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Toro non t’uccellare e al biscotto non pensar, ma con ‘n quartin fai cin cin

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Ci siamo: novanta minuti più recupero e il Toro potrà essere in Europa. Se vince con la Fiorentina è sicuro, invece se dovesse pareggiare solo grazie alla contemporanea sconfitta del Parma da parte del Livorno e se il Milan non andasse oltre al pareggio con il Sassuolo il sogno diventerebbe realtà. Con uno scenario di questo tipo tutto dipende dai granata che dovranno essere perfetti con i toscani, senza incappare in errori che significherebbero gettare al vento una grande opportunità finendo per uccellarsi da soli. Palloni persi stoltamente, rinvii alla viva il parroco, non accorgersi che un compagno è meglio piazzato, errori grossolani al momento del tiro che fanno finire la palla non nello specchio della porta, falli evitabilissimi per fermare un avversario che è sgusciato via, timori vari che obnubilano il cervello e rendono le gambe pesanti come se fossero di piombo, tutto questo repertorio è già stato visto e non è il caso di riproporlo. La Fiorentina non ha più nulla da chiedere al campionato poiché si è già assicurata il quarto posto in solitaria, ma con questo non scenderà in campo lasciando al Torino la possibilità di fare come se ci fosse solo lui sul terreno dell’Artemio Franchi e pertanto onorerà la partita com’è giusto e corretto che sia, quindi non si pensi al biscotto.

 

Non ci sarà Immobile perché squalificato, come anche Bovo, e toccherà a Meggiorini sostituire il capocannoniere, per lui se non è proprio l’occasione della vita poco ci manca, questo non deve mettergli pressione, ma essere un grande stimolo per fare la differenza nella giornata più importante della stagione. Anche Cerci ha tanto da dare e da dimostrare in questa partita: far vedere a tutti che ha la personalità di condurre la squadra alla vittoria, dimostrare ai dirigenti della Fiorentina che si sono sbagliati a non credere in lui, ripagare il grande affetto del popolo granata che lo ha accolto e sostenuto, ringraziare con i fatti Ventura, Cairo e Petrachi che gli hanno permesso di conquistare la Nazionale e dare un impulso decisivo alla sua carriera. Anche tutti gli altri giocatori del Torino hanno, ognuno con la sua motivazione, un’opportunità che non va sprecata, non capita poi così spesso di giocarsi più di ciò che si poteva sperare anche solo qualche mese fa.

 

A Firenze domenica sera ci sarà una grande festa, il miglior spot per il calcio italiano sano, vero non alla mercé di uno sparuto manipolo di mercenari che spacciandosi per tifosi trasformano un evento in un incubo. Migliaia di tifosi di tutte le età di Fiorentina e Torino in amicizia affolleranno lo stadio per assistere alla partita per sostenere i propri beniamini e per applaudire in caso di un bello spettacolo gli avversari che sono tali, ma che non sono nemici. Il Torino può impreziosire la festa se otterrà i punti necessari a qualificarsi ai preliminari di Europa League, alla fine si potrà così brindare perché i granata mancano dallo scenario internazionale dal 27 luglio 2002 quando, allo stadio El Madrigal di Villarreal, dopo i calci di rigore non andarono oltre il terzo turno dell’Intertoto e quindi non poterono disputare quella che allora si chiamava Coppa Uefa. I tifosi sono pronti a brindare, non c’è bisogno dello spumante, l’equivalente italiano dello champagne francese, perché il Toro non è squadra sofisticata e un po’ snob come possono esserlo altre, è più come un buon barbera un rosso robusto e ricco di personalità, senza dimenticare che ci sono bottiglie di questo vino di denominazione di origine controllata e garantita che nulla hanno da invidiare agli spumanti o agli champagne, infatti, il barbera è solo diverso, ma non inferiore e lo si può utilizzare benissimo, magari nel classico formato del quartin (tipica caraffa di vetro da osteria che contiene un quarto di litro), per fare cin cin.


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