.

Toro, con la Reggina un punto guadagnato

di Elena Rossin

Il sogno è una cosa, la realtà un’altra. La realtà è fatta di concretezza e imprese alla portata. Ieri sera il Torino ha messo in tasca un punto pesante, che gli ha permesso di mantenere il quinto posto in classifica e la Reggina staccata di un punto, a sei partite dalla fine del campionato e con un calendario per i granata più favorevole di quello delle dirette concorrenti ai playoff. Questa è la realtà, e non è poco. Raggiungere il quarto o il terzo posto sarebbe una bella favola, ma appartiene ai sogni perché si potrebbe avverare se Varese e Novara perdessero almeno tre delle sei partite ancora da disputare e contemporaneamente il Toro vincesse, ma se i granata incassassero i tre punti e le altre due non perdessero non basterebbe. Troppi se, quindi sogni non realtà.

La gara con gli amaranto ha evidenziato positività e negatività. Di positivo la grinta e la determinazione in campo degli uomini di Lerda, che, seppur sotto di un gol, caparbiamente sono andati alla ricerca del pareggio e lo hanno ottenuto, anche se sul finire della partita. Altro motivo di soddisfazione l’aver rivisto in campo i lungo-degenti Iunco e Sgrigna, hanno disputato solo uno spezzone di gara, però correndo e partecipando attivamente alle manovre di gioco, segno questo di una ritrovata forma fisica che andrà perfezionata, ma che garantisce la possibilità di avere il loro contributo in questo finale di campionato, con annessa appendice playoff. Di negativo le troppe occasioni sbagliate sotto porta, l’aver subìto il gol alla prima occasione vera che si è presentata agli avversari e i molti errori di misura (passaggi sbagliati, avversari non saltati, tergiversare con il pallone non sapendo a chi darlo) visti in tutte le zone del campo, insomma i vecchi difetti che avevano portato il Toro a cadere un mese fa fino al decimo posto in classifica. Con questi errori in passato i granata uscivano regolarmente dal campo sconfitti, ieri sera no. Qualcuno potrà obiettare che la Reggina era priva del suo bomber Bonazzoli e mancavano anche Barillà, Burzigotti, Rizzo e Tedesco, vero. Ma anche al Torino vi erano assenze pesanti quali Ogbonna e Lazarevic e pure Rivalta, e in più Iunco e Sgrigna arrivavano da infortuni importanti, che li hanno tenuti molto tempo lontani dal terreno di gioco, e va ricordato che Bianchi e Pagano erano reduci da acciacchi che li avevano condizionati nella preparazione della gara.

Un vincitore ieri sera è uscito dallo stadio Olimpico: il pubblico granata. Meraviglioso, appassionato e passionale, capace di spingere la squadra e di infondere la forza e il coraggio ai giocatori che commettevano errori. Stadio pieno, anche se non tutto esaurito, come mai si era visto in questa stagione. Dopo le contestazioni per le prestazioni indecenti, il popolo del Toro ha apprezzato che la squadra nelle ultime partite abbia ritrovato la determinazione necessaria per arrivare al minimo traguardo stagionale dei playoff. Unico bersaglio rimasto il presidente Cairo, assente allo stadio, e ripetutamente insultato e invitato a vendere la società. La ritrovata unione fra tifosi e giocatori è il segno tangibile che a Torino, sponda granata, giocare a calcio si può e che il giuoco del calcio fra i passatempi è molto gettonato: chi di dovere rifletta e valuti, il Toro è una grande opportunità.
 


Altre notizie
PUBBLICITÀ