Torino, paradosso granata: tra un Mazzarri a rischio e una semifinale che manca dal '94
Sabato è stata scritta una delle pagine peggiori nella storia ultracentenaria, con il Toro che per la prima volta in assoluto ha perso 0-7 in casa contro l’Atalanta. Oggi, però, nonostante tutto, c’è la possibilità di scriverne un’altra di pagina: è dal 1994, infatti, che i granata non centrano una semifinale di coppa Italia. Basterebbe battere il Milan, che si sta rialzando dopo un periodo difficile, per guadagnarsi il doppio derby contro la Juventus nel penultimo atto della competizione. Sembra utopia, soprattutto se si ripercorrono le immagini di sabato sera e se si prova a immaginare tutto un altro finale per la sfida di questa sera. Per provare a rendere un sogno realtà e per cercare di salvare la faccia dopo l’umiliazione più pesante di tutta la storia, Belotti e compagni si sono radunati a oltre 100 chilometri da Torino.
Ritiro a Novarello - E’ la strada che bisogna dalla città della Mole a Novarello, quartier generale della terza squadra del Piemonte che in questi giorni ha accolto la squadra di Walter Mazzarri. Ed è proprio lì che, pur di ritrovare serenità e nervi, i granata si sono spostati per un ritiro pre-partita più lungo del solito. <Ci servirà per sfogarci e ripartire> ha dichiarato capitan Belotti dopo la disfatta contro l’Atalanta. Ma il termometro è bollente, anche all’interno dello stesso spogliatoio: lo 0-7 ha lasciato strascichi non da poco, la frattura con la tifoseria ormai è sempre più grande. E tra i tifosi sono sempre di più quelli che “chiedono la testa” di Mazzarri. E’ lui l’indiziato numero uno, il colpevole principale secondo la piazza: risultati altalenanti, Chiellini portato ad esempio, una gestione dei giovani incomprensibile, con Edera e Millico centellinati al massimo e poi gettati nella mischia contro l’Atalanta quando il risultato era sullo 0-5. Si gioca tantissimo questa sera il tecnico granata, in caso di eliminazione potrebbero aprirsi tutti gli scenari. Ed è già partito il toto-sostituto nel caso in cui la situazione precipitasse definitivamente.
Ventaglio di nomi - Traghettatore, giovane emergente, vecchi ritorni o allenatori più esperti, ce ne sono davvero di tutti i tipi. A cominciare da Moreno Longo, il nome giusto secondo gran parte dei tifosi: cuore granata, il figlio del Filadelfia che torna a casa, la prima squadra dopo i trionfi con la Primavera, ricostruire la coppia con Bava che fece la fortuna dei torelli. Sembra il film più romantico, ma anche quello che potrebbe fare davvero al caso del Toro. Oppure un ritorno di Gianni De Biasi, sarebbe eventualmente il quarto, che fu il primo allenatore di Urbano Cairo presidente. Piuttosto quotata anche l’ipotesi Davide Ballardini, traghettatore per eccellenza, il quale accetterebbe volentieri la pista granata. Più staccati Gigi Di Biagio, Cesare Prandelli e Francesco Guidolin, gli altri nomi circolati in orbita Toro nel caso in cui la posizione di Mazzarri venisse messa in discussione già questa sera dopo la partita.