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Torino, una settimana fa

di Marina Beccuti

Domenica scorsa c'era molta eccitazione tra il popolo granata perchè il Torino era atteso dalla partita della stagione, ritorno della finale playoff contro il Brescia al Rigamonti. Il match arrivava dopo le tante polemiche dell'andata, dalle minacce di Mareco a Bianchi, denunciate da Cairo in conferenza stampa, alla squalifica, poi revocata, dello stesso bomber granata per aver detto una presunta bestemmia che poi non risultò tale. Ma alla fine il campo decretò il verdetto, che fu sfavorevole ai granata perchè persero per 2-1, con partita riaperta da Arma nel finale, ma ormai era tardi. Brucia senza dubbio il gol annullato all'attaccante marocchino dell'andata, viziato da una ininfluente strattonata alla maglia di un avversario. Ma quello che è stato è stato e infatti pochi giorni dopo la sconfitta di Brescia, che ha decretato che il Toro deve fare un altro anno di B, è arrivato il nuovo allenatore, Franco Lerda, un ex giocatore dal passato granata, piemontese di Cuneo, sicuramente più pacato di Colantuono.

Il tecnico romano non ci ha pensato nemmeno un giorno per ufficializzare il suo passaggio all'Atalanta. Un tecnico che possiamo definire estroso, dal buon rapporto con i giocatori, schietto, forse troppo se consideriamo le sue lunghe conferenze stampa in cui metteva sotto processo le critiche ricevute. Talmente schietto che se la prese con chi aveva scritto che sarebbe andato via ("Io penso solo al Toro"), mentre aveva già deciso il suo futuro prima ancora di sapere in che categoria giocasse il Toro. Non sappiamo ancora cosa farà e cosa dirà Lerda, ma voltare pagina dal punto di vista tecnico è certamente un buon viatico per dimenticare una stagione nata male e finita non troppo bene. Siamo certi che questa volta l'ingerenza di Cairo nella scelta del mister sia stata utile e necessaria, con tutto rispetto per Moriero, Lerda è più vicino al mondo granata e non ha bisogno che nessuno gli venga a raccontare cos'è la storia granata, ce l'ha dentro innata. In tandem con il suo vice Flavio Destro, un altro ex delle giovanili del Toro, con Giacomo Ferri, che ha rinnovato e resterà team manager anche nella prossima stagione, Cairo ha creato un gruppo dal vero cuore granata, che però non vive di passato ma di futuro. Tanto cuore sì, ma anche volontà e modernità, che rinasca un altro Toro senza più dover ricorrere al passato per trovare motivi di soddisfazioni. Dopo il flop di quest'anno Cairo ha fatto la scelta giusta, partendo già da gennaio con l'arrivo di Petrachi.


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