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Toro bilancio di midterm, l’attacco: tra infortuni e poca dimestichezza a fare gol è il reparto con le note più dolenti

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Andrea Belotti

Sono arrivati Pjaca, Praet e Brekalo e prima di loro a gennaio dell’anno scorso Sanabria, ma quanto manca Belotti? Due infortuni, quello al tendine peroneo nella partita con la Fiorentina e poi la lesione di 2° grado al bicipite femorale destro occorsogli durante il match con la Roma, gli hanno permesso di scendere in campo solo 9 volte per un totale di 515 minuti più altri 41’ nella partita di Coppa Italia con la Cremonese a Ferragosto, uscito anzitempo per un trauma contusivo alla caviglia destra, e nonostante tutto ha segnato 2 gol e sfoderato 1 assist. Sono mancati invece i gol degli altri, soprattutto quelli di Sanabria, che con il giovane Warming sono quelli che non hanno quasi avuto problemi fisici, per il danese solo un inconveniente gastrointestinale e per il paraguaiano un affaticamento muscolare a novembre quando era in Nazionale. Tony però finora non é andato oltre i 3 gol e 1 assist in 18 partite giocate per complessivi 1244 minuti. Un po’ poco e infatti il Torino con 23 gol fatti è al 15° posto in Serie A, peggio hanno fatto solo Spezia e Genoa (19), Venezia (18), Cagliari (17) e Salernitana (11), che sono le squadre che occupano gli ultimi cinque posti della graduatoria e che stanno lottando per non retrocedere. Zaza l’altra punta di ruolo superato l’infortunio, un interessamento distrattivo parziale del legamento collaterale mediale accaduto a metà agosto, non ha saputo sfruttare le chance che gli ha concesso Juric, l’ultima in ordine di tempo in Coppa Italia con la Sampdoria e come dal suo arrivo in granata non ha reso per quanto si sperasse e avrebbe potuto. Warming preso in estate ha avuto bisogno di tempo per ambientarsi e comprendere il calcio italiano e ciò che chiedeva il mister. Da subito è risultato acerbo e per questo ha avuto ben poco spazio, ma anche lui è in crescita, infatti, con l’Inter quando è subentrato a Sanabria si è dimostrato decisamente molto più vivace del ben più esperto compagno e uno come Perisic ha dovuto dargli una spallata quando è entrato in area per evitare pericoli.

Per quanto riguarda i trequartisti sono stati gli infortuni a condizionarne utilizzo e rendimento e il solo Pjaca era arrivato non all’ultimo, infatti era riuscito a unirsi ai nuovi compagni già in Valgardena, seppur verso la fine del ritiro. Juric aveva avvallato il suo arrivo, tanto più che era gratis, conoscendone le qualità pur sapendo che arrivava da infortuni importati e il giocatore ha fatto vedere cose interessanti utili all’economia del gioco e ha segnato anche 3 gol e per essere uno che è andato in campo in 13 partite in campionato e per 697 minuti non è poi così poco. Certo non avesse avuto il risentimento distrattivo al polpaccio destro, accusato nei minuti finali della gara con la Lazio che gli ha fatto saltare sei partite avrebbe certamente reso di più. Discorso simile per Praet giocatore al quale Juric rinuncia difficilmente e lo utilizza purché sia in grado di stare in piedi. Il belga spesso contribuisce con giocate illuminanti ed è riuscito ad andare in gol 1 volta e ha fornito 1 assist il tutto in 13 presenze e 770 minuti. Ma anche lui ha pagato dazio con l’infortunio, interessamento distrattivo al bicipite femorale della coscia sinistra, e poi il suo impiego ha dovuto essere dosato nel minutaggio a causa dell’edema al vasto intermedio della coscia sinistra capitatigli in Nazionale e in precedenza a un problema a una caviglia  prima della partita con il Milan e adesso dal match con il Verona è di nuovo out per un affaticamento ai flessori della coscia. Brekalo in Italia non era così conosciuto, ma in Germania aveva fatto bene e in breve tempo si era conquistato la fiducia del tecnico purtroppo però pure lui ha avuto qualche problema, interessamento distrattivo del soleo , e dal ritorno dall’ultima convocazione in Nazionale a novembre il suo rendimento è un po’ calato e nelle ultime uscite è apparso un po’ involuto, meno capace di saltare l’uomo, meno propositivo e in qualche occasione di troppo ha perso facilmente palla. Ha realizzato 3 gol in campionato giocando 13 partite per complessivi 963’. Infine Verdi al Torino da quando è arrivato dal Napoli non ha mai ingranato seppure sia stato finora il giocatore costato più caro dell’era Cairo. Nessuno nega che gli infortuni lo abbiamo tormentato da luglio: prima un affaticamento ai flessori della coscia sinistra, a seguire un interessamento distrattivo ai flessori della coscia destra,  poi una lesione di primo grado al bicipite femorale destro e infine un’elongazione al bicipite femorale della coscia destra, ma non è solo per questo che è finito ai margini, per lui in campionato 3 presenze per un totale di 58’ e1 gol, e come Izzo e Baselli é sul mercato. Lo sfortunatissimo Edera a maggio della scorsa stagione, quando era in prestito alla Reggina, ha avuto la rottura del tendine rotuleo, del crociato e del collaterale mediale del ginocchio ed è ancora alle prese con il recupero.

Affermare che al Torino serve una punta che la butti dentro con continuità è fin troppo facile e, come ha detto Juric, servirebbe anche qualcuno che qualche metro più indietro contribuisse a rifornire di più gli attaccanti e magari segnasse qualche gol. Confidare solo che gli attuali attaccanti si sblocchino e che poi Belotti ritornerà e concluderà la stagione a suon di gol e magari la sfortuna smetta di infilare il bastone fra le ruote non sembra cosa buona e giusta. Urge un bomber.


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