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Toro: troppi errori

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

Finisce in parità il big match della 39° giornata di serie B tra Siena e Torino, i primi verdetti dicono che Siena ed Atalanta ritornano subito in serie A dopo un solo anno di purgatorio, Novara e Varese accedono ai playoff, Torino, Reggina, Padova, Livorno, Pescara ed Empoli si giocheranno gli ultimi due posti disponibili. Il Toro deve quindi vincere assolutamente le ultime due partite casalinghe contro Triestina e Padova, questo potrebbe alla lunga bastare, e cercare magari di non uscire sconfitto dallo scontro diretto contro l’Empoli. Sei-sette punti quindi da fare nelle ultime tre giornate, nulla di impossibile quindi, a patto però di non ripetere gli errori penalizzanti delle ultime giornate, e di non prendere sempre gli stessi gol.


Contro il Siena, un Siena per dire la verità già ampiamente appagato, che cercava il punto per uno scopo puramente matematico, il Toro di Lerda ha fatto e disfatto da solo la partita, pagando per le proprie amnesie difensive, che sono francamente troppe a questo punto del campionato. In occasione del primo gol subito dai granata, Pratali prima regala un calcio d’angolo al Siena, su un pallone che poteva tranquillamente controllare, alleggerire su Rubinho o alla meno peggio spedire in fallo laterale, segno che manca la tranquillità a questa squadra, poi, in collaborazione con Budel, ma di tutta la difesa in realtà, permette a Calaiò, libero-libero in area di rigore, di colpire di testa per un facile 1-0. Sono passati solo 10’, e per la prima volta il Siena si affaccia in area di rigore. Il Toro reagisce e raggiunge il pari, al 23’, con un bel tiro da fuori di Sgrigna, con la collaborazione del portiere senese che non è apparso scevro da colpe. Ma il Toro sbaglia ancora in difesa, e al 39’ Pratali prima salva sulla linea di porta, poi, sul proseguire della stessa azione perde il duello aereo con il solito Calaiò, che salta praticamente da fermo, riuscendo lo stesso a trovare la porta e il secondo gol. Risultato, Siena due azioni due gol.

La fragilità difensiva espressa dal Toro nella prima frazione preoccupa e non poco. L’impressione è questa, forse sbagliata, che se il Siena preme sull’acceleratore si potrebbe assistere ad una goleada. Nella ripresa cambia tutto, il Toro spinge e più volte chiama in essere l’estremo difensore dei toscani, il Siena sembra invece ampiamente pago del risultato e bada solamente a raggiungere il novantesimo. Pratali conquista in una proiezione difensiva il rigore che potrebbe chiudere la partita, Bianchi lo sbaglia. Il capitano si rifà subito dopo deviando in rete un cross di Pagano, guarda caso un cross proveniente dalla destra di un giocatore che calcia meglio con il piede destro, una rarità, poiché gli esterni continuano a giocare invertiti, e solo la sostituzione di Gabionetta, autore di una partita per lunghi tratti indefinibile, permette a Pagano di occupare la sua fascia di competenza.


Alla fine i troppi errori fermano il Toro sul pareggio, in una partita che con una maggiore attenzione difensiva poteva anche chiudersi con la vittoria dei granata, contro un Siena che è parso ampiamente appagato del proprio campionato. Un campionato che il Siena ha strameritato di vincere, risultando in fin dei conti la migliore e la più continua del gruppo, nonostante a parer mio l’Atalanta fosse più completa da un punto di vista tecnico.


Il Toro deve però decidersi, o sfrutta nel modo migliore le doti di Bianchi, ma anche delle stesso Antenucci in area di rigore, con uomini che possano raggiungere il fondo e crossare con il piede giusto, senza cioè essere costretti a tornare indietro per fare il cross, e senza che gli stessi debbano forzatamente accentrarsi per fare qualcosa di pericoloso, o torna al modulo preferito da Lerda, dove gli esterni invertiti hanno una ragione d’essere. Detto e ridetto che Bianchi ed Antenucci si combinano malissimo, ciò però non significa, che non possano giocare assieme, è evidente che meno palloni si mettono in area di rigore, meno possibilità hanno i due bomber di mettersi in evidenza. Altro errore, sempre a mio giudizio, è stato quello di spostare Ogbonna sulla fascia, togliendo, di fatto, dalla zona centrale, quella nevralgica, l’uomo di maggior peso della difesa dei granata. Scelta obbligata secondo qualcuno, che però si è mostrata sbagliata alla luce dei fatti.


Devo però riconoscere a Lerda il merito di aver fatto le sostituzioni giuste, anche se vedere Sgrigna per quindici-venti minuti come seconda punta, anche perché Antenucci non stava facendo un partita da ricordare, avrebbe potuto chiudere, o riaprire, una diatriba che anima la tifoseria dall’inizio del campionato. Obodo ha fatto meglio di Budel, e non è la prima volta che il regista delude, Pagano è stato più incisivo di Gabionetta. Insomma tre partite per tornare a sperare, poi, a playoff acquisiti tutto cambia, perché questo Toro non può rimanere un altro anno nella cadetteria.
 


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