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Ventura: "Proseguire senza farci condizionare dalla classifica"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Con il Vicenza abbiamo creato otto-nove palle gol giocate di prima. Giocare palla a terra è motivo di crescita. Servono ancora trenta punti per centrare l’obiettivo. Surraco e Oduamadi sono in crescita e ci vuole del tempo come per Bianchi. Benussi ha personalità. Se Meggiorini oltre al lavoro avesse anche segnato avrebbe fatto una prestazione importante. Pasquato deve avere il tempo di ambientarsi.

Rispetto ad altre prestazioni ieri sera con il Vicenza il Torino è apparso più concreto nella costruzione del gioco, è cambiato qualche cosa?
“Non è cambiato niente, abbiamo solo proseguito: a Cittadella avevamo avuto una miriade di palle gol in quarantacinque minuti che sono state incredibili, a Varese fino a quanto ha retto il campo ne avevamo costruite altrettante e ieri sera abbiamo un po’ esagerato (sorride, ndr) siamo stati cinici perché nell’unica occasione l’abbiamo buttata dentro, anzi hanno fatto autogol. Mi è tornata un po’ di libidine, sinceramente con il Vicenza abbiamo creato otto-nove palle gol giocate di prima su un campo che obiettivamente non si riusciva neanche a stare in piedi e quindi non era facile sotto questo aspetto. Sono contento per i giocatori perché credo che in queste ultime tre partite abbiamo subito si e no un tiro e mezzo in porta e abbiamo creato tantissimo giocando palla a terra, quando c’è stata la possibilità, e credo che questo in assoluto sia motivo di crescita. Questa è una squadra, come dicevo in tempi non sospetti quindici giorni fa, che sta maturando, che sta cominciando ad avere una sua dimensione, una sua anima, una sua consapevolezza. Perderemo ancora qualche partita, ma ne vinceremo anche tante altre. Dobbiamo proseguire senza farci condizionare né dalla classifica né dal punto in più o in meno, queste sono sciocchezze senza limiti in un contesto di crescita, di personalità e di conoscenze. Quindi, come ho detto ai giocatori, dobbiamo baypassare queste cose se si vuole far parte di una squadra che gioca in una piazza importante e imparare a convivere con le pressioni e lo stress che magari l’ambiente può creare. La gara con il Vicenza è stata una buona risposta dei ragazzi a me perché la partita non era stata preparata sotto l’aspetto adrenalinico, ma sotto quello della consapevolezza e ieri sera potevano giocare con stress oppure giocare a calcio, abbiamo provato a giocare a calcio e abbiamo creato tanto per questo sono contento per i giocatori”.

Surraco sta migliorando di partita in partita.
“Sì, ma aveva fatto una buona gara già a Varese, come in tutte le cose bisogna avere pazienza, qui se si sbagliano due partite si è una nullità, ma in realtà non è così perché bisogna capire se il giocatore ha delle potenzialità e poi bisogna dargli il tempo di crescere. Surraco ha avuto problemi al ginocchio, un virus, poi ancora altri problemi al ginocchio e un infortunio, è normale che non sia stato in forma, sono contento che adesso stia meglio. Anche Oduamadi nel primo tempo ha fatto cose buone e si è anche divertito. Piano piano stiamo crescendo, infatti Di Cesare non ha giocato quattro partite e nelle ultime tre gare ha fatto bene, così abbiamo potuto far recuperare Glik che aveva dato tantissimo. Io capisco che la piazza è importante ed è bene che ci sia la giusta pressione però il tempo fisiologico di crescita deve trascorrere, qui non c’è né il mago di Oz né il mago Nicola (un mago di Bari, ndr)”.

Benussi in due gare si è integrato molto bene e sembra essere un suo giocatore da molto tempo.
“E’ un giocatore di personalità ed abbiamo fatto un buon acquisto soprattutto all’interno dello spogliatoio, è un ragazzo maturo e ne avevamo bisogno perché avevamo perso un giocatore maturo e di esperienza come Coppola. Anche Meggiorini, pensate se avesse fatto gol, oltre il lavoro che ha svolto, ieri sera non ha sbagliato il tiro dato che si giocava su un terreno dove non si riusciva a stare in piedi e in più il portiere del Vicenza ha fatto una parata straordinaria. Gli è solo mancata la chicca perché se avesse segnato sarebbe stata una prestazione importante”.

Come giudica la prestazione di Bianchi?
“Per Bianchi, con motivazioni diverse, si può fare lo stesso discorso di Surraco e di tutti gli altri. Bianchi ha fatto gol importanti nella prima parte del campionato che ci hanno permesso di prendere un pochettino il largo, poi ha attraversato un momento di difficoltà in cui si è incupito perché sente la pressione e la responsabilità e stiamo, giorno per giorno, cercando di ridargli il sorriso; quando è entrato in campo gli ho detto: non so se farai gol, ma se capiterà vieni a salutarci perché lo stiamo aspettando da un po’ (ride, ndr) però se non lo farai vorrà dire che accadrà sabato prossimo. Bisogna avere un attimo di pazienza, perché non si vive di chiacchiere nel calcio, se c’è Tizio si vince se c’è Caio si perde, queste sono sciocchezze grosse come le case. Bisogna mettere i giocatori nella condizione di stare bene dal punto di vista fisico e da quello psicologico e se hanno qualche problema lasciargli il tempo di risolverlo”.

Sgrigna ultimamente non aveva giocato tanto, ieri si è mosso molto e più volte ha cercato la conclusione a rete.
“Tanto per essere chiari Sgrigna ha giocato titolare due partite fa con il Cittadella quando ha giocato in coppia con Antenucci. A Varese non c’è stato perché era influenzato, quindi Sgrigna quando è venuto a mancare era perché stava male. Con il Vicenza ha fatto bene è vero.  Nel primo tempo abbiamo sbagliato quattro-cinque volte il passaggio finale in quattro contro uno, che ha dell’incredibile. E nella ripresa uguale, si vede che i giocatori ormai hanno delle conoscenze, ma è chiaro che qualche cosa va ancora smussato e limato, però è una squadra che inizia ad avere una sua dimensione e quando questo accade macina gioco, poi tireremo le somme alla fine. Abbiamo cinquanta punti e occhio e croce dobbiamo ancora farne trenta per avere un po’ di certezze, ma che li si faccia con il Brescia o con l’Albinoleffe alla penultima  poco importa, sempre trenta bisogna farne. Non si può tutte le settimane dire siamo falliti o siamo vincenti, siamo disperati o siamo chissà cosa, sempre trenta punti bisogna fare e per farlo bisogna macinare gioco e avere la consapevolezza che se si vuole si può fare, il resto sono le parole che si fanno spesso nel calcio, ma rimangono quelle”.

Il clima è molto rigido e vi sono partite ravvicinate, per voi cosa cambia?
“In questo periodo siamo un po’ penalizzati, a parte Genova dove c’è stata una spruzzata di un centimetro neve e si è paralizzato tutto, ma siamo a Torino di solito nevica e non ci possiamo lamentare. Per fortuna giochiamo con continuità, il nostro vero problema è la struttura e va bene che riusciamo ad avere in qualche modo un campo agibile, ma speriamo che smetta altrimenti sarà difficile trovare i campi per allenarci”.

E’ finito il mercato di riparazione è sollevato? Ebagua che era stato il primo ad essere preso in estate è andato via, vuole fare un commento?
“Ebagua è andato in serie A, non in guerra. Gli faccio un in bocca al lupo e spero che ci arrivi con lo spirito giusto perché in serie A non si aspetta tanto tempo un giocatore, lui ha le potenzialità per ritagliarsi anche uno spazio importante, però deve avere la consapevolezza che non può prendere le cose sotto gamba, ma con la giusta determinazione, concentrazione e umiltà. Potrebbero essere sei mesi importanti per lui se si ritaglia uno spazio per giocare e se dovesse giocare anche con un minimo di continuità potrebbe essere un buon acquisto per il Torino l’anno prossimo”.

Pasquato lo vede più come punta o come esterno?
“Pasquato l’ho visto dieci minuti in questi due giorni, quando ho detto che non conosce i nomi dei suoi compagni era la verità. Ieri sera è andato in tribuna e ha guardato e ha capito un bel po’ di cose, infatti a fine partita abbiamo parlato e mi ha detto che molte cose che gli avevo detto erano state fatte, altre meno quindi vuol dire che qualche cosa ha capito. Bisogna dargli tempo e per vederlo si deve aspettare, non voglio dire quanto tempo altrimenti poi se i tempi non dovessero coincidere con quanto dico chissà cosa verrebbe fuori; però deve avere il tempo per capire dove è capitato, cosa e come facciamo determinate cose e capire lo spirito di questo gruppo che ormai è consolidato e alla fine di tutto questo inserirsi, quindi è benvenuto e speriamo che ci dia una mano”.


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