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Torino, consenso ai minimi storici per Cairo. E i granata nel 2020 sono penultimi

di Emanuele Pastorella

Prima dell’Atalanta un nuovo striscione esposto al Filadelfia, per sabato 3 ottobre è previsto un altro sit-in davanti al Grande Torino: i rapporti tra la tifoseria granata e il presidente Urbano Cairo restano particolarmente tesi. "Siamo stufi del tuo parlare, devi spendere maiale" il messaggio firmato “La Maratona” che sabato mattina è stato piazzato all’esterno del quartier generale granata, prima che il fortissimo vento di quel giorno lo spazzasse via. "Noi non ci rassegniamo, sabato ti contestiamo" è lo slogan che impazza sui social in vista del 3 ottobre, con Belotti e compagni che saranno impegnati sul campo del Genoa mentre allo stadio, lato curva Primavera, si daranno appuntamento i tifosi. Il malcontento cresce, mentre il consenso nei confronti dell’editore alessandrino è in caduta libera non solo come presidente del club ma anche come imprenditore. Nel 2017 era al primo posto tra i manager con la miglior reputazione online, ora è crollato al quarto posto, tallonato da Giorgio Armani. E, sul campo, i granata continuano il loro declino.

Penultimi nel 2020 - Contro l’Atalanta è arrivata la seconda sconfitta in due giornate di campionato, la 14esima su 23 partite del 2020: il ruolino del Toro nell’anno solare è da incubo, delle attuali partecipanti alla serie A soltanto il Cagliari ha fatto meno punti. E i granata sono al terzo allenatore in nove mesi, essendo passati da Walter Mazzarri, Moreno Longo e, per finire, a Marco Giampaolo. Ma non può essere colpa soltanto dell’allenatore, a maggior ragione ora che è cominciato un nuovo ciclo. La rosa costruita per il 3-5-2 è praticamente la stessa che il tecnico di Bellinzona ha adattato al 4-3-1-2, con i rinforzi tanto invocati (il regista e il trequartista) che a una settimana dalla chiusura del mercato non sono arrivati. Per non parlare del terreno di gioco dell’Olimpico Grande Torino: Berenguer e Malinovskyi ne sanno qualcosa, avendo tirato in curva due calci piazzati. Un campo che non può ritenersi da serie A, un discorso che vale anche per la rosa costruita così com’è: la sfida di sabato contro il Genoa, triturato dal Napoli con un 6-0, ha già il sapore dello scontro salvezza. Sempre che la gara si giochi, dopo l’incredibile focolaio Covid che si è acceso nello spogliatoio rossoblu.