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Ventura: "Possiamo affrontare chiunque, il campo darà i verdetti"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Un Ventura particolarmente misurato si è presentato alla conferenza stampa che precede la partita con il Padova. Il mister ha dosato le parole al fine di tenere sotto controllo le inevitabili aspettative che, dentro e fuori il Toro, ci sono in vista della gara con i veneti e del finale di campionato. “Ripeto quello che ho detto il giorno della sospensione della gara all’Euganeo, ri-pronunciato poi quando abbiamo finito quella partita e nuovamente detto dopo la prima e la seconda sentenza: sono cose che non ci riguardano, noi dobbiamo pensare a giocare, le parole le lasciamo ad altri perché noi ci occupiamo della parte tecnica e di questo dobbiamo parlare. L’essere costretti a vincere è un concetto che ci porteremo, speriamo almeno di portarcelo, fino all’ultima giornata di campionato. Questo perché se una squadra come noi ha fatto settantatre punti e le altre ne hanno fatti altrettanti è evidente che tutti hanno delle potenzialità e che questo campionato si deciderà all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Il fatto che noi dobbiamo ancora giocare una partita e recuperarne un’altra ci può dare il bonus di un piccolo errore di qui alla fine, però il concetto è uguale per tutti; magari la vittoria del Verona a Reggio Calabria negli ultimi minuti poteva anche non accadere, questo è un esempio fatto in generale, ma sono stati fatti tutti risultati sulla carta prevedibili per squadre che lottano per salire in A direttamente. I risultati che possono esulare da questo sono gli scontri diretti, dove è evidente che ci siano delle difficoltà di altra natura, per il resto sono tutti risultati nella norma e non c’è da stupirsi”.

“Non mi fa nessun effetto vedere la classifica o sapere che in pochi giorni ci giochiamo una stagione, perché il Verona ha i nostri stessi punti, ma ha giocato due partite in più quindi prima dobbiamo anche noi disputare lo stesso numero di gare e poi se ne potrà parlare. Questo non significa se faremo punti o no, non posso saperlo, ma iniziamo a giocarle poi si vedrà. Lo sapevamo quando hanno deciso il calendario finale che dopo essere stati in testa per tutto il campionato negli ultimi venti giorni dovevamo disputare tre gare in otto gironi e tra l’altro tre scontri diretti, la situazione è bizzarra, ma non ci possiamo fare niente. Volendo è chiaro che su questo tipo di situazioni si potrebbero fare infinite disquisizioni, ma lasciano tutte il tempo che trovano, così si deve fare e così faremo poi si vedrà …..”.

“Quando lo scorso anno ero venuto ad assistere la gara con il Padova avevo capito dopo dieci minuti come sarebbe andata a finire e la stessa sensazione l’ho avuta nella partita di ritorno, quest’anno, con il Verona, ma non voglio esprimere le sensazioni che provo perché potrebbero essere fraintese o strumentalizzate, quindi non parlo neppure sotto tortura. In questi giorni ci siamo allenati ed abbiamo fatto un po’ di lavoro, perché dovendo giocare a distanza di pochi giorni non potremo più lavorare ad occhio e croce fino alla settimana prima della partita con l’AlbinoLeffe”.

“I bagni di folla a Superga e al Filadelfia per me sono stati delle conferme, il pubblico aveva dato una risposta, la prima, che è sempre la più importante, nella partita di Coppa Italia con il Lumezzane dove erano presenti più o meno sedicimila persone dopo che vi era stato per due mesi un tam tam in cui si invitava i tifosi a non andare allo stadio, mettere a ferro e fuoco la città, distruggere chiunque vesta la maglia del Torino. Il pubblico in quell’occasione mandò il primo messaggio e poi ha continuato a mandarne con un crescendo incredibile che è stato ufficializzato, a noi ultimi arrivati, a Superga dove non mi ha colpito il fatto che ci fossero molte persone, ma che molte persone arrivassero dai posti più disparati: questa è veramente la Storia, un conto è dirlo, un altro vederlo con i propri occhi. Non c’era bisogno di questo per capire cosa voglia dire indossare la maglia del Toro, certi eventi possono aiutare a comprendere sempre di più cosa significa essere del Torino e cosa si aspetta la tifoseria da chi indossa questa maglia. E’ stata una conferma di quello che noi giorno dopo giorno, settimana dopo settimana,sabato dopo sabato, abbiamo capito. Un sacco di volte il pubblico ci ha presi per mano, spesso siamo riusciti a dargli qualche cosa, qualche volta no, ma c’è sempre stata la voglia, l’umiltà e la volontà e credo che tutto ciò sia stato apprezzato”.

“Ci mancano cinque partite e ognuna vale tre punti, anche se le difficoltà sono diverse di partita in partita; noi dobbiamo pensare a giocare e finisce lì. Il Padova per noi non deve essere una partita particolare, è una gara importante in cui dobbiamo giocare con raziocinio e allo stesso tempo sapendo che dopo due giorni (cinque, ndr) giochiamo a Pescara e dopo altri due (tre, ndr) giochiamo con il Sassuolo. Sono tutte valutazioni che dobbiamo fare con un pizzico di attenzione. Dopo dieci mesi di lavoro abbiamo la possibilità di giocarci la promozione, poi se ci riusciremo o meno sarà il campo a dirlo. Ormai non c’è più bisogno di parlare o di smussare, i giocatori sono stati bravi a superare momenti obiettivamente non facili metabolizzando le situazioni, quindi io oggi non ho più bisogno di preparare la partita. Come ho risposto ieri a qualcuno che mi diceva “non ci interessano le altre gare basta che distruggiate il Padova” io metterei la firma per perdere quattro a zero con il Padova e poi vincere le altre quattro gare perché vorrebbe dire serie A sicura. Non posso andare dietro ad eccitazioni particolari, ma devo pensare al nostro obiettivo e a cercare di raggiungerlo”.

“Quanta consapevolezza c’è nei propri mezzi per riuscire a raccogliere quanto si è seminato lo dirà il campo, si possono fare mille disquisizioni usando parole più o meno appropriate, però conta poco. Credo che i giocatori abbiano le conoscenze e la condizione per affrontare le varie partite. Per questo credo che ci siano i presupposti per potercela giocare con tutti e poi vedremo cosa succederà. In otto giorni incontreremo tre squadre che sono una diversa dall’altra, ma penso che i giocatori siano in grado di leggere le situazioni che si presenteranno, l’unica cosa che posso dire è che con il Pescara si vedranno tanti gol, ne fanno sei a partita e se ne prenderemo solo cinque avremo fatto un buon risultato (ride, ndr). Prima della patita con il Pescara però c’è quella con il Padova, che per me è molto più importante perché in base al risultato di domani sera si configureranno scenari differenti”.

“Con il Padova giochiamo in casa e quindi abbiamo il “dovere” di tentare di fare il risultato, è chiaro che dovremo giocare con intelligenza. E’ vero che il Padova ha avuto un po’ di alti e bassi e un momento di difficoltà, ma è altrettanto vero che ha vinto otto gare in trasferta. E’ una squadra che aveva l’obiettivo di provare ad andare in A e oggi ha tredici punti in meno di noi e una gara giocata in più ed è quindi evidente che si aspettassero un campionato con risultati maggiori, però è una squadra che è stata costruita in un certo modo non per niente i suoi attaccanti sono Cacia, Ruopolo, Succi e Cutolo, che per la serie B è tanta roba, in mezzo al campo se non c’è Italiano c’è Milanetto e se non c’è Bentivoglio c’è Marcolini. Noi faremo la partita che riterremo opportuno fare, non ne parlo perché ogni volta che vengono lette le formazioni ufficiali dei nostri avversari ci sono non meno di tre giocatori differenti dalle aspettative e quando si legge la nostra tutti già la sapevano e a volte si conoscono pure le soluzioni che proviamo. Ci sono venti convocati e si vedrà chi gioca, tenendo presente che dobbiamo stare attenti alla gestione perché non si giocano tre partite in otto giorni ad ottobre, ma a maggio dopo dieci mesi pesantissimi. Non conosco la formazione del Padova, ma credo che giocheranno come hanno fatto nelle ultime partite con il 4-3-1-2 poi non so chi saranno le punte e chi l’uno, mentre credo che abbiano difficoltà in difesa perché gli mancano dei giocatori, ma Schiavi e Donati sono a disposizione, quindi ne mancherebbero due: il centrale difensivo e il terzino sinistro, se ci sarà Franco non andrà certo in campo un Primavera, ma un giocatore che ha esperienza, come se da noi mancasse Darmian e andasse in campo D’Ambrosio. Concettualmente gli manca solo Trevisan, l’unico che giocava sempre ultimamente. I miei giocatori hanno lavorato per dieci mesi e sono in grado di leggere le situazioni, poi se ci riescono o meno è un altro discorso, ma l’importante è che abbiamo la serenità dentro e la consapevolezza che hanno seminato e ora c’è la possibilità di raccogliere, non so se ce la faremo, ma sarebbe bello e giusto riuscirci tenendo presente tutto ciò che è successo”.

“Non so se la prossima settimana usciranno i deferimenti in relazione al calcio scommesse, ma un conto sono i deferimenti un altro le sentenze, comunque credo che se un giocatore dovesse essere deferito lo sa già. Rimango sempre dell’idea che se ci sono giocatori che hanno sbagliato è giusto che paghino, chiunque essi siano. Io vivo von i giocatori e so che tutti loro di qui alla fine del campionato hanno voglia di dare il loro contributo e lo daranno, quindi non penso che i deferimenti andranno ad intaccare più di tanto, dopo quello che si è detto e scritto in questo periodo, la serenità della squadra. Anche in questo c’è del bizzarro perché si attende la fine della serie A, mentre in B si gioca ancora e si fanno uscire i deferimenti, forse era meglio che lo si facesse subito oppure che si aspettasse la fine anche del campionato di B. L’unico nostro giocatore che potrebbe essere coinvolto è Parisi per omessa denuncia, ma aspettiamo gli eventi”.


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