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Toro sesto nella classifica parallela. E c'è un mini-record difensivo

di Claudio Colla

Il maldestro e costantemente inceppato corso targato Marco Giampaolo, non ce ne voglia lo stratega teramano nativo di Bellinzona, sembra risalire a un secolo fa, nella percezione di tifosi e addetti ai lavori. Al di là del perdurante "mal di finale" che affligge tuttora il Toro, Ivan Juric, la svolta in termini di gioco, l'ha impressa. Altroché, se l'ha impressa. Il tam-tam della piazza parla chiaro: il pubblico granata è ora contento, impaziente, entusiasta di fronte alla successiva partita in programma, anziché mostrarsi - e rivelarsi - preoccupato, atterrito, scoraggiato. Juric ha portato la birra, il ghëddo, quello che i prossimi avversari di casa Napoli definirebbero, nella miglior accezione del caso, la cazzimma. O il pzazz, se ci spostassimo sulla costa pacifica degli Stati Uniti.

Ma non è solo gioco, non è solo soddisfazione astratta, l'ammontare dei benefici portati da Juric al Toro. Confrontando la classifica di Serie A dei primi sette turni di campionato, in questo placido lunedì pre-pausa nazionali, con la graduatoria relativa ai primi sette turni del 2020/21, emerge come i granata siano la sesta squadra più migliorata, in termini di punti collezionati, con un +3 all'attivo, alle spalle delle sole Napoli (+6), Inter, Bologna (+5), Fiorentina, Udinese (+4). Tre punti che, rispetto al clima respirato nella succitata piazza, suonano bottino persin magro: Juric piace, convince, infiamma, dalle sue idee tattiche all'occasionale ruvidità, passando per grinta, atteggiamento, dialettica. Tra le rivali viceversa peggiorate, risaltano il Sassuolo (-8), il Cagliari (-7), e proprio quell'Hellas Verona guidato dallo stratega croato fino allo scorso maggio, che, come Sampdoria e Spezia, registra un -4.

Che Juric sia un maestro innanzitutto per quanto riguarda la fase difensiva, lo si era capito. E questo inizio di stagione non fa che confermare tale istanza: -9 registrato nella colonnina dei gol subiti per il Toro (da 16 a 7), rispetto all'anno scorso, principale miglioramento conseguito in assoluto; +9, viceversa, i gol subiti dall'Hellas Verona. Tre reti segnate in meno, certo, complice anche la prolungata assenza di Belotti; ma è un ammanco che, in un'ottica di big picture, è più che contemplabile, oltre che comprensibile.


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