.

Toro, nell'era Mazzarri una crescita costante. Ora serve l'ultimo salto di qualità

di Marcello Ferron

Il bilancio del primo anno e mezzo di Walter Mazzarri sulla panchina del Torino si può considerare assolutamente positivo.  Il tecnico livornese, arrivato nel gennaio 2018, ha preso in mano una squadra che in quella stagione stava rendendo ben al di sotto delle aspettative di inizio campionato. Non ha trovato una situazione facile, ma dopo aver concluso dignitosamente il campionato 2017-2018 al nono posto con 54 punti, nello scorso campionato, avendo la possibilità di lavorare sin dall'inizio, ha condotto i granata alla miglior stagione da quando la Serie A è a 20 squadre, chiudendo, con 63 punti, al settimo posto in classifica. Con l'esclusione del Milan, il Toro ha visto riaprirsi le porte dei preliminari di Europa League, che erano svaniti con la vittoria della Lazio in Coppa Italia. Un traguardo meritato, frutto dell'ottimo lavoro del tecnico di San Vincenzo e de suo staff, ma anche di Urbano Cairo e dell'ex ds Gianluca Petrachi in sede di mercato. Infatti, nonostante un budget inferiore a squadre come Milan, Roma e Lazio, il Toro, assieme alla sorprendente Atalanta, grazie a diversi acquisti che si sono rivelati azzeccatissimi ha potuto competere con queste squadre sino alla fine. Nelle ultime due sessioni estive sono infatti arrivati giocatori come Salvatore Sirigu, Nicolas N'Koulou e Armando Izzo, che sono divenuti punti fermi della squadra, oltre che oggetto del desiderio di molte big. Altri acquisti, come quelli di Koffi Djidji, Ola Aina e Tomàs Rincòn, si sono rivelati assolutamente positivi ed utilissimi al progetto. Quello che forse è mancato al Toro per rendere ancora più straordinaria la scorsa stagione, impedendogli di competere fino alla fine per il quarto posto è stato il non avere una rosa così ampia e la mancanza di un'alternativa solida al ritrovato Andrea Belotti in zona goal, anche a causa dell'annata difficilissima di Simone Zaza. Per fare l'ultimo salto di qualità quindi servirà proprio ampliare la rosa, in modo da avere delle seconde linee che possano garantire un rendimento all'altezza dei titolari, oltre che trovare un partner di livello per il Gallo. E il mercato del Toro, con il ritorno alla base di Lyanco, la ricerca di un centrocampista di qualità e di un esterno sinistro di livello, oltre che l'interesse per Verdi e Caprari per l'attacco, sembra indicare che Urbano Cairo ed il neo ds Massimo Bava si stiano muovendo proprio in quella direzione.