Una debacle che deve far riflettere, così non si può proseguire
Hanno perso la faccia tutti. Tutti coloro che hanno accettato una situazione che si trascina da tempo e ieri sera è scoppiata in tutto il suo fragore. Uno 0-7 casalingo mai successo, non solo nell'era Cairo, ma nella storia del Torino e dire che ha compiuto 113 anni nel dicembre scorso. A volte simili schiaffi servono ad aiutare a cambiare un qualcosa che si protrae da tempo ma è mai deflagrato in un'umiliazione simile. Invece le cose sono rimaste pressochè uguali. I tifosi sui social, e non solo, chiedono la testa di Mazzarri, che ormai ha fatto il suo tempo in granata. Chiaramente, complice la Coppa Italia, dove si giocherà già martedì il quarto di finale con il Milan, ha fatto sì, salvo cataclismi notturni o domenicali, che Mazzarri resterà al suo posto. Magari poi la partita con i rossoneri andrà bene, se lo augurano tutti, e allora si proseguirà senza stravolgimenti.
Chiariamo, l'Atalanta è forte, ha già piazzato umilianti 5-0, anche al Milan, ma non è giustificabile un risultato simile, soprattutto arrivato dopo la sconfitta contro il Sassuolo, dove però il Toro, almeno un tempo, l'aveva giocato decentemente. Tutto può succedere, anche un match nato male, ma il vaso è colmo, qualcosa deve succedere.
I tifosi chiedono a Cairo di cedere la società, ma non si può vendere in pochi giorni, specie se non c'è un acquirente solido. Siamo a cinque giorni dalla chiusura del mercato e ieri sera abbiamo visto una squadra che in panchina aveva un solo centrocampista, il giovane Primavera Adopo. Nessuno venga a dire che un elemento di centrocampo non sia utile alla causa, non solo a fronte di infortuni da gestire, ma perchè non viene contemplato nel gioco mazzarriano. Ma da che si gioca a calcio il centrocampo è il punto nevralgico di qualsiasi schema. Poi se arrivano i giocatori comprati in estate, Laxalt e Verdi, allora è meglio attingere dalla Primavera. Ma che poi vengano fatti giocare. Una squadra si ricostruisce dal settore giovanile, e Cairo continua a investire in questo settore, ma se poi si teme di far giocare un giovane in prima squadra, ha un senso questo? No.
Non ha senso nulla nel Toro attuale. Cairo non vende? Bene, ne prendiamo atto, allora azzeri squadra e dirigenza e riparta da capo. Se è riuscito a ricostruire una squadra che non aveva di suo manco un asciugamano, può rifarla un'altra volta. In fondo non aveva nemmeno scelto male i collaboratori iniziali, salvo poi licenziarne molti nei suoi primi anni di dirigenza. Adesso Cairo è più saggio e sa capire che in una squadra bisogna creare continuità, ma con gli uomini giusti, non proseguire con quelli sbagliati, che non faranno mai fare un salto di qualità al Toro.