.

Toro, tre punti preziosi. I primi di un torneo vivo, e vivace

di Claudio Colla

Quattro reti segnate, da tutti e tre i reparti. Certo, contro una Salernitana che, lo si è già detto, sembra al momento la principale candidata alla posizione di cenerentola, al netto del valore effettivo di quello che sarà l'apporto di Franck Ribéry. Ma il segnale emerso con maggior forza dal confronto di ieri tra i granata sabaudi e quelli campani, per gli uomini guidati da Ivan Juric, è quello di un gruppo in grado di dare già notevoli segnali, in termine di composizione e amalgama. Guidati in campo da Bremer e Cristian Ansaldi, elementi di raccordo, insieme a Rolando MandragoraSasa Lukic, capaci di far dialogare l'intera squadra, innesti già esperti del campionato italiano come Marko Pjaca, e debuttanti come David Zima, sembrano già essere a proprio agio nello scacchiere dello stratega croato, tutt'altro che avulsi dalla manovra. In crescita Alessandro Buongiorno, bravi a confermarsi a buoni livelli sia Toni Sanabria sia Wilfried Singo, Juric sembra aver inoltre recuperato Ricardo Rodriguez, la cui permanenza al Toro aveva destato non poche perplessità, e, nonostante un inserimento nel modulo ancora da rivedere, Karol Linetty. Senza dimenticare l'ottimo ingresso di Tommaso Pobega, già in gol, il debutto in maglia granata di Dennis Praet, e uno Josip Brekalo ancora tutto da scoprire. Altra chance in vista, peraltro, per Vanja Milinkovic-Savic, tra i più criticati in assoluto finora, e in cerca di quella fiducia nei propri mezzi di cui un portiere titolare ha assoluto bisogno, a qualunque livello.

Bene i movimenti di squadra, un po' lungo tutti i reparti: Bremer e Zima presenze fisse anche davanti, sui calci piazzati, Buongiorno impegnato ad accompagnare la manovra, anche con qualche buona apertura; da qui a dire che si è a cavallo ce ne passa, ma, per ora, si è fatto meglio di Skriniar, e ancor meglio di Manolas. Mediani mobili e in sinergia con i brillanti laterali; trequartisti magari un po' imballati, ma non privi di quel senso della posizione che ha permesso ai centrocampisti di cercare (e trovare) la profondità in autonomia, con il succitato Sanabria autorevole nel guidare l'attacco. Poca cosa la Salernitana degli ex Obi e Bonazzoli, con Simy, a lungo accostato al Toro, grande assente (seppur regolarmente in campo) della giornata. Sugli altri campi, viceversa, anche quelle che, al momento, rappresentano le rivali dei granata, sulla carta, in vista della corsa alla salvezza, hanno a loro volta dato segni di vita, concreti e prolungati, anche a fronte di risultati negativi: lo Spezia alla fine ha lasciato i tre punti a un Udinese tutta rinnovata dalla cintola in su, dando però battaglia fino all'ultimo, con tanta vivacità offensiva; il Cagliari è crollato tra le mura amiche contro il Genoa, pur dopo un doppio  vantaggio, sciorinando però del buon calcio, come anche l'Empoli - contro il Venezia, - terza vittima di una sconfitta interna della serie, dimostrandosi, al di là dell'exploit di fine agosto allo Juventus Stadium, avversario di tutto rispetto. La crescita del Toro, in definitiva, c'è tutta; ma, in attesa del Bologna-Hellas Verona di questa sera, a mancare, a sua volta, non è certo la concorrenza. Viva, e vivace.


Altre notizie
PUBBLICITÀ