Toro bilancio di midterm, le fasce: luci a intermittenza e parecchie ombre
Fonte: Elena Rossin
Il gioco di Juric prevede che gli uomini di fascia spingano rifornendo di cross e assist gli attaccanti e diano una mano anche in fase difensiva e al Torino tutto ciò è un po’ mancato in questa prima parte della stagione. Il giocatore che sa dare il contributo più efficace è il 35enne Cristian Ansaldi dotato di visione del gioco e tecnica. Purtroppo però ha un fragilità muscolare che ne condiziona l’utilizzo da tanti anni e così il suo apporto in termini di partite giocate è stato relativo e a intermittenza. Gli altri, Aina, Singo e Vojvoda, per motivi differenti avrebbero potuto e per alcuni anche dovuto fare di più. Ola Aina è dotato di fisico e di tanto in tanto fa vedere qualche giocata, ma atre gli manca il tempo giusto e alle volte è scomposto nei movimenti. Oltretutto gli capita di toccare male la palla commettendo così errori anche elementari e viaggia spesso a corrente alternata. Singo è giovane, ma non sfrutta a dovere la prestanza fisica che gli ha donato madre Natura. Fa troppi errori nei cross e negli appoggi e forse anche per questo non è stato convocato dalla Costa d’Avorio per la Coppa d’Africa. Ha margini di crescita purché s’impegni assiduamente nel volerlo. Vojvoda s’impegna quasi sempre al massimo, ma incappa in qualche amnesia, però in generale contribuisce per quanto le sue doti gli consentano. La sua visione del gioco non è sopraffina, ma è attento nell’eseguire quando chiede l’allenatore e ha il coraggio di andare al tiro senza cadere nello sconforto se non gli riesce bene.
Per rifornire di più e meglio gli attaccanti e attuare con maggiore concretezza il gioco di Juric servirebbero due uomini con doti come quelle di Ansaldi, ma più giovani e senza acciacchi. Allora sì che ci si divertirebbe.