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Torino, c'è Bianchi e non solo

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

Il Toro ritrova i tre punti in casa dopo quasi due mesi, ed in un solo colpo riapre non solo la corsa playoff, ma anche la possibilità di centrare la promozione diretta, lontana solo cinque punti. Un Toro in crescita non c’è il minimo dubbio, sia sul piano del gioco, finalmente una vittoria convincente anche per i detrattori cronici, sia fisico, con la prova confortante di Genevier in cabina di regia e di Antonelli che rientrava da un infortunio muscolare, che mentale, con i granata meno propensi ad amnesie “territoriali” durante i novanta minuti di gioco. Insomma il Toro cresce tatticamente, nell’intesa tra i vari reparti, nelle prestazioni dei singoli.


Un Toro targato Bianchi, tripletta contro il Frosinone di Francesco Moriero, tecnico giovane e ben preparato, ma che a mio avviso questa volta ha visto un’altra partita, se è vero che nelle interviste di fine match ha dichiarato che il Frosinone, ha giocato meglio del Toro e fatto la partita. Il calcio è bello perché è vario, e da spazio a libere interpretazioni. Per come ho visto io la partita, il Toro ha segnato tre gol, due su rigore è vero, ma sacrosanti, ha avuto almeno altre quattro nitide occasioni da gol arginate da Frattali, e per due volte i tiri degli avanti granata hanno sfiorato i legni della porta dei ciociari, il Frosinone oltre al gol ha impegnato una sola volta Sereni. Per intenderci, i granata non hanno dominato la partita, ma hanno giustamente portato a casa un vittoria che poteva essere nel punteggio ancora più larga, confermando una certa difficoltà a concretizzare è vero, ma mettendo in mostra una capacità di produrre gioco ed occasioni come non succedeva da lungo tempo, ed una solidità difensiva che si sta consolidando partita dopo partita, con l’unico neo di un tentativo di fuorigioco mal riuscito che ha permesso a Santoruvo di rimettere momentaneamente la partita sulla parità.


Un Torino come già detto targato Bianchi, e l’apporto del bomber specialmente dopo aver ereditato la fascia di capitano non si limita solo al gol, ma accanto a Bianchi crescono anche le prestazioni di altri giocatori. Leon tra i primi, che pur sbagliando alcuni palloni apparentemente facili, ha dimostrato di essere un elemento importante per questa squadra, vista la facilità con cui riesce a ribaltare la manovra, Gasbarroni che a differenza di Padova non ha regalato un unico squillo, seppur importante, ma una serie di giocate di spessore tecnico e tattico, Genevier che ritrovato il ritmo partita ed il campo, ha messo in mostra geometrie e sagacia tattica, Antonelli, pur in non perfette condizioni fisiche, ha dimostrato di poter essere l’esterno offensivo che il Toro cerca da ormai alcuni anni, si aggiungano il rientro di Sereni, e le buone prove di Ogbonna, Loria, Pestrin e Rubin, per avere un quadro generale della situazione. È altrettanto vero che senza Bianchi, e questo Bianchi, il Toro sarebbe tutt’altra cosa; ma questo è un altro discorso.


Alla fine, se Colantuono non guarda ancora alla classifica, ma forse pensa alle innumerevoli occasioni perse in casa, noi tifosi uno sguardo alla classifica possiamo darlo, con la speranza sempre più concreta di agganciare al più presto la zona playoff, e puntare magari alla promozione diretta. Come avevo già detto, se il Toro riesce a centrare l’obiettivo dei quaranta punti nel girone di ritorno, sarà promozione diretta, e la classifica questa volta comincia a darmi ragione.

 


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