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Torino, ciao serie A

di Marina Beccuti

Il miracolo non è avvenuto, il Bologna ha vinto ed il Torino ha perso, fine della storia. Era impensabile che il Catania facesse la partita della vita contro il Bologna, anche perchè tra gli etnei ed i granata il rapporto si era incrinato al primo anno di Cairo, tra i cadetti, dove il Catania venne subito in A mentre il Toro dovette giocare i playoff. Nessuno pensava a dei favoritismi, perchè le partite vanno giocate esclusivamente sul campo ed i granata sono retrocessi per demerito loro. Punto.

Cairo si è preso le sue responsabilità, giustamente, perchè quando si fallisce una stagione la colpa è di chi dirige la società, che sceglie e decide. Il presidente granata è un accentratore di potere dunque le decisioni le prende in perfetta autonomia e sono ormai tre anni che sbaglia. Non si capisce come non abbia potuto imparare qualcosa in quasi quattro anni di presidenza se consideriamo che Cimminelli rimase solo un anno in più di Cairo e cominciò ad essere contestato ben prima. Stessi errori, tanti soldi buttati al vento. Le similitudini con la vecchia proprietà fallita sono solo a livello di risultati, altalenanti tra A e B, con due anni consecutivi di A, di cui uno, sotto la presidenza Romero, finito senza patemi d'animo, per la cronaca con Camolese in panchina. Cairo per fortuna non dipende dalla Fiat come Cimminelli, dunque è indipendente, senza contare che il suo bilancio è chiaro e corretto e non nebuloso come quello precedente, dunque sotto questo punto di vista si può stare tranquilli.

Il discorso appena fatto non vuole far tornare nella mente vecchi fantasmi, questo Toro non ha nulla da spartire con quello cimminelliamo, se non appunto i risultati, sempre deficitari. Cambiano le presidenze, si è addirittura azzerata la storia del Torino, ma la situazione rimane sempre precaria. Perchè? Ci piacerebbe avere la risposta giusta. Cairo aveva dato la speranza di riuscire a ricostruire un Toro dignitoso e invece non è stato così. Ora si riparte dalla B, sperando che possa aiutare a fare quella programmazione finora mai vista. Partendo da alcuni pezzi pregiati come Rosina, Dzemaili, Sereni e Bianchi, più alcuni giovani tosti, come Rubin e soprattutto Vailatti, che deve giocare. Punto.

Come annotazione finale è giusto ringraziare Camolese che si è beccato una squadra disastrata, gli ha ridato dignità, ma non è riuscito a salvarla dal baratro e alla fine è stato lui a dover retrocedere, proprio colui che meno di tutti ha responsabilità in questa debacle. Personalmente non mi è piaciuto come Cairo abbia "liquidato" Camolese, in modo troppo aziendale: "Non ha raggiunto l'obiettivo (il profitto) dunque non gli ridiamo fiducia". Chi ha i soldi può decidere la sorte degli altri, a volte anche in modo presuntuoso e antipatico. Camolesenon deve essere colpevolizzato di un flop di cui è solo lontamente responsabile, perchè lo scempio è stato fatto da altri, da De Biasi prima, quando era già riuscito a dividere il gruppo a Malles, durante la preparazione estiva. Anche Novellino va assolto, forse era il caso tenerlo fino alla fine, tanto la situazione si era compromessa a dicembre e solo la fata Turchina avrebbe potuto salvare la situazione con un colpo di bacchetta magica. Ma nel calcio contano progetti e risultati, i maghi sono solo frutto della fantasia.


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