Torino, riaffiorano i vecchi fantasmi
Anno nuovo, vecchi difetti. Per chi si è illuso che, la vittoria contro la Fiorentina in Coppa Italia e quella in campionato contro il Napoli, avessero dato la svolta in positivo al campionato del Toro, il risveglio nel nuovo anno è stato nuovamente amaro. Sia chiaro, il Genoa è ormai una squadra di alto livello e lo dimostra la classifica, che ha visto salire i Grifoni al quarto posto, alla pari della Fiorentina. Persino il Cagliari di Acquafresca ha fatto lo sgambetto alla capolista Inter andando a conquistare un pareggio meritato in quel di San Siro, permettendosi di andare addirittura in vantaggio, proprio con l'ex ragazzo del Toro.
Il Toro? Ben poca cosa quello visto sabato sera al Ferraris di Genoa, un po' più emozionato del solito per il ricordo dedicato a De Andrè, nel decennale della sua scomparsa che ricorre proprio oggi. Subìto il gol dal Genoa, i granata sono stati poco reattivi, dove nessuno, nemmeno Dzemaili, ha fatto la differenza in positivo. Rosina, nella ripresa, quando ha avuto più spazio e si è posizionato dietro a Bianchi, dopo la sostituzione di Amoruso, ha spinto di più in attacco. Le punte granata non hanno quasi mai impensierito Rubinho, a parte il tiro di Dzemaili e il colpo di testa di Bianchi nei primi 45', così il tiro angolato, ma lento di Stellone nella ripresa. Tutto qui, un po' poco, anche se ci sono le attenuanti che il Genoa in casa va sempre a mille. A livello di classifica e gioco sono tornati i vecchi fantasmi, al punto che c'è da pensare che De Biasi non era il vero colpevole di questa brutta classifica.
Il guaio è che tale Mister X, posto che esista e non sia una leggenda metropolitana creata ad arte, ora può sguazzare più facilmente nell'ambiente granata, sicuramente più suscettibile quando le cose vanno male. Cairo intanto si è defilato e non è stato avvistato a Genova, proprio ora che ci sarebbe bisogno di un suo intervento per fare chiarezza sul futuro del Toro. A furia di tirare la coperta o si scoprono i piedi o la testa, perchè non si può sempre cacciare l'allenatore, così dare la colpa ai giocatori i quali, se non sono adatti a far fare il salto di qualità al Toro, non è colpa loro, ma di chi li ha acquistati senza criteri. La cosiddetta programmazione che latita, anche se Pederzoli e Sanchez dovrebbero cominciare a dare una svolta.L'unico vero punto fermo del moento.