Ventura: "L'Atalanta è squadra tosta, dobbiamo dare il 100%"
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
E’ difficile giocare con l’Atalanta perché non concede niente, dovremo giocare sui tempi. Incamereremo un’esperienza ulteriore e verificheremo una volta di più le nostre conoscenze. La partita potrà essere risolta da un episodio.
Che Torino ci si dovrà attendere domani: aggressivo o più guardingo?
“Dipende da cosa avrà preparato l’Atalanta nel senso che le squadre quando ci devono affrontare cambiano sempre qualche cosa, non so come giocheranno, però saremo alti se ce lo permetteranno oppure lo saremo di meno nel momento in cui i rischi saranno più elevati, perché l’Atalanta centra la partita oppure perché hanno preparato qualche cosa che ci impedisce di essere maggiormente propositivi, non si può dirlo prima. Siamo preparati, più o meno, per fare tutte le cose quindi vedremo durante la partita”.
Sarà una partita più simile a quella con la Sampdoria?
“No, perché con l’Atalanta ci saranno meno spazi. Sarà la prima volta quest’anno che incontriamo una squadra che si schiera con il 4-4-2 o 4-4-1-1 e sarà una partita completamente diversa dalle precedenti, ci saranno, appunto, meno spazi e si giocherà più sui tempi. Invece con la Sampdoria attraverso delle situazioni avevamo creato anche gli spazi. Con l’Atalanta sarà difficile creare spazi perché è una squadra estremamente disponibile e in alcuni giocatori ha veramente buona qualità”.
Poiché ci saranno meno spazi ci sarà maggior lavoro sulle fasce?
“Noi potremo fare tutto ciò che sappiamo, ma dovremo farlo nel tempo giusto e al momento giusto. L’Atalanta non concede niente e se si sbaglia il modo o il tempo delle giocate si viene puntiti perché sono una squadra estremamente attenta e aggressiva e di conseguenza se si perdono i tempi non si trovano più gli spazi per agire. L’Atalanta è una squadra difficile da incontrare e non a caso l’anno scorso ha disputato un campionato decisamente sopra le righe, dieci giorni fa sono andati a vincere a Milano con il Milan. In serie A non si disputa un campionato come quello fatto dall’Atalanta, se non si hanno dei giocatori di qualità è impossibile. Anche il Bologna l’anno scorso ha giocato sopra le righe, ma non per caso avevano giocatori come Diamanti, Rodriguez, Di Vaio. Una partita può essere figlia del caso, non un campionato. Se l’Atalanta lo scorso anno ha fatto un ottimo campionato è evidente che ha valori assoluti: Denis a Napoli non lo rimpiangono solo perché stanno facendo benissimo, ma lui è un giocatore da squadra medio-alta come Cigarini, Moralez è uno dei giocatori più noiosi, nel senso della pericolosità che crea agli avversari, da affrontare. Persino Raimondi che è stato riciclato nel ruolo di esterno alto sta facendo benissimo. Non parliamo poi di Manfredini che ha sulle spalle trecento partite in serie A. Non perché la incontriamo noi, però l’Atalanta ha una struttura di livello ed è per questo che è difficile da affrontare, poi può vincere o perdere, ma non gioca mai sotto ritmo e, faccio un esempio, è difficile che perda una partita tre a zero poiché è stata messa sotto dalla squadra avversaria”.
Qualche giocatore è acciaccato e qualche altro non è ancora al top della condizione, questo può creare difficoltà nello stilare la formazione?
“Va beh, però la partita di mercoledì ha confermato che c’è una buona disponibilità del gruppo, infatti, pur avendo cambiato molti elementi e quattro erano degli esordienti in A, abbiamo disputato lo stesso tipo di partita giocata con la Sampdoria, naturalmente con un canovaccio diverso perché le caratteristiche tecniche delle due squadre erano differenti. Questo conferma, più o meno quello che ho sempre detto, che non ha molta importanza chi gioca, ma come si gioca. Oggi come oggi c’è qualcuno che non sta bene e dobbiamo fare di necessità virtù, ma non ci lamentiamo e andiamo avanti perché ci sono giocatori che non vedono l’ora di andare in campo e hanno aspettato tanto questo momento”.
Per il Torino è più difficile: giocare in un campo come quello di Bergamo, incontrare un’avversaria che arriva da una sconfitta e vuole riscattarsi o affrontare una squadra allenata da Colantuono che con i granata ci tiene a far bene?
“Colantuono come me non gioca, le trasferte sono sempre difficili quindi credo che il problema è che si affronterà una buona squadra che ha dei valori, un’organizzazione ed è tosta quindi si dovrà fare molto bene per riuscire a fare risultato. Colantuono trasmette alla squadra molta aggressività, ma la sistema in campo anche in modo ben preciso, quindi non è solo questione di affrontare un’avversaria aggressiva”.
La statistica riporta che lei a Colantuono ha rifilato un tre a zero, ma a Bergamo in A non ha mai vinto. Questo ha un significato?
“(Sorride, ndr) E’ vero andare a Bergamo mi porta una sfortuna …. Speriamo ….. Non credo molto a queste cose, io mi ricordo le vittorie a Bergamo in serie B e avevo cancellato le tre sconfitte. E’ difficile giocare con l’Atalanta perché non concede niente. Al termine della partita con l’Udinese ero contentissimo perché è una squadra che fa giocare male poiché marca a uomo in tutte le zone del campo, però noi eravamo riusciti a creare una serie di situazioni importanti leggendo gli spazi, tutto questo preparando la gara in due giorni. Credo che con l’Atalanta gli spazi saranno esattamente il contrario, cioè non ci saranno perché occupano tutto, per questo dicevo che bisognerà giocare sui tempi ed è più difficile, ma sono tutte verifiche per noi. Finora non c’è stata una partita uguale all’altra: a Siena giocavano con un metodista importante, D’Agostino; a Genova con un 4-3-3 molto aggressivo che però abbiamo letto benissimo; L’Udinese giocava di nuovo a tre, ma con un metodista meno importante e sviluppavano l’azione in altri modi: dell’Inter non ne parliamo. Domani sarà l’ennesimo modo diverso quindi incamereremo un’ulteriore esperienza e verificheremo una volta di più le nostre conoscenze e alla fine, come sempre, tireremo le somme. Come avevo detto attendiamo la sosta per le gare della Nazionale e fino ad allora andremo alla ricerca della continuità di prestazione, non che non ci interessi il risultato, ma è importante che questa squadra ogni settimana incameri la consapevolezza di quello che è, che può diventare e cosa deve fare per diventare ancora di più e di conseguenza questo esula dal risultato, ma diventa prioritaria la prestazione, poi strada facendo è chiaro che le cose si invertiranno”.
Il Torino finora ha subito sette tiri nello specchio della porta e Ogbonna è il giocatore che ha toccato più palloni, questo è merito della difesa o del centrocampo?
“Questo, secondo me, dà delle risposte: se Ogbonna ha giocato un sacco di palloni vuol dire che noi non buttiamo via la palla, ma la giochiamo e se abbiamo subito pochi tiri nello specchio non può essere solo merito della difesa o del centrocampo bensì di tutta la squadra. Quindi sia in fase di proposta sia in quella di riconquista è evidente che attuiamo un gioco di squadra”.
Con l’Atalanta ci si può attendere un altro passo avanti di Cerci?
“Si è allenato tutta la settimana per incamerare ulteriore benzina per poter poi dare continuità alle sue prestazioni, Cerci giocherà e vedremo come. E’ chiaro che più si allena e più è in grado di dare e da lui ci aspettiamo quel pizzico di qualità”.
Durante il ritiro estivo aveva detto che Verdi era pronto per dare una mano nel corso della stagione e Diop sarebbe potuto essere utile, quest’ultimo è alla seconda convocazione, è quindi pronto per il debutto?
“E’ stato convocato e quindi riteniamo che in caso di necessità ci sia la possibilità di esordire. Per Verdi ci sono state una serie di situazioni dove stava per entrare e poi il campo ha detto che doveva giocare un compagno. Verdi giocherà, c’è fiducia e stima in lui e se si allena e sta bene è uno sul quale il Torino ha puntato molto, pian piano sta incamerando concetti e ha messo su un po’ di massa quindi bisogna dargli tempo, ma il suo momento arriverà”.
Facendo un discorso di tecnica pura insieme a Cerci Verdi è il giocatore che ne possiede di più?
“Sicuramente è uno dei più tecnici”.
Nella spina dorsale del Torino si può annoverare anche Cerci?
“Nella spina dorsale ci sta il portiere (Gillet, ndr), il difensore centrale (Ogbonna, ndr), il centrocampista (Gazzi, ndr) e poi mediamente c’è più una punta che un esterno e in più Cerci è arrivato da un mese. Ad esempio il Bianchi delle prime partite è un giocatore che ha fatto bene e quindi era il terminale della spina dorsale. Nel momento in cui Gillet la butta in porta e Ogbonna fa tre autoreti li buttiamo fuori dalla spina dorsale (sorride, ndr), concettualmente l’ossatura della squadra è questa”.
Bianchi con l’Atalanta non ha mai segnato, ha visto in lui una particolare smania?
“Allora se non ha mai segnato non gioca (dice sgranando gli occhi, ndr). Come in tutte le cose i numeri servono anche per essere smentiti”.
Se domani Bianchi giocherà chi potrà essere la sua spalla ideale?
“Chiarisco subito che Sansone era da tre mesi che non giocava e le energie non tanto fisiche, ma nervose sono state bruciate in maniera importante. Sotto l’aspetto fisico si recupera in mezza giornata, ma quando si adoperano tante energie mentali ci vuole più tempo. Sulla carta a oggi, non so quindi domani al momento della partita, mi serve più Sgrigna perché c’è bisogno di qualità di lettura delle situazioni, con questo non ho detto che domani Alessandro giocherà sicuramente dal primo minuto. Meggiorini ha disputato due partite da novanta minuti con grande profusione di sforzi, tanto è vero che ho convocato Diop perché se ci fosse per lui l’opportunità di giocare un quarto d’ora con la voglia che ha e la fame che ha potrebbe dare una mano, questa è la dimostrazione della fiducia nel giocatore”.
Gazzi come sta?
“E’ quello che ha giocato più di tutti, se sta bene andrà in campo altrimenti se non ha ancora recuperato completamente ci andrà un altro”.
Vede Gazzi come uno difficilmente sostituibile anche se Basha è quello che ha le caratteristiche più simili a lui?
“Gazzi e Basha hanno caratteristiche diverse. Non è bello parlarne, ma credo che nel Torino il giocatore che forse è insostituibile è Ogbonna, però di insostituibile non c’è nessuno, certamente ci sono giocatori importanti. Gazzi per caratteristiche e per come giochiamo noi, ha una percentuale molto alta di riconquista di palloni e ne perde pochi e quando accade subiamo immediatamente, se ci schieriamo a due in mediana è difficile fare a meno di lui, se il centrocampo è a tre si potrebbe anche fare a meno di lui”.
Qual è la peculiarità di Gazzi?
“Sa leggere le traiettorie e questo per me è un pregio importante”.
Agostini è aggregato alla Primavera, prima della sosta per la Nazionale c’è la possibilità di recuperare qualche terzino?
“Agostini quando è arrivato non aveva preparazione e adesso è al livello di quando eravamo a Omegna, quindi bisogna dargli tempo. Nella pausa recupereremo Birsa, avremo Agostini più tonico visto che oggi gioca con la Primavera e questo vale per tutti gli altri”.
Di Bakic si è fatto un’idea?
“E’ un buon giocatore, è un centrocampista che può giocare a due o a tre. Devo essere sincero che non lo conoscevo, purtroppo non parla l’italiano e questo è un problema, ma appena lo imparerà un po’ capirà meglio, adesso gli fa da interprete Stevanovic e spero che riesca a spiegargli quello che dico. Bakic è un giocatore che già quest’anno potrà darci una mano quando servirà perché è forte e ha personalità”.
Quella di domani potrà essere una di quelle partite che possono essere risolte da episodi?
“E’ probabile. Noi di episodi favorevoli finora ne abbiamo avuti pochi, preso un gol al primo tiro degli avversari, pali, traverse. Speriamo che la fortuna giri. Può essere decisa da un episodio perché è una partita obiettivamente difficile per noi e, credo, anche un po’ per loro, quindi quando c’è più o meno non dico parità in campo, ma squadre che si fronteggiano in modo simile è evidente che l’episodio determina”.