Ventura: "Con la Lazio il Toro avrà il suo solito atteggiamento"
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Nella consueta conferenza stampa che precede le partite mister Ventura è apparso abbastanza tranquillo e come di consueto, facendo un po’ di pretattica e non volendosi aprire troppo con i giornalisti bensì puntualizzando, anche con un pizzico di ironia, su alcune critiche ricevute, non si è sbottonato su come metterà in campo la squadra anti Lazio.
Che tipo di atteggiamento mentale avrà domani il Torino in campo sin dall’inizio?
“Quello che ha sempre avuto: di fare la partita dal primo al novantesimo, lo ha avuto in trasferta e cercherà di averlo anche in casa”.
Visti i risultati del Torino e delle concorrenti nelle ultime giornate la sua squadra deve riconquistare un po’ di credibilità?
“Dovremo cercare di fare i punti che mancano per centrare l’obiettivo stagionale, che poi li si faccia con la Lazio, perché domani è la squadra che dobbiamo affrontare, o che li facciamo con il Chievo c’è poca differenza quello che conta è farli. Il riconquistare la credibilità mi sembra un po’ fuori luogo perché il novanta per cento degli addetti ai lavori parlano di quello che il Toro ha fatto e sta facendo, di come gioca e di quello che crea. E’ chiaro che deve tornare a raccogliere punti, nel senso che avevamo undici punti dalla terzultima e il rammarico che potevano essere di più e adesso c’è ne sono otto e la catastrofe sta per succedere (ironizza, ndr), però resistiamo e vediamo se riusciremo a centrare l’obiettivo. Bisogna ricordare che l’obiettivo non era la salvezza con venticinque punti in più di chi retrocede, ma esclusivamente salvarci. Detto questo la partita con la Lazio è difficile perché i nostri avversari sono in lotta per accedere ai posti utili per la Champions League e si sono qualificati ai quarti dell’Europa League, quindi è una squadra che ha valori e qualità assoluti. Dall’altra parte c’è il Torino che deve conquistare prima possibile i punti per salvarsi”.
Adesso inizia un ciclo con la maggior parte delle squadre da affrontare che sono le più forti del campionato, è chiaro che si attendono punti con chiunque, ma finora il Torino non ha mai vinto con una grande. C’è un problema psicologico o solo sfortuna?
“No, è solo che sono squadre forti. E’ vero che non abbiamo mai fatto risultato pieno e che forse avremmo potuto farlo a Roma con la Lazio, in casa con la Fiorentina o a Milano con l’Inter, quando vi siamo andati vicinissimi, ma questo fa parte di un discorso di crescita che in tutte le parti del mondo si ottiene passo dopo passo, esperienza dopo esperienza, positiva o negativa che sia, significa a volte avere il risultato in mano e regalarlo. La crescita è questa e non avviene da un giorno all’altro, basta pensare alla Juventus negli ultimi tre-quattro anni, oggi è una squadra importante, mentre due-tre anni fa non lo era. Le cose non avvengono mai per caso, ma attraverso il lavoro e la crescita, attraverso i giocatori e la società. Domani per noi è un’occasione”.
Riguardo alla formazione di domani quanti ballottaggi ha in mente?
“Zero ballottaggi”.
Le assenze in attacco della Lazio di Klose, Hernanes e Floccari possono cambiare il volto della partita?
“Al posto di Floccari giocherà Kozak che ha fatto tre gol giovedì sera allo Stoccarda, quindi non so se l’assenza di Floccari porterà bene. Mentre Klose è già un po’ che manca. La vera perdita per loro è Hernanes che è un giocatore importante. Chissà che cosa avrà detto Iachini quando noi abbiamo giocato contro il Siena e ci mancavano nove calciatori (altra ironia, ndr). Non so come giocherà la Lazio, però se si legge l’organico della Lazio al posto di Hernenes gioca Mauri, quindi basta questo per dire tutto, per il resto ci sono i vari Candreva, Ledesma e tutti quelli che hanno portato la squadra nella posizione che ha. Obiettivamente Hernanes è una perdita e quando vengono a mancare giocatori della sua qualità è sempre positivo per gli avversari, però anche noi abbiamo giocato una miriade di partite senza giocatori importanti quindi ….. Chi sostituirà Hernanes potrà avere caratteristiche diverse, ma non credo che questo influirà sull’assetto tattico con il quale la Lazio ci affronterà”.
Di riflesso per l’assenza di Hernanes il Torino cambierà il suo aspetto tattico?
“No, quest’assenza non ci crea nessun problema”.
L’aver preso gol negli ultimi minuti è solo una questione di inesperienza o il rilassamento in alcune fasi delle partite dipende dal fatto che si pensa alla classifica che dà una buona dose di tranquillità?
“Un giocatore che disputa una partita di serie A e che rimane concentrato fino all’ottantesimo e poi negli ultimi dieci minuti si rilassa perché pensa alla classifica è un extraterrestre. Non è accaduto questo. E’ successo che a Parma si stava dominando la partita e non c’era nessun segnale di pericolo, poi è accaduto l’infortunio a Ogbonna sul quale si è fatto molto chiacchiericcio in modo molto sciocco, se devo essere sincero, perché un calciatore non può essere sostituito se non viene fermato il gioco e di conseguenza se l’arbitro non è a conoscenza non interrompe l’azione e questo può avvenire o se un giocatore lo chiama oppure se glielo segnala un assistente. Su questo sono state scritte cose terrificanti. Abbiamo preso un gol evitabile, magari lo avremmo preso ugualmente, ma concettualmente era evitabile e poi tre minuti dopo a causa di una sciocchezza clamorosa si è subita un’altra rete e di conseguenza c’è stato un crollo mentale di tutta la squadra, non dovrebbe accadere, però è comprensibile se capita. Quando si ha la partita in mano ci può essere il rammarico di non essere sul tre a zero e quindi se si va sotto di due a uno l’errore che si è commesso è quello. A Cagliari in nove negli ultimi minuti abbiamo pareggiato e poi il destino ha voluto che al novantacinquesimo un tiro innocuo venisse deviato in un angolino della porta, questo fa parte del calcio. A volte si vuole costruire la storia di una squadra su episodi che non hanno grandi riscontri”.
Avvertite un po’ di pressione dovuta al fatto che se venissero conquistati tre punti con Lazio e Napoli il Torino sarebbe praticamente salvo poiché mancano non più di otto punti, forse meno, alla fine, intesa come raggiungimento del traguardo?
“Si diciamo che mancano otto punti alla salvezza, ma la parola fine sarebbe stato più facile dirla con il Palermo, se devo essere sincero, perché vincendo con i siciliani e avendo due punti in più avrebbe significato “uccidere” il Palermo e oggi avere due punti in più in classifica e forse non si affronterebbe neppure più l’argomento. E’ come quando si fa il militare e manca un mese al congedo e sembra che l’ultimo giorno non arrivi più. E’ chiaro che il tifoso vorrebbe subito la salvezza, io per abitudine ho imparato negli anni che conta andare per gradi. Dopo il due a zero con il Pescara dello scorso anno le Cassandre erano estremamente negative e sarebbe dovuto finire tutto, invece nelle tre partite successive, che erano difficili perché c’era anche lo scontro diretto con il Sassuolo mi sembra, ma non ricordo bene (effettivamente il mister ricorda bene perché il Torino incontrò il Pescara il 12 maggio, il Sassuolo nel recupero il 15 vincendo tre a zero e poi il Modena il 20 maggio vincendo due a zero e infine l’Albinoleffe il 26 pareggiano zero a zero, ndr), il Torino vinse il campionato in quell’occasione, avrebbe potuto vincerlo anche con sei-sette sabati d’anticipo, ma alla fine lo ha vinto con una giornata d’anticipo lavorando e soffrendo e vincendo meritatamente. Adesso è uguale, non mancano però tre partite alla fine, ma dieci e dico una sciocchezza, però metterei la firma per perdere con Lazio e Napoli se poi vincessimo le tre partite successive (ride, ndr) che sono Bologna, Roma e Fiorentina. Questo per dire che, al di là della nostra voglia di cercare sempre di fare un risultato importante, abbiamo un obiettivo ben preciso che si raggiunge non attraverso le dichiarazioni o gli articoli dei giornali o i proclami, ma attraverso il lavoro e la crescita dei giocatori. Qualcuno mi ha chiesto se c’è stata crescita in questi mesi non so che cosa intendesse per crescita, ma la crescita è il valore dei giocatori che è aumentato, il numero dei giocatori convocati nelle nazionali che è aumentato, il giocare la serie A e non la B, non essere in zona retrocessione e che si parli di come si gioca. Quindi se viene fatta una domanda di questo tipo nascono tante riflessioni. Domani affronteremo la Lazio che è una squadra forte dal punto di vista tecnico e qualitativo e ci confronteremo non sul piano della qualità ma su quello delle conoscenze e dell’organizzazione e della voglia di metterci in discussione, poi a fine partita tireremo le somme: se avremo conquistato i tre punti avremo raggiunto l’obiettivo? Dipende perché se con il Napoli dovessimo poi perdere allora saremmo qui a porci le stesse domande”.
A parte Diop e Ogbonna per tutta la settimana ha avuto gli altri giocatori a disposizione, questo agevola le sue scelte relative alla formazione?
“E’ stata una buona settimana, questo è un gruppo assolutamente positivo dove tutti vogliono giocare. All’inizio qualcuno non aveva capito quale è lo spirito del Torino attuale e si è cercato a tutti i costi di farglielo capire. Tutti si allenano con grande impegno e determinazione e quando più di una volta ho detto di essere orgoglioso di questa squadra mi riferivo soprattutto a questo e non solo per i risultati che più o meno oggi abbiamo ottenuto, ma per il comportamento, la disponibilità e la voglia di mettersi in discussione giorno dopo giorno. E’ un gruppo coeso e compatto e non lo dico per enfatizzare, basta guardare l’esempio di Darmian e D’Ambrosio, gioca uno e fa bene, gioca l’alto e fa altrettanto bene, questo vuol dire che si allenano bene e che hanno voglia di ritagliarsi uno spazio, ciò vale per loro e per qualsiasi altra coppia di calciatori che giocano nello stesso ruolo”.
In attacco ci sarà ballottaggio fra Bianchi, Meggiorini, Barreto e Jonathas. Si potranno vedere coppie nuove rispetto al recente passato?
“Giocheranno dei giocatori del Torino che cercheranno di fare del loro meglio con la consapevolezza che quelli che sono in panchina non vedono l’ora di entrare per dare il loro contributo. All’esterno si vive sul chi gioca invece io sul come si gioca. In base alle caratteristiche delle squadre avversarie alle volte si può giocare tranquillamente con due punte come si sarebbe potuto fare con il Parma e invece per come gli emiliani erano messi abbiamo optato diversamente e se avessimo concluso la gara come era iniziata non ci sarebbe stato nessun applauso (altra ironia, ndr), però da parte nostra ci sarebbe stata la soddisfazione di aver centrato esattamente l’interpretazione della partita. Di volta in volta si analizzano le caratteristiche della squadra avversaria e si cerca di fare del nostro meglio”.
Gli attaccanti è un po’ che non segnano su azione, Cerci rientra dalla squalifica, Barreto che doveva mettere su gamba ha riposato e Santana non ha più acciacchi. Questi tre giocatori possono far superare questa situazione?
“Sì, è passato tanto tempo da quando gli attaccanti hanno segnato su azione. Io metterei la firma che non segnassero più e che facessero due gol a partita i miei esterni. Al di là della battuta lavoriamo per fare ogni volta non solo del nostro meglio in funzione del risultato, ma anche sul piano della crescita individuale e collettiva”.
Il gruppo come dice lei è fantastico, ma ultimamente Basha non ha più giocato. Ha dei problemi?
“Quando giocava Basha mi era stata fatta la domanda perché non si vede in campo Brighi e io rispondevo la stessa cosa, adesso gioca Brighi e mi si chiede di Basha, ma se nella prossima partita faccio giocare Basha, ed è probabile che giochi con Brighi, mi si chiederà di Gazzi e io verrò messo in difficoltà e se giocano tutti e tre allora qualcuno domanderà di Vives e a quel punto mi arrenderò. Vi voglio bene comunque sia”.