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Toro, un playmaker serve come il pane. Ma arriverà?

di Claudio Colla

Che il centrocampo del Toro fatichi spesso a trovare una stabilità di rendimento degna di tale nome, e di una squadra intenzionata a perseguire l'obiettivo di un piazzamento europeo, insieme a una qualità di palleggio, tocco e visione al di sopra del livello della sufficienza, è tutt'altro che un mistero. In questo momento, poi, tale riflessione preme in particolar misura sulle necessità della squadra: Baselli fa avanti e indietro dall'infermeria, per via di problematiche muscolari che, anche prima dell'attuale indisponibilità, lo hanno visto terminare spesso le gare, salvo previa sostituzione in debito di forma; Meité risulta irriconoscibile, rispetto al cursore visto in azione tra fine estate e inizio inverno 2018, per la maggior parte del tempo; Lukic è una buona alternativa, ma per maturare lo spessore necessario ad affermarsi come giocatore di primo piano gli mancano ancora alcuni tasselli, specie in termini di sicurezza nelle iniziative e di continuità. Spesso, troppo spesso, tutto il peso della mediana regge sulle esperte e larghe spalle di Tomás Rincón: El General, incontrista che, un po' per vocazione, un po' per necessità, si propone spesso a supporto del reparto d'attacco, senza disdegnare la conclusione verso la porta avversaria, e senza per questo risparmiarsi nemmeno per un attimo dalle proprie mansioni di diga mediana. Ma, con Ansaldi e Berenguer, sperimentati nel recente passato come interni, impegnati ognuno nel proprio ruolo primario, almeno un'alternativa di livello per il reparto serve davvero. Con una certa urgenza, possibilmente. Lo si dice da tempo, e, per Cairo, tirarsi indietro di fronte a tale bisogno della squadra significherebbe infliggere un duro colpo a una popolarità già ora, almeno in parte, minata dall'andamento altalenante della squadra. Oltre che dalla delusione profonda per il complessivamente basso rendimento dei colpi estivi Verdi e Laxalt.

In quanto a credibilità delle principali piste di mercato finora emerse, l'opzione legata a Milan Badelj risulta piuttosto plausibile. Dopo un buon avvio di stagione, il quasi 31enne playmaker croato, giocatore dai ritmi compassati, ma altresì capace di pescare i compagni in posizione avanzata con i tempi giusti, sembra aver perso gran parte del proprio minutaggio nel passaggio da Montella a Iachini, quest'ultimo più votato all'impiego di mezzali e interni dal maggior dinamismo. Terzo più pagato in casa Fiorentina (alle spalle dei soli Ribery e Chiesa, con un milione e mezzo a stagione), il club gigliato, nonostante la decisione legata al ritorno estivo, dopo la parentesi da dimenticare in maglia Lazio, sembra già pronto a disfarsene. E Lotito, al quale una cessione del nazionale croato sta benissimo, è tendenzialmente pronto a spingere per un nuovo accordo su Badelj, che includa però il passaggio dal diritto all'obbligo di riscatto, per un ammontare complessivo dell'operazione intorno ai 7 milioni di euro. Plusvalenza notevole, considerato il fatto che l'ex-Amburgo, dopo quattro anni in viola, a Roma era arrivato a parametro zero.

Un po' più in salita la strada riguardante Seko Fofana e Alfred Duncan. Su quest'ultimo, in particolare, il Sassuolo non sembra - comprensibilmente - disposto a muoversi dalla richiesta di 20 milioni di euro per il cartellino, limabile al limite in direzione di 18 milioni più bonus. De Zerbi, al di là dei frequenti infortuni occorsi al ghanese, non ha dato il via a una cessione "basta che sia"; in pole, in ogni caso, soprattutto con un occhio al mercato estivo, c'è la solita Fiorentina, specie se il succitato Iachini fosse confermato alla guida. Identica la richiesta per il cartellino fissata dall'Udinese per il 24enne  nazionale ivoriano: munito di doppio passaporto francese, per il giocatore, tornato a macinare chilometri e prestazioni dall'elevato tasso di efficacia, dopo tanti piccoli stop per infortunio, il club friulano sembra valutare di alimentare la fiamma della continuità di gioco e di rendimento, in vista di una cessione estiva anche pù ricca. Per far cassa in stile Udinese, tra lui e De Paul. Su Fofana ci sono il Genoa, e, ora anche il West Ham. Con, sullo sfondo, ancora una volta gli eterni amici-rivali viola. E la situazione, raccontano le cronache, potrebbe sbloccarsi nelle ultime 48 ore di finestra invernale.


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