Ventura: "Abbiamo interpretato benissimo la partita"
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Risultato a parte con il Pescara ha convinto il gioco del Torino, un passo avanti nella crescita del gruppo?
“Lo avevo detto alla vigilia della partita quando ero rimasto un po’ sconcertato nell’aver sentito dire che era una partita che era quasi determinante ed era da vincere a tutti i costi. Ritenevo ciò quantomeno bizzarro e rimane così la mia idea che alla seconda di campionato i risultati lasciano il tempo che trovano, poi però c’è il dato di fatto che oggi abbiamo disputato una partita dal primo al novantesimo minuto con un approccio buono, con grande personalità e consapevolezza e abbiamo prodotto calcio per tutta la gara, siamo arrivati a sbagliare un rigore e nessuno si è disperato e abbiamo continuato a macinare gioco. Direi che il pubblico si è divertito e che si sono divertiti anche i giocatori e questa è la cosa più gratificante per me e il mio staff. Quindi siamo contenti così, ma rimane sempre la seconda partita del campionato. Qualcuno mi ha chiesto del Pescara, ecco oggi è sembrato molto ridimensionato, ma è una squadra che ha preso sì due gol dall’Inter in due minuti però fino a quel momento in campo gli abruzzesi erano stati i più pericolosi, c’era, forse, un rigore in loro favore e avevano creato grandi imbarazzi all’Inter. Quindi credo che oggi il vero problema del Pescara è stato il Torino che ha letto e interpretato benissimo ogni momento della partita”.
L’espulsione di Terlizzi può avervi avvantaggiato?
“Questo è un dato di fatto, erano in difficoltà in undici contro undici e chiaramente con un giocatore in meno la situazione si è accentuata. Però vedendo la partita e come eravamo noi, credo, che avremmo comunque centrato la partita ugualmente anche se non ci fosse stata l’espulsione. Però con i se e i ma non si va da nessuna parte”.
Con oggi le sue panchine sono 1001, un bel traguardo.
“A seconda di come si vedono le cose può essere interpretato: da un lato può essere estremamente gratificante, mentre dall’altro i nemici dicono che è sinonimo di anzianità. In questo momento i nemici possono dirlo perché sono un po’ acciaccato a causa dei problemi alla schiena, ma fra un mese ritorno in forma e dovranno ricredersi, al di là delle battute è motivo d’orgoglio e se sono ancora qui vuol dire che c’è chi apprezza il mio lavoro”.
Alla luce della prestazione di questa sera si può definitivamente dire che i problemi di Brighi e Santana sono ormai alle spalle?
“Direi di sì, hanno giocato novanta minuti. Santana ha disputato tutta la partita perché aveva assolutamente bisogno di mettere minuti nelle gambe avendo saltato due fasi del ritiro pre-campionato su tre. Oggi in A hanno esordito Sgrigna, Sansone, la settimana scorsa Basha e D’Ambrosio, piano piano stanno esordendo tutti. Non vorrei dire, ma mi sembra che manchino ancora soltanto Verdi e Di Cesare, ma ci sarà spazio per tutti. E’ un gruppo che ha voglia di lavorare, di crescere, di mettersi in discussione. Lo avevo detto dopo la partita con il Modena lo scorso campionato quando pioveva come oggi e c’era grande euforia e mi si diceva “Dove vai con questa squadra?” Sinceramente non so dove andrò, ma se questa squadra continua a lavorare con la stessa voglia, umiltà, desiderio di mettersi ogni settimana in discussione per migliorarsi e per aumentare le proprie conoscenze, ed oggi c’è stata la dimostrazione di una padronanza totale degli spazi e quindi della crescita continua di questo gruppo, potrà fare bene. Quello che dicevo finora si è verificato tutto, non so se continuerà a verificarsi, però è la conferma che il calcio non è fatto solo di proclami e di grandi parole o chiacchiere, ma di lavoro, di calcio giocato, di conoscenze, di squadra. Poco fa mi hanno chiesto chi è il leader di questa squadra e io ho risposto che se fosse un solo giocatore allora vorrebbe dire che abbiamo buttato via quattordici mesi di lavoro. Il vero leader deve essere il Torino nel suo insieme con le sue conoscenze, la sua voglia di stare insieme, di fare calcio, di ritagliarsi uno spazio importante all’interno di questo campionato, la voglia, piano piano, di esportare un’immagine da protagonista”.
Masiello ha risposto alle critiche con carattere sul campo.
“Ma sì, ma non si possono fare critiche a una squadra che ha disputato due partite senza subire un gol. Siamo a Torino ed è normale che si dica così, non per niente si era arrivati a dire che la partita di questa sera era decisiva, forse lo era per me e se non si vinceva sarei stato esonerato. Ma come si può dire che è decisiva la seconda partita di campionato?”
A Milano si vocifera che Allegri rischi l’esonero?
“Quindi Allegri e Ventura sulla graticola, benissimo (ride con ironia, ndr)”.
A inizio partita le hanno messo una sedia vicino alla panchina, ma l’ha rifiutata. Poteva alzarla anche lei come Mondonico con un gesto molto granata.
“Però sono entrato nella storia granata perché è impregnata di sofferenza e io una sofferenza alla gamba come oggi non l’avevo mai avuta, quindi credo di essere diventato veramente un vecchio cuore granata (sorride, ndr)”.
La differenza fra il Torino dell’anno scorso e quello di quest’anno è il centrocampo, Gazzi e Brighi hanno rispettato bene le consegne?
“Sì tutti lo hanno fatto, altrimenti non si sarebbe vista una partita con tre gol. Oggi non credo che ci sia stato un giocatore che si sia elevato sopra gli altri, tutti hanno proposto per quello che erano le loro competenze. L’avevo detto lo scorso anno che in serie A sarebbe stato diverso perché ci sarebbe stato qualche spazio in più e quindi se si ha il concetto di spazio e tempo è evidente che si riesce a proporre. Quando parlavo della palla che frullava ebbene oggi abbiamo fatto l’ottanta per cento del possesso palla, non abbiamo subito neanche un cross e abbiamo creato palle gol in continuazione sempre seguendo un filo conduttore, quindi bene così. Ora è finita e pensiamo alla prossima”.
Con l’Inter, dopo la sosta per la Nazionale, non sarà facile.
“Il problema non è l’Inter, è chiaro che è più forte di noi perché ha qualità superiori, ma il problema, come continuo a ripetere, è la nostra crescita. Noi potremo perdere e vincere contro chiunque, se noi siamo questi con la possibilità di migliorarci ulteriormente niente ci è precluso, ma è chiaro che se dovesse subentrare un pizzico di sufficienza o di presunzione in qualcuno sarebbe l’inizio della fine, questo è un dato di fatto, però oggi come oggi questo è un gruppo che sta lavorando per crescere quindi lascia ben sperare”.