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Toro-Nkoulou, è braccio di ferro: a rischio anche il ritorno contro i Wolves

di Emanuele Pastorella

Ormai il caso Nicolas Nkoulou è scoppiato e sarà difficile ricucire lo strappo con il centrale camerunense. Walter Mazzarri è sembrato quasi rassegnato all’idea di perdere difensore, Urbano Cairo invece era più innervosito dal comportamento del classe 1990 e del suo procuratore. “Abbiamo fatto di tutto per convincerlo” il commento del tecnico; “Gli ho proposto un ritocco dell’ingaggio e il rinnovo, questo è il ringraziamento?” il duro attacco del patron del club di via Arcivescovado. Ormai è un vero e proprio braccio di ferro, mentre sullo sfondo la Roma assicura di non aver contattato nessun giocatore granata, pena 900mila euro di multa, come rivelato dallo stesso presidente del Toro. E ora, Mazzarri dovrà preparare una delle sfide più importanti della stagione, il ritorno di Europa League contro il Wolverhampton in programma giovedì nella tana dei lupi, con la “patata bollente” Nkoulou tra le mani.

Riflessioni in corso – L’allenamento di ieri, il primo della settimana che porterà al giudizio finale sui granata nella competizione internazionale, si è svolto in un clima di calma apparente: il camerunense si è riunito regolarmente al gruppo, allenandosi con i compagni che il giorno prima erano rimasti a guardare dalla panchina la sfida contro il Sassuolo. Si attende un confronto con Mazzarri, mentre Cairo continua a non cambiare linea: “Voglio tenere tutti, Nkoulou si ricordi che ha ancora due anni di contratto con noi”. Per giovedì, però, il caso rischia di rimanere aperto: dal Filadelfia trapelano indiscrezioni di un camerunense ancora con la testa altrove, l’idea dello staff tecnico, al momento, è quella di lasciarlo a casa di non farlo salire sull’aereo per l’Inghilterra. “Non posso pregare perché giochi” dichiarava Mazzarri, lo stesso pensiero che continua ad avere anche per il Wolverhampton. E nell’attesa che la Roma prepari l’affondo decisivo, nonostante la clausola anti-giallorossi svelata da Cairo, Nkoulou resta al Filadelfia: il corpo a Torino, la testa altrove