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Toro, occhio alle 'piccole': imporre il gioco è un problema di personalità

di Federico Danesi

La storia del Toro, anche quella recente, lo insegna. Con Ventura prima e con Mazzarri adesso, pur cambiando uomini e schemi la squadra si è sempre espressa meglio quando poteva schermare il gioco avversario e ripartire. Se c'è da innescare i suoi uomini in fascia, come Lollo De Silvestri che finora ha corso di più in campionato anche se nella speciale classifica dei km percorsi è 40esimo, allora va bene e arrivano anche i risultati. Ma quando c'è da fare la partita, cominciano anche le difficoltà.

Perché il Toro non è una squadra di possesso ma di folate, difficile che tanga palla molto più degli avversari, che abbia un predominio territoriale netto. Ecco perché le prossime due partite contro Lecce e Sampdoria, in attesa che a Torino arrivi il Milan, diranno moto sulla stagione in corso. Soprattutto con i salentini il Toro è chiamato a fare gioco, senza attendismo. Sono i punti con le 'piccole' che alla fine fanno la differenza, è ben sempre tenerlo a mente.


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