Torino, una crisi annunciata: ma non è tutta colpa di Giampaolo
Ancora una sconfitta, la terza in tre partite. E per Marco Giampaolo non può che cominciare il primo, vero processo da quando è approdato sotto la Mole: il Toro e il Cagliari erano le squadre con il rendimento peggiore di tutto il 2020 in serie A, i granata sono riusciti a perdere pure contro i sardi. E così salgono a 15 le sconfitte di Belotti e compagni in questo “annus horribilis”, con appena 19 punti conquistati in 24 partite. Dopo Walter Mazzarri e Moreno Longo, ora c’è Giampaolo a non riuscire a far cambiare rotta a una squadra che, dopo il pareggio del Crotone contro la Juventus e il successo dell’Udinese contro il Parma, è rimasta mestamente da sola all’ultimo posto in classifica, inchiodata sempre a zero punti. Ci sarà anche un Gallo da record, un’altra doppietta e la scalata tra i marcatori di tutti i tempi che prosegue, con quota cento distante solo quattro reti, ma attorno a lui c’è una squadra costruita male e assemblata peggio. Lukic è stato reinventato trequartista, Lyanco si è confermato disastroso, Meité è stato pesantemente fischiato dai mille del Grande Torino, e se sbaglia pure Sirigu la barca inizia veramente ad affondare. Senza considerare i cambi, tardivi, del tecnico, che ha aspettato fino al 36’ della ripresa per fare le prime sostituzioni. E ora riemergono i record negativi della squadra, ma soltanto una volta i granata erano partiti così male: era il 2002/2003, in quel caso arrivarono quattro sconfitte consecutive (Inter, Lazio, Modena e Milan) e, soprattutto, la retrocessione a fine anno.
In tutto questo, però, c’è anche da considerare la gestione disastrosa del calciomercato da parte del club. In primis, per la scelta dell’allenatore: non si mettono in dubbio le qualità di Giampaolo, ma tutti sanno di quanto tempo abbia bisogno per mettere mano sulla squadra. Lo hanno ammesso anche lo stesso presidente Cairo e il direttore sportivo Vagnati, ma hanno deciso di puntare su di lui nell’estate più strana della storia, con un campionato terminato il 2 agosto e ricominciato meno di 50 giorni dopo. E con una rosa da stravolgere, perché si sarebbe passati dal 3-5-2 al 4-3-1-2, ma che è rimasta incredibilmente simile a quella della stagione precedente. I dirigenti granata non hanno accontentato il tecnico per il regista, non hanno acquistato il trequartista, non è arrivato un altro centrale difensivo, giusto per citare alcune delle richieste dell’allenatore. E ora, il Toro si ritrova mestamente all’ultimo posto in classifica in solitaria. Per il futuro, è difficile essere ottimisti: il primo ostacolo, venerdì il Sassuolo secondo, sembra già una montagna incredibile da scalare.