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Torino, il centrocampo è la chiave di tutto

di Elena Rossin

Se sarà 4-4-2 o 4-2-4 non fa molta differenza, perché i due moduli di gioco sono uno l’evoluzione dell’altro, a seconda che si sia in fase difensiva o offensiva; ma una cosa è certa: il centrocampo è il vero fulcro di tutto. Quindi anche per Ventura, come in passato per gli altri allenatori che si sono susseguiti sulla panchina granata, avere a disposizione gli uomini giusti in questa zona del terreno di gioco sarà fondamentale. Per uomini giusti s’intendono i due centrali più ancora degli esterni, comunque anche questi ultimi devono avere caratteristiche tecniche ben precise, altrimenti vanificano il lavoro prodotto dal resto della squadra. I centrali di centro campo, bisticcio di parole a parte, devono avere due caratteristiche: saper costruire e saper interdire. Detto così sembra la scoperta dell’acqua calda, ed è indubbiamente vero, ma proprio a causa del ruolo che ricoprono, che è fondamentale per l’equilibrio del gioco, sono i calciatori sui quali la scelta deve essere perfetta. Se così non fosse vi saranno problemi che si ripercuoteranno per tutta la stagione, perché accorgersi durante il girone d’andata di non aver individuato bene questi interpreti e poi cercare nel mercato invernale di aggiustare il tiro vuol dire buttare alle ortiche mezzo campionato, quindi mettersi nella condizione di dover disputare il girone di ritorno tutto in salita, visti i precedenti accaduti nelle due passate stagioni: è meglio evitarlo peggio che fosse la peste.

Il calciomercato non ha ancora aperto ufficialmente i battenti, lo farà dal primo luglio, ma le trattative sono in pieno svolgimento e in primis, questo vale per tutte le squadre, devono essere risolti i prestiti e le comproprietà. Ventura imposta il gioco delle sue squadre sul possesso palla, in più ritiene che il possesso inizi “sempre dal portiere”, che è il giocatore che dà il là all’azione, ma poi è inevitabile che la trama del gioco debba passare dal centrocampo. E’ vero che con un lancio lungo è possibile scavalcare quasi tutto il campo per far arrivare il pallone direttamente agli attaccanti, ma questo tipo di soluzione è utilizzabile ogni tanto e soprattutto non offre abbastanza garanzie che l’azione vada a buon fine con il tiro nello specchio della porta, infatti, in questi casi molto spesso la palla finisce preda dei difensori avversari. Perciò ritorniamo all’importanza degli interpreti del centrocampo. Si diceva che devono saper costruire e interdire e per farlo il gioco non può svilupparsi solo per vie orizzontali, come troppe volte era accaduto nella stagione appena trascorsa e sappiamo tutti con quali pessimi risultati, ma soprattutto verticalizzando. Per trovare centrocampisti con queste caratteristiche Petrachi dovrà svolgere un lavoro molto impegnativo e Cairo lo dovrà supportare adeguatamente, aprendo anche abbastanza i cordoni della borsa e tirando fuori un bel po’ di soldini.

Radio mercato con il suo tam tam caotico, spesso fatto di voci messe in giro per cercare di far focalizzare l’interesse generale più su un calciatore che su un altro o per far alzare o abbassare il costo del cartellino, dice che al Torino interessano: Andrea De Falco (auguri, perché oggi compie venticinque anni), Nico Pulzetti e Alessandro Gazzi e che Daniele De Vezze, in scadenza di contratto, è vicino al rinnovo pronto a continuare a vestire la maglia granata. Proprio quest’ultimo ha già fatto coppia sia con Pulzetti (Livorno, stagione 2007-‘08) sia con Gazzi (Bari, 2008-‘09). E non va dimenticato che De Vezze e Gazzi sono già stati alle dipendenze di Ventura nel Bari e che Pulzetti lo era stato al Verona nel 2006-‘07. Quanti intrecci! Chissà quali binomi si ricostituiranno? Vedremo, le trattative sono in corso. Ritornando a un punto fermo del gioco di Ventura, ovvero “il possesso palla inizia sempre dal portiere”, è proprio in questo ruolo delicatissimo e fondamentale - soprattutto in B dove vige la regola “prima non prenderle e poi darle” se vi vuole ritrovarsi a fine stagione in A - che il Torino ha urgenza di trovare un giocatore valido, capace di dominare l’area piccola, sicuro nelle uscite e dai piedi buoni, utili appunto per impostare l’azione. Un portiere che ha la totale stima di mister Ventura è il belga Jean François Gillet e guarda caso i due hanno lavorato insieme proprio in quel Bari che due anni fa terminò il campionato di serie A al decimo posto. Ma un portiere della sua esperienza e con la sua affidabilità è ambito anche da squadre della massima serie, perciò c’è solo un modo per convincere il Bari, di cui è capitano, a cederlo ovvero che Cairo tiri fuori parecchi euro …… vedremo, in fin dei conti lo ha detto il presidente: “Bisogna mettere un punto e chiudere con il passato e andare a capo. Capitolo nuovo. Prenderemo giocatori ovviamente mirati, funzionali alle necessità dell’impianto di gioco del mister”. Appunto!
 


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