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Toro, perché qualificazione a tavolino? E' più che meritata

di M. V.

In questi giorni si legge spesso di una qualificazione all'Europa League ottenuta a tavolino da parte della formazione di Walter Mazzarri. Un discorso che non regge neppure un po', decisamente inappropriato e poggiato su basi totalmente inconsistenti quanto faziose, per i tanti fattori che vanno presi in considerazione. Il primo è certamente l'obiettivo iniziale prefissato, quello del settimo posto che solo in questa situazione, negli ultimi anni, non ha portato direttamente alla qualificazione alle competizioni europee. Poi va sottolineato il trattamento arbitrale tutt'altro che benevolo nei confronti della formazione granata, in barba alla presenza del Var adoperato spesso, pure in modo mal camuffato, con due pesi e due misure, per cui non è possibile capire concretamente quanti punti sia costato al Torino, ma sicuramente ostile, ben di più di qualunque altra squadra coinvolta nella lotta all'Europa.

Infine, va doverosamente evidenziato il comportamento societario: tutto si può dire del presidente Urbano Cairo tranne che non sia in grado di mantenere i conti a posto, facendo allo stesso tempo crescere il livello del Toro attenendosi pienamente ai parametri del fair play finanziario, così come imposto dall'Uefa. C'è chi invece acquista, senza poterlo fare, investendo cifre astronomiche nel mercato di gennaio, violando di fatto una regola che invece altri rispettano meticolosamente. Si tratta di doping finanziario, di situazioni non consentite che portano vantaggi illegittimi. In considerazione di questi fattori, l'approdo del Torino in Europa è ben più che meritato.


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