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Ventura: "Con più esperienza si sarebbe contrastato meglio Dzemaili"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Come si spiega la partita con il Napoli terminata con la sconfitta?
“E’ facile da spiegare: una neo-promossa, che siamo noi, contro una squadra che l’anno scorso ha disputato la Champions e quest’anno pure a dieci minuti dalla fine stava vincendo tre a due senza rubare niente, credo. Fino a quel momento si poteva essere veramente orgogliosi perché obiettivamente avevamo concesso, nel limite delle nostre possibilità, poco e avevamo avuto un buon approccio alla partita con palle gol importanti come quelle capitate a Cerci e a Santana, poi negli ultimi dieci minuti, forse presi dall’euforia e dall’adrenalina, si è pensato che sarebbe bastato lottare per riuscire a portare a casa la vittoria e invece non è accaduto quello che speravamo. Questo deve servirci d’esperienza perché in serie A contro giocatori del valore di Cavani, Hamsik e di tutti gli altri del Napoli se si perdono le distanze puntualmente si finisce per pagare. Noi siamo stati colpevoli, tra virgolette, di averci messo il cuore, ma non la testa negli ultimi dieci minuti, nel senso che bastava mantenere le distanze; l’ingresso della punta ci ha agevolato, secondo me, e se avessimo fatto quello che sappiamo fare benissimo ….. e invece ognuno lottava e cercava di fare, tutto questo sarebbe stato comprensibile se fosse mancato un minuto alla fine della gara, ma non a dieci e contro il Napoli. La dimostrazione si è avuta alla fine che la crescita avviene così e che le chiacchiere se le porta via il vento. Giocare contro il Grosseto o il Napoli non è la stessa cosa perché, con tutto il rispetto per il Grosseto, il Napoli ha giocatori diversi, quindi tenendo presente questo il rammarico è che se avessimo vinto avremmo veramente ufficializzato di essere una squadra che fa calcio di fronte a trentacinque paesi che erano collegati in diretta a vedere la partita, tutti conoscono il Napoli, ma si erano dimenticati chi è il Torino e noi piano piano glielo facciamo sapere esportando l’immagine di una squadra che gioca. Mi spiace soprattutto per questo, però se in quei dieci minuti, che dovremo analizzare, ci servono per fare esperienza e questo non avviene attraverso gli articoli dei giornali, ma attraverso quello che di positivo e di negativo, accade in campo e bisogna avere l’intelligenza di saperlo leggere, incamerare e metabolizzare e poi elaborare. Sto parlando di concetti un po’ astratti nel mondo del calcio, ma stiamo cercando di fare un qualcosa di diverso e sotto quest’aspetto visto che non abbiamo la possibilità di dire Buona Pasqua con un risultato lo dico a parole e cerchiamo di sfruttare quei dieci minuti per crescere ulteriormente”.

Con un pizzico d’esperienza in più si sarebbe potuto contrastare meglio Dzemaili nelle azioni che lo hanno portato a segnare i tre gol?
“Assolutamente sì”.

Il cambio di modulo a cosa in particolare doveva servire?
“Doveva servire per quello che ha fatto, infatti, abbiamo avuto un buon approccio: Barreto si è presentato davanti al portiere, Cerci ha tirato la palla da dentro l’area di rigore, Santana ha avuto un’occasione, anche se poi il tiro è finito fuori. Il Napoli sotto quest’aspetto ha accusato delle difficoltà: ecco spiegato il perché del cambio di modulo”.

E il passaggio dal 4-3-3 al 4-2-4 nel secondo tempo è stato sempre in quest’ottica?
“C’era grande voglia da parte nostra di fare, ma cominciavamo a perdere il fraseggio e quindi ho ritenuto che ci volesse un po’ più di sostanza davanti. Io alla fine del primo tempo ero contento perché in occasione del primo gol del Napoli non c’è stata disattenzione da parte nostra poiché nel due contro due loro hanno liberato un terzo uomo e sono andati al tiro, noi quando tiriamo non sempre inquadriamo la porta loro invece mirano all’incrocio dei pali, la qualità è questo. Di punizioni ne abbiamo avute anche noi, ma Cavani ha tirato all’incrocio e ha segnato. Il calcio è fatto di numeri e bisogna dire bravo al Napoli, però, lo ribadisco, a dieci minuti dalla fine il Torino che è una neo promossa era in vantaggio tre a due e credo che non stesse rubando assolutamente nulla”.

Il fatto che Barreto dopo tantissimo tempo sia tornato a segnare è un vantaggio oltre che per lui anche per la squadra?
“Il problema è che non si è in grado di sopportare il fatto che abbiano segnato tre punte (ironizza il mister, ndr), quando me l’hanno detto ho avuto una sorta di fibrillazione. Adesso qualcuno scriverà che non segnano gli esterni e di questo purtroppo dovremo parlare la prossima settimana”.

Non si potrà neppure più dire che Gillet non para i rigori.
“Io vi chiedo umilmente scusa anche per questo, Buona Pasqua. Fra le tante sciocchezze (il mister ha usato tutt’altro termine, ndr) che si dicono e si scrivono si dimentica che bisogna ringraziare il pubblico per quello che ha dato durante la partita, ma soprattutto per quello che ha dato a fine partita. Credo e spero che stia nascendo qualche cosa d’importante per il futuro di questa società”.            

La sostituzione di D’Ambrosio con Masiello è dipesa da un problema fisico di Danilo?
“Se l’ho cambiato è perché pensavo che fosse utile la sostituzione, mi era sembrato che D’Ambrosio fosse leggermente in difficoltà e non riusciva a fare quello che gli avevo chiesto: andare in pressione. Se a Zuniga si concedono quattro metri mette la palla in mezzo quando vuole, mentre se lo si pressa, come accade a qualsiasi altro giocatore, va in difficoltà. Questo non è una critica a D’Ambrosio, in questa città è l’unico posto al mondo dove se uno non gioca diventa un problema nazionale e se uno è sostituito si fa un’interrogazione parlamentare, per fortuna è Pasqua e nessuno si riunisce in Parlamento, ma lo faremo martedì e decideremo i motivi per cui. Il calcio, lo dico sempre, è fatto di lavoro disponibilità reciproca, di rapporti e di tante altre cose, molte sconosciute, e non di parole”.

In occasione della terza rete di Dzemaili Cerci era  a terra e poi è andato a parlare con il guardalinee. Che cosa è capitato? Forse è stato colpito a gioco fermo?
“Non lo so, io ho alzato il braccio per togliere la mano dalla tasca e sono stato ripreso. Chiedo scusa, ma non so cosa sia successo e non sono in grado di rispondere”.


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