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Ventura: “A Cagliari sarà difficile per noi sul piano agonistico e caratteriale”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Ventura si augura che l’emergenza dovuta agli infortuni termini con la partita di domani. Inizia un periodo dove il Torino affronterà squadre sulla carta alla portata, quindi i punti saranno ancora più importanti e faranno la differenza fra essere nella parte sinistra della classifica e ricevere complimenti o stare a ridosso della zona nella quale si lotta per non retrocedere ed essere criticati.

 

A che punto del percorso è il Torino dopo undici giornate di campionato dove tra prestazioni alle volte più e altre un po’ meno positive, infortuni, torti arbitrali si è passati dalla “rabbia” alla contentezza e comunque a dover tener conto della classifica?

“Alla partita con il Cagliari arriviamo in un momento un po’ particolare perché non riusciamo ad uscire dall’emergenza dovuta agli infortuni. Adesso abbiamo una serie di partite dove i punti che erano importanti prima e lo sono anche ora forse lo diventano persino di più. Sono sempre tre in palio, ma affronteremo partite che sulla carta potrebbero determinare degli sbalzi in classifica. E’ evidente che inizia il campionato nostro vero e proprio però purtroppo ci arriviamo in una situazione di difficoltà numerica, l’avevo detto prima della partita con la Roma: l’unica cosa che mi manca è la salute dei giocatori e la mancanza di calciatori di ruolo e di determinate caratteristiche crea problemi, tutto il resto siamo in grado di superarlo. Iniziamo questa parte del campionato dove incontreremo  sulla carta le nostre pari, a parte la Lazio”.

 

L’emergenza crea la consapevolezza che se la coperta era un po’ corta adesso è cortissima, è solo un momento da superare?

“Spero, alle volte dico una cosa e poi non succede, che sia l’ultima partita in queste condizioni. Di solito le soste del campionato non le amo perché è più facile produrre nel lavoro con la continuità, però in questo caso la sosta per gli impegni della Nazionale è importante perché ci dà la possibilità di avere sette giorni per recuperare chi è infortunato. Mi auguro che la parola emergenza riguardi solo più la gara con il Cagliari e non le successive, questa è l’unica cosa positiva che voglio vedere nella sosta. Cagliari è una partita nella quale dobbiamo ancora ingegnarci”.

 

La partita sarà più importante per il Cagliari che arriva da tre sconfitte o per il Torino che con la Roma ha sfoderato una prestazione di livello e di conseguenza è in una condizione di sana euforia?

“La partita è importante per entrambi. Conosco il Cagliari e conosco Cellino e so che, dopo tre partite con non buoni risultati in una settimana, sul piano agonistico e caratteriale per noi sarà difficilissimo, non c’è il minimo dubbio. Da noi non c’è nessuna euforia, personalmente ne avevo di più contro il Milan o l’Inter o in altre partite dove avevamo fatto benissimo. Consapevoli che quando ci siamo tutti formiamo una buona squadra che può ritagliarsi uno spazio, mentre quando mancano dei giocatori, inteso nel senso non che quelli che ci sono non vanno bene, ma che mancano giocatori con determinate caratteristiche per fare delle specifiche cose, diventa tutto più complicato. Abbiamo la consapevolezza che dobbiamo stringere i denti ancora per una settimana, per poi provare a essere finalmente quasi al completo per proseguire il nostro campionato. Da questa partita si entra nel vivo della stagione quindi è importante per noi come per loro e qualsiasi risultato incide sulla classifica e dà adito a commenti perché se si vince una partita si va nella parte sinistra della graduatoria da soli e tutto diventa straordinariamente positivo, se invece non si vince o si perde diventa tutto clamorosamente negativo. Credo, però, che il campionato vada vissuto per quello che è: un percorso a tappe dove a volte si può vincere o perdere, ma l’importante è vincere il giro, usando un’espressione tratta dal ciclismo, non conta quante tappe si vincono è importante centrare il risultato finale”.

 

Ieri Barreto e Pasquale hanno dovuto terminare prima dei compagni l’allenamento a causa di un problema muscolare, sarà possibili convocarli per domani?

“Credo che non ce la faranno, anche perché non ha molto senso rischiarli, non possiamo permetterci infortuni di lunga durata. Se il loro problema fosse capitato di lunedì o di martedì probabilmente ce l’avrebbero fatta, ma quando queste cose capitano di venerdì è meglio non rischiare. Questa mattina (la conferenza stampa si è svolta prima dell’allenamento di rifinitura, ndr) faranno degli esami clinici e si vedrà dall’esito, ma concettualmente preferisco essere prudente perché non mi posso permettere di perdere un giocatore per tre mesi, se dagli esami risulterà che potranno essere convocati lo saranno, ma obiettivamente la vedo dura”.

 

Chi affronta il Cagliari ha sempre il dubbio con quale modulo i sardi giocheranno, questo la mette in difficoltà soprattutto per il rientro di Cossu?

“Credo che il Cagliari abbia recuperato tutti i giocatori, tranne Ekdal che giocava e non giocava. Ibarbo, Sau, Pinilla, Nainggolan, Conti e Astori e chi più ne ha più ne metta, ho fatto l’elenco dei giocatori del Cagliari per dire che è una formazione che ha ottenuto sicuramente meno rispetto al potenziale enorme che ha, perché delle squadre medie è una di quelle che ha maggiore qualità. Quindi il fatto che rientrino tutti aumenta il tasso di difficoltà, però questo non cambia rispetto a ciò che ho detto finora. L’anno scorso a Siena siamo andati senza nove giocatori e il fatto che oggi ce ne manchino cinque o sei non ci vieta di giocarci la partita e quindi ce la giocheremo”.

 

E’ più arrabbiato o deluso delle polemiche (presunte decisioni arbitrali a sfavore dei giallorossi e cena dopo la gara fra granata e arbitri, ndr) che hanno seguito la gara con la Roma?

“Più che altro sono sconcertato perché è …. sconcertante …. inventarsi di sana pianta delle cose per giustificare il risultato. Il vero problema, non lo dico in termini polemici ma da uomo di calcio in quanto sono in questo mondo da tanti anni, nessuno in Italia ha subito quello che è accaduto a noi, non sto polemizzando con gli arbitri perché il giorno dopo il presidente degli arbitri ha detto che c’erano stati errori clamorosi, avendolo detto lui stiamo parlando di fatti ufficiali. Dopo la partita con l’Atalanta mi sono presentato in sala stampa e ho risposto a tutte le domande e invece dopo la partita con l’Inter e il rigore di Cerci Mazzarri, non lo sto criticando in quanto sto parlando di concetti generali, non si è presentato in sala stampa, è un suo diritto, e tutti mi chiedevano perché non c’era invece di farmi parlare di quello che aveva fatto il Torino. Con la Roma è esattamente la stessa cosa: si è parlato di una cena mai avvenuta, di rigori mai esistiti, si è parlato di tutto e mai della partita del Torino, questo è un vecchio trucco che veniva usato decine di anni fa. Questo per dire che non sono sorpreso perché conosco il meccanismo, ma sono dispiaciuto poiché quando siamo andati a Napoli e abbiamo perso per demerito nostro io non ho difeso la squadra, quando abbiamo incontrato un avversario più forte di noi e perso quattro a uno in casa con il Verona due anni fa io avevo detto che i veneti avevano fatto una partita straordinaria e noi avevamo perso meritatamente. Di conseguenza quando il Torino fa una buona partita sarebbe bene e corretto che si dicesse che ha fatto risultato perché ha disputato una buona gara, cosa che puntualmente non avviene mai, se giochiamo bene contro il Chievo può anche accadere, ma se giochiamo positivamente contro una grande puntualmente c’è sempre qualche cosa che non va. Per chi ama il calcio questo provoca un po’ di dispiacere”.

 

La conferenza è proseguita per la carta stampata e Ventura ha ribadito che la crescita avviene attraverso il lavoro di tutti e la consapevolezza dell’ambiente e non conta la classifica che incide solo sui giudizi e che troppo spesso il lavoro non è tenuto in dovuto conto. Sul fatto che l’arbitro di Cagliari-Torino sarà Calvarese (black out di Padova e rigore concesso lo scorso campionato alla Roma, ndr) l’allenatore ha detto che come capita ai giocatori quando effettuano un prestazione non del tutto positiva la volta successiva hanno voglia di rivincita nei confronti di loro stessi, così succederà a Calvarese che arbitrerà benissimo. Su Cerci ha affermato che è felice per il giocatore e per il Torino e che ha ancora margini di miglioramento che lo porteranno ad essere un grande giocatore. Per Cerci adesso è arrivato il momento più difficile perché, se dopo buone partite come quella con la Roma, toppasse, ad esempio, quella di Cagliari, magari non a Torino, ma altrove si tornerebbe a dire che non è maturo, invece se in Sardegna dovesse giocare benissimo metterebbe la prima “G” maiuscola all’essere giocatore. Infine Ventura ha ricordato che a Cagliari, dove ha allenato in passato per quattro anni, si è trovato benissimo e che il Cagliari non rappresenta solo la città ma tutta l’isola e lì ha capito la differenza che c’è tra far parte di un’isola e del continente.


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