Ventura: "Anche se avremo più spazi a Verona sarà molto dura"
“Lo dirà il campo e lo diranno i risultati se il gruppo è pronto ad affrontare avversari che considerano il Torino la squadra da battere – dice Ventura – perché in B non si hanno mai certezze. Mercoledì, ad esempio, il Padova ha perso con l’AlbinoLeffe, il Brescia ha pareggiato con il Gubbio e la Nocerina ha perso con la Juve Stabia. Le certezze arrivano solo quando l’arbitro ha fischiato la fine, è banale da dirsi, ma è la realtà e questo lo sanno i giocatori e lo sanno anche i tifosi. I tifosi del Toro mercoledì sera hanno dato una grande risposta perché hanno saputo aspettare con noi l’evolversi della partita, hanno sofferto come noi e alla fine gioito con noi. Se in campo si va con la presunzione in serie B, come in generale, si è subito puniti”.
“Il Verona è una squadra strutturata un po’ come la Nocerina anche se gioca diversamente. I gialloblu hanno due-tre giocatori che mi hanno stupito, parlo di Gomez e soprattutto di Hallfredsson, un giocatore di grande sostanza addirittura sprecato per la serie B, sono una squadra che ha l’entusiasmo di chi è neo promosso, hanno organizzazione, adrenalina e convinzione. Sarà una gara diversa da quella con il Grosseto perché forse avremo qualche spazio in più, ma soffriremo anche di più. Giocare tre partite in una settimana lo si paga e questo vale anche per tutte le altre squadre. Ho rispetto del Verona, ma noi dobbiamo essere artefici del nostro destino e del nostro futuro”.
“Permettetemi di ricordare con grande affetto la tifoseria gialloblu che mi ha sorpreso nei sei mesi che sono stato allenatore del Verona (nella stagione 2006-2007 a dicembre successe a Ficcadenti, ndr) perché - nonostante la retrocessione dopo i playout, avvenuta malgrado nel girone di ritorno la squadra avesse conquistato 38 punti, media da promozione - nella finale, dopo l’errore di Cutolo (si mangiò un clamoroso gol, ndr) a La Spezia nella gara d’andata, al Bentegodi 25.000 persone cantavano con grande affetto il mio nome, una cosa così non mi era mai capitata in vita mia”.
“Che l’ambiente gialloblu di Verona sia molto caldo è un bene perché per noi sarà una prova: se vogliamo essere protagonisti non dobbiamo farci condizionare dal pubblico dell’altra squadra, dalle decisioni dell’arbitro o dall’avversario. Abbiamo retto a Marassi e vedremo se sapremo farlo altrettanto al Bentegodi. Mi auguro ovviamente che questo periodo positivo vada avanti il più a lungo possibile, ma so che ci saranno dei periodi no e quando arriveranno vedremo come sapremo affrontarli. In base a quello che si sa, a quello che si vuole apprendere e a quello che si fa per se stessi e per il gruppo si vede se una squadra vuole essere protagonista”.
“Siamo contenti che Ogbonna sia stato convocato in Nazionale e che molto probabilmente martedì sarà in campo, certo che vorrei avere tutti i giocatori, Guberti compreso, a disposizione, ma per sostituire Angelo c’è Pratali e vedremo come giocherà, comunque io sono tranquillo e ho fiducia in lui. Per quel che riguarda le gare delle altre squadre sinceramente non so chi giocherà contro chi, perché mi occupo solo della partita che farà il Torino. Non si può e non si deve vivere in base a quello che fanno le altre squadre”.
“La nostra idea è quella di proporre un certo tipo di calcio e poi alla fine della gara vediamo se abbiamo vinto, pareggiato o perso. Alle volte una buona prestazione viene cancellata da un risultato negativo e altre una cattiva prestazione viene nascosta da un risultato positivo, per questo dico che tengo meno al risultato e molto di più alla prestazione. Se non si permette di fare un tiro in porta ad una squadra che di solito ne fa tanti, a prescindere dal risultato, si è disputata una buona partita e sul tipo di prestazione si può continuare a lavorare per costruire un gruppo che sia tale anche per il futuro”.
“All’interno del gruppo la chiarezza e la schiettezza è fondamentale, per esigere il rispetto bisogna rispettare gli altri. Nello spogliatoio abbiamo parlato dell’aspetto di partire da titolari o meno e quando si ha di fronte persone intelligenti, come sono i miei giocatori, è facile far capire che la cosa più importante è quello che si fa quando si entra in campo e non se si gioca dal primo minuto. Questo è un modo propositivo di affrontare la partita e il lavoro. E’ naturale che chi sta in panchina o in tribuna vorrebbe essere in campo e che a un giocatore non faccia piacere essere sostituito, ma è importante accettarlo e voler dare il massimo quando si è in campo per il bene della squadra.
Per la gara con il Verona non ho convocato Stevanovic perché ha bisogno di recuperare e Pagano giocherà con la Primavera, che gareggerà su un terreno in erba naturale in quanto il sintetico a Biagio provoca problemi, perché ha bisogno di disputare novanta minuti consecutivi per ritrovare il ritmo partita. Sono convocati invece Verdi e Oduamadi. Per domenica in linea di massima il modulo non cambierà, ma non ho ancora deciso la formazione. Svelo un particolare: contro il Grosseto volevo giocare con il centrocampo a tre, poi quando ho visto la formazione degli avversari dieci minuti prima dell’inizio del riscaldamento ho cambiato e il centrocampo è stato a due. Ho potuto farlo grazie alla bravura e alla disponibilità dei miei giocatori che sono sempre sul pezzo. Questo per dire che in allenamento si possono provare tante cose poi si vede al momento della gara qual è la soluzione migliore da adottare”.