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Ventura: "Abbiamo fatto bene, ora bisogna continuare"

di Elena Rossin

Tutto si può dire tranne che Ventura sia un allenatore fortunato, infatti ai già lungodegenti Pagano, è guarito ma ha ancora bisogno di tempo per ritrovare la forma migliore, e Guberti ai quali si era aggiunto Surraco - le cui condizioni saranno verificate con la risonanza magnetica che effettuerà nel pomeriggio, ma è già certo che dovrà stare fermo per un periodo che si aggira fra il mese e il mese e mezzo a causa di una distorsione del ginocchio destro con interessamento del comparto anteriore dei legamenti rimediata nella gara con l’Empoli – per Reggio Calabria non partiranno Pratali, trauma contusivo alla tibia destra, Parisi e Sgrigna, trauma contusivo al piede. Se a questo si somma che Iori è stanco per aver sempre giocato tutte le partite ufficiali, che Stevanovic anche lui dovrebbe poter tirare il fiato e che D’Ambrosio non è al meglio e in più Verdi e Oduamadi stanno bene, ma entrambi arrivano da infortuni e quindi non hanno i novanta minuti nelle gambe, allora si è proprio detto tutto sulla difficoltà che il mister deve affrontare nel scegliere chi mandare in campo contro una formazione come quella della Reggina che è in salute, prova ne è che nelle ultime quattro gare con Bari (3-1), Livorno (0-2), Varese (3-2) e Brescia (0-3) ha sempre vinto. Nella difficoltà imminente bisogna anche tener conto che sabato il Torino giocherà di nuovo in trasferta con il Sassuolo.

 

Parlando della Reggina, nella conferenza stampa tenuta prima della partenza per la Calabria, Ventura ha detto: “La formazione la sceglierò in base a come stanno i giocatori: se deciderò per un centrocampo a quattro potrei anche giocare con Basha e Vives in mezzo, facendo riposare Iori. Se D’Ambrosio sta bene andrà in campo, ma al momento non posso dire se come terzino o esterno alto. Gare come questa dovrebbero essere preparate avendo a disposizione una settimana e non un giorno e mezzo, ma il calendario è così. A causa degli infortuni bisogna fare di necessità virtù, per fortuna abbiamo recuperato Verdi e Oduamadi, però ci sono delle partite dove per l’aspetto psicologico e fisico la maggiore velocità di questi due ragazzi, rispetto alla loro minore potenza, è più adatta e altre partite dove le loro caratteristiche risultano meno sfruttabili, per questo bisogna sapere utilizzarli per metterli nelle migliori condizioni per fare bene. Ragusa, Ceravolo e Missiroli sono giocatori esperti anche se giovani e in gran forma. La Reggina dopo la Nocerina è una squadra, seppur in modo differente, un po’ atipica e credo che domani si vedranno parecchie palle gol sia per noi sia per loro, perché ci saranno più spazi per agire. Questa è una di quelle partite che bisognerebbe affrontare con giocatori sani e riposati, lo dico per entrambe le squadre, così in campo si potrebbe vedere un gioco più piacevole”.

 

“Affronto gli infortuni dei miei giocatori supportato non tanto da serenità, ma dalla consapevolezza che i ragazzi si sono resi totalmente disponibili. Devo dire che in tanti anni che alleno il novanta per cento dei giocatori che ho avuto hanno fatto carriera, questo non per me, ci mancherebbe, e ancora oggi mi sento con loro anche con quelli che ormai non giocano più. Questo gruppo fin dal primo giorno a Sappada si è messo a disposizione e ha incamerato un certo modo di giocare a calcio. Certo si è dovuto lavorare e si deve continuare a farlo, ma il risultato è stato positivo. Per questo dico sempre che devo fare a loro i complimenti e che sono orgoglioso. Il giorno che diventeranno i protagonisti del campionato allora questo sarà il loro campionato. Alla fine della prima conferenza stampa qui a Torino dissi che bisognava ricreare la cellula granata e che la squadra doveva trascinare la città e per farlo bisognava riaccendere la fiammella superando l’impatto iniziale e oggi possiamo dire che ci siamo riusciti grazie all’impegno, alla bravura e anche a un po’ di fortuna. Ora bisogna far divampare il fuoco soffiando tutti sopra la fiammella, però bisogna stare attenti che soffiando il fuoco arda di più e che non si spenga”.

 

“La partita con la Reggina è importante non per il risultato, ma perché dobbiamo verificare le nostre conoscenze al cospetto di un’altra squadra che adotta una realtà di ordine tattico differente. I calabresi sono in un periodo positivo come dimostrano i risultati che hanno ottenuto nelle ultime quattro gare. Bisogna fare i complimenti al loro portiere che nell’ultima partita ha parato due rigori, ma bisogna fare i complimenti a tutta la squadra perché ha qualità. Noi per come abbiamo vinto con l’Empoli abbiamo mandato un messaggio positivo a noi stessi. Ieri sono uscito per fare una passeggiata in centro e i tifosi mi fermavano di continuo per ringraziarmi, ma io dicevo loro che non c’è nulla da ringraziare perché non abbiamo fatto ancora niente, ma che c’è da tifare. Durante il mio tentativo di passeggiata - alla fine ci ho rinunciato visto che mi fermavano di continuo, sia ben chiaro che non mi sto lamentando perché l’affetto della gente del Toro è una cosa bellissima - da lontano ho visto sei miei giocatori che anche loro facevano un giro per il centro e che venivano acclamati e fermati anche loro dai tifosi per parlare, ecco questo è positivo perché la gente ha ritrovato la voglia di Toro e ha capito che lavoriamo con grande impegno e determinazione per raggiungere l’obiettivo”.

 

“ Mi viene spesso chiesto di commentare la differenza di punti in classifica fra noi e la Sampdoria e io dico che dopo una retrocessione è difficilissimo ripartire perché in alcuni giocatori c’è depressione e in altri presunzione per dover affrontare un campionato in una serie inferiore e in più la tifoseria vuole subito che si torni in A e quindi l’ansia e la pressione aumenta. La Sampdoria ha la rosa più competitiva della serie B, tutti gli addetti ai lavori lo hanno detto, infatti ha quasi tutti i giocatori che lo scorsa stagione hanno disputato la Champions e a questi sono stati aggiunti Piovaccari e Bertani che in B lo  scorso anno avevano fatto benissimo, però questo non basta perché la mentalità della B è differente da quella della A e a Torino lo si sa in quanto lo si è vissuto sulla propria pelle. Noi finora abbiamo fatto bene e se avessimo il punto in più di Gubbio avremmo la media della Juventus, lo dico da solo prima che venga scritto o detto da qualche parte (ride sornione, ndr) ed è evidente che la Sampdoria ha lasciato qualche punto per strada, ma ha tutto il tempo per recuperare. La B è questa e chi la conosce la evita (strizza l’occhio e ride, ndr). Guardate il Padova: ha fatto una campagna acquisti importante e che evidentemente ha come conseguenza una maggiore pressione, ha iniziato molto bene il campionato ed ha un allenatore, Dal Canto, preparato, ma è bastato perdere qualche partita in trasferta perché subentrasse l’ansia. Dico questo perché quando una squadra non gioca bene è giusto criticare, ma le insinuazioni velate a fronte di un percorso nel complesso positivo non sono costruttive, anzi rischiano di ottenere l’effetto opposto. Per questo dico sempre che tutti insieme dobbiamo soffiare sulla famosa fiammella per far ardere il fuoco”.