Toro, tre punti e poco altro
Flavio Bacile
Alla fine ha ragione Rolando Maran: “Abbiamo fatto tutto noi, preso tre legni, creato occasioni, tenuto in mano il pallino del gioco, e fatto segnare il Toro, il pari ci sarebbe stato stretto, ma quando hai la fortuna contro…”.
Quattro pennellate perfette di quella che è stata la partita, sofferta, troppo sofferta per i granata.
Il Toro? Peggio del solito Toro, manovra lenta, prevedibile, molle, senza un briciolo di fantasia, con una serie incredibile di errori nel fraseggio, insomma niente di cui stare allegri.
Salviamo i tre punti, altro non si può fare, la squadra è questa, e questa resterà nei playoff, c’è da sperare che con il recupero di Antonelli e Garofalo, il ritorno di Pestrin e D’Ambrosio, il Toro possa cambiare fisionomia, marcia, ed approccio alla partita.
Qualcosa deve però cambiare, aldilà dell’importante era vincere.
La difesa sia contro il Sassuolo che contro il Vicenza ha subito più di quello che era lecito subire, e spesse volte si trova a giocare uno contro uno, cosa che si può anche fare in momenti particolari della partita, ma che non può essere già in preventivo al momento di scendere in campo. L’attacco, pur con quattro elementi dedicati alla fase offensiva, tira in porta con il contagocce, con il miglior elemento dei granata, Bianchi, che appare stanco ed appesantito, c’era da aspettarselo visto che non esiste praticamente un sostituto, con Gasbarroni, a mio parere largamente insufficiente, così come lo era stato contro il Sassuolo, tolta l’estemporaneità di una azione bella ed irripetibile, poi c'è Pià, bravo ieri a sfruttare un grossolano errore della difesa dei veneti, che sembra essere ancora un elemento estraneo alla “manovra”.
Vero come dice Colantuono che con due centrocampisti e due esterni offensivi si riparte meglio, altrettanto vero che il filtro, l’interdizione risulta spesse volte penalizzante. Se Sereni a Modena contro il Sassuolo e Morello contro il Vicenza, alla fine risultano i migliori in campo, il motivo e quasi tutto lì. Si aggiungano infortuni, condizione fisica non proprio esaltante, ieri ad esempio Rivalta e Gasbarroni non erano al top della condizione e le prestazioni sempre meno convincenti di Genevier, cioè uno dei due del centrocampo granata, il quadro appare completo.
È evidente che per la serie A, quindi vincere i playoff, ci vuole qualcosa in più, ed è lecito sperare che il Toro possa fare meglio, è successo in altre occasioni, speriamo che la cosa si ripeta. Oggi come oggi Cesena e Sassuolo sembrano essere più in palla dei granata, non solo dal punto di vista atletico, domani, cioè a playoff iniziati, le cose potranno essere sostanzialmente diverse, con il fattore fisico e mentale quasi determinante.
Colantuono, mi sembra di capire, ha chiarito che lo spartito, cioè il modulo di gioco, resterà tale e quale, c’è da chiedersi allora, ed è domanda lecita se cambieranno, forse, gli orchestrali. Penso proprio di no, quindi è una domanda retorica, con il recupero di Antonelli e di Garofalo il Toro formato playoff è già fatto, con Pià che alla fine la spunterà su Salgado.
È evidente che il pareggio interno del Crotone contro il Mantova, prossimo avversario dei granata, dà una corposa mano al Toro ed a Colantuono stesso, che può già pensare, aldilà della scaramanzia di rito, a come preparare i playoff, a recuperare giocatori importanti, a far rifiatare chi ne ha realmente bisogno, e magari dare spazio a chi ha giocato di meno. Se la fortuna continua a dare una mano ai granata, se il Toro aggiunge qualcosa di suo, quello che oggi ci appare come “improbabile”, si può concretizzare, e parafrasando la parole di Maran :” quando hai la fortuna a favore…nulla è impossibile”.