Torino, Mazzarri fa peggio di Mihajlovic: ma Cairo lo conferma (per ora)
L’ottovolante Toro si è finalmente fermato. Non perché i granata abbiano trovato continuità di risultati, ma grazie alla pausa natalizia, con il campionato che riprenderà il prossimo 5 gennaio. I miglioramenti, seppur piccoli, mostrati contro Genoa e Fiorentina, sono subito stati cancellati dai disastri contro l’Hellas Verona e la Spal. La rimonta del Bentegodi è stato soltanto il preludio a ciò che si sarebbe materializzato contro i ferraresi: un altro tonfo, ancora una volta in casa, e i numeri che stavano diventando incoraggianti sono tornati disastrosi. Ne basta uno, giusto per capire: quando il Toro ha incontrato l’ultima in classifica ha sempre perso. Era successo contro il Lecce, si è ripetuto a Genova sponda Sampdoria, il tris è stato servito sabato sera dalla formazione di Leonardo Semplici, che fino a sabato sera aveva collezionato un punto in otto gare esterne.
Record di sconfitte - E poi ce n’è un’altra, di statistica clamorosa. Da quando i granata sono tornati in serie A stabilmente, dunque dal 2012/2013, non erano mai arrivati a Natale con addirittura otto sconfitte sul groppone. E in 17 giornate vuol dire che il Toro ha una media superiore a un tonfo ogni due partite, numeri da mettere i brividi. Eppure, nel complesso, il confronto con la passata stagione non è così impari: 21 punti oggi, 23 punti un anno fa alla stessa giornata, che vuol dire appena due lunghezze in meno. Non che dodici mesi fa si volasse, anzi, però teoricamente ci sarebbero tutte le possibilità per provare a raddrizzare una stagione maledetta. Anche se, vedendo il cammino di Walter Mazzarri, riaffiorano i fantasmi di Sinisa Mihajlovic.
Esonero a 25 punti - Il confronto viene naturale, la domanda sorge spontanea: con quanti punti venne esonerato il serbo? L’attuale tecnico del Bologna arrivò al giro di boa con 25 punti, frutto di cinque vittorie, dieci pareggi e soltanto quattro sconfitte. A conti fatti, Mazzarri ha già perso il doppio delle partite rispetto al collega che ha sostituito sulla panchina granata quasi due anni fa, il 4 gennaio del 2018. E ha ancora due sfide da giocare prima di arrivare al termine del girone di andata: la trasferta contro la Roma alla vigilia dell’Epifania, poi proprio Mihajlovic al Grande Torino il 12 gennaio, mentre in mezzo ci saranno gli ottavi di finale di coppa Italia contro il Genoa. Deve fare almeno quattro punti per pareggiare i numeri del tecnico esonerato, altrimenti rischia grosso. Per il momento, però, la sua posizione resta piuttosto salda.
Cairo lo conferma - Al netto del silenzio dopo il tracollo contro la Spal, da via Arcivescovado non trapela alcuna indiscrezione su un eventuale esonero. Mazzarri resta in sella, anche perché le alternative non convincono appieno: Gennaro Gattuso si è ormai accasato al Napoli, Davide Nicola è finito nel mirino del Genoa per sostituire Thiago Motta, altre piste non sono state ancora battute. E così, nonostante la contestazione della piazza nei confronti dell’allenatore sia sempre più feroce, il tecnico sarà al Filadelfia alla ripresa degli allenamenti fissata per il prossimo 30 dicembre. Poi, urge un cambio di rotta: la settimana che aprirà il 2020 sarà decisiva per il futuro di Mazzarri. Ormai non si parla più di rinnovo, ma di quando verrà esonerato. E dopo essersi “salvato” nonostante l’ennesima sconfitta, per di più contro un’altra ultima in classifica, sarebbe difficile digerire altri tracolli.