Torino-Bari. La presentazione
L’album dei ricordi è stato sfogliato in questi giorni da Giampiero Ventura. L’esperienza di Bari ha ridato smalto alla sua carriera in serie A, nobilitando il sistema di gioco più funzionale al suo credo calcistico. In questi mesi, a casa Toro, quelle scintille si sono viste a tratti, soprattutto fuori casa. L’incontro con un passato dal sapore dolce avviene in terra piemontese, quest’anno luogo amico rispetto ai saccheggi perpetrati negli anni scorsi. La mentalità e l’unione sono concetti continuamente rimarcati da Ventura e dai suoi giocatori. Ricette vincenti che attendono di essere nuovamente mostrate contro il Bari del nuovo corso targato Torrente.
L’etichetta di mina vagante sembra appropriata per la squadra pugliese, conseguenza di un ritmo altalenante in campionato e, ora, di vicissitudini societarie da definire.
Venti punti recita lo score dei galletti, dodici di questi rastrellati fuori casa, tra Crotone, Modena, Sassuolo e Grosseto. L’ultima caduta in casa con il Verona ha collocato i baresi su una piattaforma incerta, a metà tra ambizioni di play-off e rischi di anonimo galleggiamento nella colonna di destra della classifica. Dal punto di vista tattico la sfida appare molto complessa per i pugliesi, in dichiarata emergenza. Non sono partiti per Torino una mezza dozzina di elementi: Bogliacino, Scavone, Sini, gli ex granata Donati (modesta comparsata nell’anno della retrocessione ‘02/’03) e Garofalo (ancora fresco di fallimento serie A), lo squalificato Forestieri e Crescenzi, impegnati con l’Under 21 di Ferrara. Per convocare 19 giocatori, Torrente ha dovuto raschiare il fondo del barile, dando una chance a due Primavera, Hysenbelliu e Di Noia. Pertanto non sarà facile per i biancorossi proporre trame offensive con la stessa facilità con cui si sono espressi finora in trasferta, almeno dal punto di vista della concretezza. Poiché in termini realizzativi, la formazione dell’ex guida del Gubbio, è la peggiore della cadetteria, con all’attivo solo undici reti. Malgrado il gruppo ridotto all’osso, Torrente marcia per la sua strada riproponendo il 4-3-3, con Lamanna in porta, Borghese, Dos Santos, Ceppitelli e Polenta in difesa, Rivaldo, Bellomo e De Falco a centrocampo, con Caputo e Defendi in appoggio a De Paula in attacco (outsider Marotta).
Con il fischio d’inizio successivo alla match clou di questa giornata tra Pescara e Padova, l’occasione per il Toro è davvero ghiotta al fine di incrementare il vantaggio in testa, staccando il biglietto per la fuga ufficiale. E’ dal 1969 che il Bari non festeggia una vittoria a Torino. Ventura intende proseguire la buona condotta casalinga servendosi di qualità e compatezza.
La prima è garantita dal ritorno dal 1’ di Iori a dirigere la sinfonia granata, mentre la seconda si sta corroborando con rigore. La settimana piena ha consentito di studiare nei minimi dettagli lo scontro con i pugliesi. Con l’assenza dell’azzurro Ogbonna, torna di moda l’accoppiata Glik-Di Cesare, con Darmian e Parisi sulle fasce. Il cervello Iori è affiancato dalla sua ombra, Basha (in diffida), mentre sulle fasce Antenucci e Stevanovic dovrebbero trovare una maglia da titolare. In avanti ancora spazio ad Ebagua come partner di capitan Bianchi. Se a Sassuolo ha trionfare sono stati i tatticismi, l’Olimpico si è fatto la bocca buona ormai. E c’è ancora tanto da gustare.