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Torino, in ritiro con l'ombra di Zenga

di Marina Beccuti

Settimana corta per il Torino alla Sisport, infatti la squadra granata partirà questa sera, dopo l'allenamento, alla volta di Roma dove raggiungerà il centro sportivo della Borghesiana, ritrovo anche della Nazionale quando non va a Coverciano. La decisione di stare tutti assieme, qualche giorno prima del match contro il Napoli, nasce dalle difficoltà di classifica del Torino, dove nemmeno la cura Camolese sembra dare i frutti sperati. Segno che questa è davvero una stagione dannata, la peggiore, la più difficile della ancor breve storia del Torino Fc targato Cairo.

In precedenza Camolese aveva deciso di non andare in ritiro fuori Torino per i troppi infortunati, che avevano necessità di avere a disposizione i mezzi della Sisport, ora a casa dovrebbero restare solo Zanetti e Corini, indisponibili fino al termine della stagione.

Camolese martedì, alla ripresa, ha mostrato un viso più stressato di qualche settimana fa, non solo perchè la situazione di classifica rimane estremamente preoccupante, ma probabilmente anche per le voci riguardanti l'arrivo di Zenga sulla panchina granata. I tifosi hanno sempre chiesto a Cairo un cuore Toro all'interno della società, Camolese è uno di questi, ma sembra che il presidente granata sotto questo punto di vista non ci voglia sentire. Si ha l'impressione che più si elogia Camolese e più lo si allontani dal Toro.

Cairo è testardo e continua a fare di testa sua, ma siamo al terzo anno consecutivo che il progetto non funziona, dunque qualcosa di sbagliato è stato fatto e pure ripetuto per tre volte, come il richiamo di De Biasi. E' inutile fare grandi rivoluzioni che non servono a niente, ma ripartire con una base solida, perchè non tutto è da buttare della squadra attuale. Con il massimo rispetto per Zenga, non c'azzecca molto con l'ambiente Toro. Cairo deve capire una cosa ben precisa: prima di fare scelte azzardate deve sempre rapportare il personaggio con l'ambiente. Può nascere un grande amore tra Zenga e l'ambiente, magari con l'arrivo dei risultati, ma a Catania non ha compiuto nessun miracolo, perchè ha avuto a disposizione giocatori validi, che sanno creare occasioni da gol e sfruttarle. In fondo un grande allenatore è fatto anche dai giocatori che la società gli mette a disposizione.