Che la squadra di Ventura vinca anche con Parma e Fiorentina. Che nel mercato estivo la società allestisca una squadra che possa competere in tutti i tornei che affronterà, campionato, Coppa Italia e Europa League. Che il Filadelfia venga ricostruito con i tempi previsti: consegna del progetto preliminare entro il 30 giugno, un mese per indire l’appalto e proclamazione del vincitore nei primi mesi del 2015 con apertura del cantiere a maggio e termine dei lavori e conseguente inaugurazione del nuovo impianto fra maggio e l’autunno 2016.

 

Troppa carne al fuoco? Assolutamente no, nulla più che il giusto per lasciarsi definitivamente alle spalle anni e anni di mediocrità e scelte sbagliate. Un passo alla volta si può fare tutto, è chiaro che per prima cosa c’è da battere il Chievo. Glik è compagni possono riuscirci. Sono oggettivamente più forti, ventidue punti in più in classifica. Il Torino avrà delle defezioni dovute agli infortuni di Rodriguez, Masiello Pasquale, Basha e Farnerud, mentre non dovrebbero esserci problemi per il recupero di Maksimovic, ieri colto da sindrome influenzale, e Bovo, che ha lavorato a parte per un affaticamento muscolare, ma anche il Chievo non disporrà di tutti i suoi giocatori, infatti, dovrà fare a meno di Bostjan, Frey e Hetemaj, che devono scontare un turno di squalifica. La squadra di Ventura non ha motivazioni inferiori a quella di Corini perché l’accesso all’Europa League non è inferiore a salvarsi.

 

Tornare da Verona con i tre punti e andare a Superga a commemorare il Grande Torino quale viatico migliore in attesa di sapere lunedì poco prima delle ventuno il risultato di Lazio-Verona? Al più una delle due avrà gli stessi punti dei granata, però l’altra tre in meno oppure entrambe saranno distanziate di due lunghezze e con il Parma, che se anche battesse domenica pomeriggio la Sampdoria, rimarrebbe sotto di un punto così come il Milan, se dovesse la sera vincere il derby. Oltretutto con l’eventuale vittoria dei rossoneri il Torino sarebbe proiettato a tenere il fiato sul collo dell’Inter che avrebbe un margine di due sole lunghezze e nel penultimo turno dovrebbe vedersela con la Lazio, mentre il Torino con il Parma. Sogni? No, è la realtà.