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Torino, si intravede il calcio di Giampaolo: ma la difesa subisce ancora troppo

di Emanuele Pastorella

Alla vigilia, sarebbe stato oro conquistare un pareggio in trasferta contro la seconda in classifica. Ma visto l’andamento della partita, il Toro lascia due punti e tanti rimpianti a Reggio Emilia: a dieci dalla fine, infatti, i granata avevano due gol di vantaggio sul Sassuolo. Poi, il crollo nel finale, con l’eurogol di Chiriches e l’inzuccata di Caputo, nonostante Giampaolo fosse passato a una linea difensiva a cinque, con il 3-3 che brucia molto. Se non altro, la sua squadra ha creato e ha messo paura a una delle squadre più in forma del campionato: e Belotti continua la sua scalata, arrivato a quota 97. Come capitato già contro Atalanta e Cagliari, i granata hanno un buon approccio alla gara: nella nebbia di Reggio Emilia, ai limiti della giocabilità e con la goal line technology messa fuori uso, la squadra di Giampaolo gioca come vorrebbe il tecnico. Palla bassa, fraseggi e verticalizzazioni, con Linetty in gol con un inserimento dei suoi e Lukic che da trequartista sembra rendere al meglio. E poi c’è il Gallo, da applausi come sempre, che ora vede il traguardo delle cento reti con il Toro distante soltanto tre lunghezze. Poi, però, ecco che i limiti in fase difensiva vengono nuovamente a galla. Tolto il gol di Chiriches, di rara bellezza e che certifica il momento non particolarmente fortunato dei granata, per il resto la retroguardia di Giampaolo ci mette del suo. Sull’1-1 sbagliano praticamente tutti, da Bremer che esce al limite dell’area lasciando vuoto il cuore dell’area ai suoi compagni che sbagliano a scalare nelle marcature, mentre sul pari di Caputo è ancora il brasiliano a farsi sovrastare dall’attaccante neroverde, seppur con un gomito un po’ troppo alto e una leggera spinta di Berardi su Rodriguez a inizio azione. L’aspetto positivo è che è stata fermata la lunga serie di sconfitte, ma i granata cominciano a muovere lentamente la classifica. Sono ancora all’ultimo posto, da Reggio Emilia però tornano con qualche spunto confortante su cui continuare a lavorare.