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Tre giorni per rimediare al disastro annunciato ed evitare un'altra stagione flop al Toro

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Cairo e Juric

Seconda partita e seconda sconfitta per il Torino in campionato con l’aggravante che con la Fiorentina ieri sera si è vista una squadra involuta rispetto a quella di una settimana fa con l’Atalanta. I numeri non mentono: 62%  di possesso palla dei viola contro il 38% di quello dei granata, 5 parate di Milinkovic-Savic e 2 reti incassate e 0 parate e 1 gol subito da Terracciano. 10 tiri totali dei quali 7 in porta e complessivamente 6 occasioni da gol create dalla Fiorentina a fronte di 1 del Torino, quello del gol di Verdi (89’). E per completare il quadro il primo tentativo di tirare in porta dei granata è stato quello di Singo al minuto 23 che però è finito alto.  Passaggi riusciti alla squadra di Italiano 339 a fronte dei 218 di quelli fatti dai giocatori di Juric. Passaggi nella trequarti avversaria 80 dei viola e 28 dei granata (dati Lega serie A). Il Torino al Franchi si è fatto mettere sotto fin dall’inizio dalla Fiorentina ed solo riuscito ad illudere di poter riaprire il match con il gol di Verdi perché ormai restava solo più il recupero e solamente i viola avrebbero potuto buttare alle ortiche i tre punti, cosa che ovviamente non hanno fatto.

Così non si può andare avanti. Lo si sapeva che il Torino aveva bisogno di rinforzi e che a Juric si dovevano dare i giocatori per l’inizio del ritiro e non è stato fatto, anzi, a tre giorni dalla chiusura del mercato mancano due pedine fondamentali: un difensore capace ed esperto e un trequartista di ruolo anche lui capace ed esperto. E alla vigilia della gara con i viola Juric ha svelato di aver scoperto che il Torino è in regime di austerity che tradotto fa pensare che di rinforzi veri non ne arriveranno. Certo sono stati presi Pjaca, buon giocatore dalla carriera però costellata da infortuni e infatti ieri sera non ha potuto giocare dall’inizio a causa di problemi a un ginocchio, e Pobega, un ragazzo di prospettiva arrivato solo venerdì, più i giovani Warming e Stojkovic, che hanno bisogno di tempo per ambientarsi e vedere se saranno adatti alla Serie A, il secondo portiere Berisha e sono rientrati dai prestiti Aina, Djidji, Falque, Rauti, Millico e Gemello. Belotti è rimasto, ma non può essere sempre lui a togliere le castagne dal fuoco. In rosa continuano ad esserci giocatori che non rientrano nei piani tecnici poiché non hanno mercato e alcuni per giunta hanno anche ingaggi elevati come Verdi, Zaza, Falque e Baselli.

Una soluzione va trovata e possono riuscirci di concerto solo il presidente Cairo e mister Juric. Il primo accettando di investire per prendere chi gli indica l’allenatore e il secondo di drogare dal 3-4-2-1 e adattarsi a schierare in campo i giocatori utilizzandoli nei loro ruoli naturali, Linetty non è un trequartista e Verdi, Lukic o qualche altro neppure così come Djidji o qualunque altro difensore non può fare il centrale in assenza di Bremer, e organizzando il gioco per far emergere il meglio che ognuno può dare.
Ci sono tre giorni per evitare un disastro annunciato ed è nell’interesse anche di Cairo e Juric che il Torino non disputi un’altra stagione di sofferenza.


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Giovedì 12 dicembre
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