Ultimo appello per il Torino la partita con il Milan
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Il fascino del Meazza e del match in notturna, un avversario importante come il Milan, un’eco mediatica di primo piano e un tabù da sfatare lungo più di trent’anni poiché la vittoria manca dal 24 marzo 1985, gol di Schachner al 61’… se non sono stimoli questi vuol dire che il Torino ha abdicato dalla volontà di salvare la faccia. Una prestazione degna di tal nome si chiede alla squadra di Ventura sabato sera contro il Milan, non chissà che cosa. Attenzione la prestazione non è pretesa di vittoria, ci vorrebbe, ma si tratta già di qualche cosa in più, è una sorta di asticella posta su un piano superiore la conquista dei tre punti. E allo stato attuale delle cose basta la prestazione che deve essere degna della maglia.
Se negli ultimi mesi il fronte delle critiche al Torino si è ampliato vorrà pure dire qualche cosa, non può essere solo liquidato con fastidio come volontà di nuocere, cattiveria pura. I tifosi e la critica non guadagnano neppure un centesimo dal seminare zizzania, se storcono il naso è non apprezzano ciò che vedono in campo hanno il diritto e l’obbligo morale di dire educatamente quello che pensano.
Forse nel Torino qualche cosa si sta muovendo perché dopo lunghissimo tempo Ventura torna questa mattina a parlare nella conferenza stampa che precede la partita, di per sé è un fatto normalissimo che l’allenatore parli la vigilia della gara, infatti, lo fanno tutti, salvo rare eccezioni una tantum. Non è stato così per due anni al Torino, a parte per le partite d’Europa League perché il regolamento Uefa lo impone. Se si tratta di un primo segnale che vuole portare a cambiamenti può essere solo motivo di soddisfazione, ma se fosse una mossa finalizzata alla captatio benevolentiae nel giro di poco il trucchetto sarebbe scoperto.
Il Torino con il Milan deve assolutamente convincere per l’atteggiamento dal fischio iniziale a quello finale e per il gioco propositivo e con qualche innovazione nelle manovre. Anche se mancano dodici giornate alla fine del campionato e gli obiettivi-speranza d’inizio stagione possono essere accantonati perché è quasi impossibile raggiungerli, Ventura e i giocatori non possono prescindere, per loro stessi prima di tutto, dal fare qualsiasi cosa per passare da una media di 0,95 punti a gara tenuta nelle venti partite che precedono la sfida con il Milan a una superiore che farebbe togliere la squadra dalla parte destra della classifica. Non ci sono dubbi che la partita di sabato sarà l’ultimo appello per squadra e allenatore di far vedere a tutti fino a che punto valgono a prescindere dalla durata dei contratti e se nella prossima stagione resteranno o andranno via. Giocatori, allenatori, dirigenti e persino presidenti, prima o poi, vanno tutti via, i tifosi restano sempre, anche se sono delusi e disinnamorati.