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Torino, tra Rosina e Gasbarroni

di Marina Beccuti

Quest'anno appare stregato per Alessandro Rosina, la cui forma sembra direttamente proporzionale a quella del Torino, sempre precaria. Colpa degli infortuni, certo, ma anche di una certa abulia, come se il fantasista avesse perso le speranza, ma un capitano, per di più con la classe di Rosinaldo, deve sempre dare la carica, invece non è così. E se non gira Rosina son dolori. Il Torino è migliorato quando Camolese ha deciso di sostituirlo con Gasbarroni, anch'egli appena ristabilito da un infortunio, ma con una voglia diversa in corpo. Sarà anche l'ultimo arrivato, ma il suo supporto può essere utile da qui a fine campionato.

Camolese non guarderà in faccia nessuno, per cui non avrà remore a lasciare fuori Rosina per l'ex genoano, se darà maggiori garanzie di dinamismo. Gli intoccabili non ci sono e Rosina dovrà dimostrare a se stesso prima e poi agli altri di essere indispensabile in questa squadra, per evitare il tracollo che sarebbe anche il suo. I giocatori non devono dimenticare che, al di là dei tre ambi di allenatori, sono loro ad andare in campo e sono comunque responsabili di quello che succede in campo. Camolese, ripartendo dall'ultima mezzora di Palermo potrebbe schierare contro il Catania il trio in attacco formato da Gasbarroni, Stellone e Ventola, se sta bene Bianchi potrebbe rimpiazzare il centravanti romano. La difesa dovrebbe essere a quattro, visto che ha funzionato meglio quando Camola ha deciso di tornare all'antico.


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