.

Torino, tre punti che sono ossigeno puro: Nicola ha ricompattato il gruppo

di Emanuele Pastorella

Negli occhi di Nicola al triplice fischio c’è un mix di soddisfazione, grinta e anche un po’ di rabbia. Basta guardarlo per capire quanto siano pesanti i tre punti conquistati dal Toro a Cagliari: una partita sporca e fisica, con tanti falli da una parte e dall’altra, che alla fine viene decisa da un colpo di testa di Bremer. Sembrava la fotocopia della partita di una settimana fa contro il Genoa, ma questa volta il risultato è completamente diverso. Il tecnico riesce a dare un senso ai quattro pareggi precedenti vincendo lo scontro diretto alla Sardegna Arena: adesso la classifica fa un po’ meno paura, il Cagliari è stato scacciato a cinque lunghezze.

I granata sono riusciti a fare gruppo, il Covid era tornato ad insinuarsi negli spogliatoi del Fila. Due positivi annunciati dal club, Linetty escluso dalla sfida in Sardegna per un tampone dubbio: Nicola si presenta a Cagliari senza Buongiorno e Murru, mentre attende di abbracciare Sanabria che, finalmente negativo, può unirsi al nuovo gruppo. La formazione di partenza è la stessa che ha iniziato contro il Genoa, Zaza vince ancora le sfide con Verdi e Bonazzoli. E’ subito una partita maschia, il Toro prova a cominciare con un piglio più offensivo ma con il passare dei minuti è la squadra di Di Francesco ad alzare il baricentro. Ma i rossoblu non arrivano mai dalle parti di Sirigu, merito di una fase difensiva solida e di un terzetto, quello formato Izzo-Nkoulou-Bremer, tornato sui livelli della gestione Mazzarri. E anche nella ripresa lo spartito della gara non cambia, con tanta fisicità e che testimonia le difficoltà in lotta per non sprofondare in B.

E’ una situazione di palla inattiva a sbloccare lo 0-0, Bremer salta più in alto di Godin sul corner di Mandragora e mette la firma su tre punti che valgono doppio. E festeggia anche il presidente Cairo, che ha seguito da vicino la sua squadra. Ora si può davvero ripartire, già da venerdì prossimo contro il Sassuolo il pallone sarà un po’ meno bollente: cinque lunghezze sulla B cominciano a diventare un vantaggio confortante.