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Veleni e polemiche con la Lazio: l'anno scorso furono scintille Cairo-Lotito

di Emanuele Pastorella

All’andata le prime polemiche per il caos tamponi che tenne in apprensione il mondo biancoceleste, poi il blocco dell’Asl alla formazione granata per la partita di ritorno: i due faccia a faccia tra Toro e Lazio furono fortemente agitati dal Covid. A Roma il Toro conquistò il punto decisivo per la salvezza matematica, al 90’ scoppiò il putiferio sulle tribune dell’Olimpico. Cairo e Lotito vennero quasi alle mani, poi ci fu un battibecco anche tra il presidente granata e Ciro Immobile, accusato anche pubblicamente sui social di essere un simulatore. Con il tempo la situazione e le polemiche sono rientrate, ma quando si sfidano i due club il clima è sempre incandescente.

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Quest’anno il Toro non avrà l’assillo della classifica, ma l’obiettivo resta quello di fare bene e di allungare la striscia positiva: dopo la vittoria di Salerno e il pareggio contro il Milan, Belotti e compagni puntano al terzo risultato utile consecutivo. Ecco perché è cambiato quasi tutto rispetto ad un anno fa, con i granata che hanno già fatto più punti e possono guardare con molta più tranquillità a questo finale di stagione. Juric, che oggi non potrà essere in panchina per squalifica e lascerà la squadra al vice Paro, non pensa di stravolgere la formazione, ma in tanti puntano alla conferma. Come in attacco, con il tridente atipico Belotti supportato da Pobega e Brekalo, e sulle fasce, con Singo a destra e Vojvoda a sinistra. Mandragora non recupera e giocherà nuovamente Ricci con Lukic, i ballottaggi principali sono in difesa tra Izzo-Zima e Buongiorno-Rodriguez.


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