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Torino, l'analisi tattica: per Bergamo nuovo modulo in arrivo

di Claudio Colla

Come confermato da quanto comparso sull'edizione odierna de La Stampa, il tecnico granata Franco Lerda sarebbe molto tentato dall'idea di mutare l'assetto tattico del Toro, rispetto al sistema di gioco finora proposto, in vista dell'importante appuntamento con la trasferta di Bergamo: la nuova soluzione adottata dello stratega di Fossano, adepto del 4-2-3-1 di scuola spallettiana (soltanto parzialmente applicabile con l'attuale Torino, data l'irrinunciabile presenza di un terminale d'attacco "di peso" come Rolando Bianchi), volgerebbe infatti verso un più compatto 4-3-3. L'idea del tecnico granata poggerebbe su un triplice presupposto:

- Creare la parità numerica sulla mediana, rallentando i ritmi di una gara che, dato per assunto il carattere positivo di un pareggio, potrebbe essere vinta presumibilmente alla distanza, sfruttando l'equilibrio e il controllo esercitati durante la prima parte della gara.

- Consegnare le chiavi della manovra in mano a Obodo, arretrandone il baricentro e concedendogli al contempo maggior respiro, avvicinando i "portatori d'acqua" (De Feudis più uno tra De Vezze e Zanetti) al suo raggio d'azione e di movimento.

- Agire il più possibile specularmente all'Atalanta, aspettandone l'iniziativa e sfruttando al meglio le ripartenze, permettendo a D'Ambrosio e Garofalo di dosare le energie e di gestire al meglio i tempi difensivi e di proiezione in avanti, mettendo inoltre Sgrigna nelle condizioni di sfruttare a livello ottimale le proprie caratteristiche naturali.

Nella speranza che Iunco possa davvero farcela dal 1' (ma è pronto all'occorrenza Lazarevic, con il quale comunque l'ex-Salernitana dovrebbe essere protagonista di una staffetta programmata), l'atteggiamento attualmente plausibile da parte del Toro consiste nel lasciare che i padroni di casa facciano la partita nei primi 30-35', sfruttando poi la maggior freschezza dei proprio giocatori e tentando di colpire a gara inoltrata grazie alla raffinata manovra dettata da Obodo e alle capacità contropiedistiche del trio d'attacco.


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