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Toro, spogliatoio spaccato? Io non ci sto

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

La notizia circolava da un paio di settimane, ora è stata riportata in prima pagina da Tuttosport, lo spogliatoio del Toro sarebbe spaccato in due tronconi, un gruppo favorevole a Lerda, un altro, un pochino meno. Niente di nuovo sotto questo sole, si potrebbe tranquillamente dire, specialmente in casa Toro, se fosse vero, ci sarebbe da meravigliarsi di chi si meraviglia. Alla fine, le pressioni dei giocatori, il malumore per alcune scelte tattiche, i bisogni di chi si sente messo ai margini e poco considerato dall’allenatore, non sono altro che un classico del calcio italiano. Si sentono mugugni, piagnistei, battute più o meno velate quando si vince, figurarsi cosa può succedere quando si perde e si è in piena crisi di risultati e d’identità.


Se ci sia o no una responsabilità diretta dell’allenatore è cosa difficilmente giudicabile dall’esterno, di fatto, questi continui cambi di modulo, i risultati che non arrivano, il gioco che non decolla, la promozione ed i playoff che si allontanano sempre di più, ha sicuramente favorito l’insediarsi di questa situazione, che non è nuova né per il Torino, né per il calcio in generale. Alla fine tutto finirà come sempre, la società smentirà qualsiasi notizia, l’allenatore tranquillizzerà piazza ed ambiente, i giocatori si lasceranno andare a dichiarazioni melensi, verranno richiamati quelli che sono i dogmi inalienabili, sacrificio totale, sudore e sangue, tutti torneranno in discussione, si tornerà a parlare di massimo impegno per la maglia, e di massima coesione d’intenti con allenatore e società. E come succede spesso, se dovessero ancora scarseggiare i risultati, di gioco ormai non parlo più, poiché continua ad essere un perfetto sconosciuto nel calcio di casa nostra, alla fine pagherà Franco Lerda, perché non si può licenziare in tronco una squadra costituita da trenta elementi.


Ci risiamo quindi…Detto che non reputo Franco Lerda scevro da ogni responsabilità, non fosse altro per il fatto che è lui il responsabile tecnico della squadra, che anche Petrachi e Cairo non sono immuni da colpe, visto, e penso di averlo detto per primo, che il ritiro a luglio serve per amalgamare una rosa che dovrebbe essere completa per l’ottanta/novanta percento, ed eventualmente togliere qualche spina, penso che anche i giocatori del Toro debbano farsi un tranquillo, quanto sereno esame di coscienza, se il Toro non va, loro ne sono i principali artefici.


Come ho ripetuto più volte, lo spogliatoio, inteso sia come luogo fisico ma anche metafisico, lo fanno unicamente i giocatori che partita dopo partita si siedono in panchina o in tribuna. Chi gioca non ha mai nessun motivo per lamentarsi, giacché è in campo, fa quello per cui è pagato, vive non solo di risultati, ma di tutto quello che circonda quel rettangolo verde, attimo dopo attimo, per quei novanta minuti che hai preparato tutta la settimana. Quindi di questa polemica mi tiro completamente fuori. Il mio interesse per la salubrità dello spogliatoio granata è veramente minimo.


Ribadisco, che avrei gradito dopo Novara-Torino, una conferma “più forte” del tecnico da parte della società, se l’intento è quello di terminare il campionato con Lerda in panchina. Avrebbe sicuramente zittito queste voci su probabili o papabili tecnici pronti a sedersi su questa panchina, nell’attesa, sia chiaro, e questo sott’inteso non è mai messo in primo piano, di un fallimento di Lerda. Ai giocatori ho pochissimo da dire, se non quello che ripeto spesso alle mie figlie.


Entrate in campo con il sorriso, uscite dal campo con un sorriso ancora più largo, consci di aver fatto il massimo e di non avere nulla di cui rimproverarvi, i risultati vengono di conseguenza. Poi che si vinca o si perda quella partita è un optional, c’è sempre una partita successiva per dimostrare che si è forti, soprattutto dentro.


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