Ventura: "Se c'è una nuova mentalità lo si vede dopo la sconfitta"
Giampiero Ventura nella conferenza stampa che precede la gara con l’Empoli ha dedicato lungo tempo per spiegare il concetto della necessità di ricreare la mentalità, che deve essere comune a tutto l’ambiente Toro, questo perché dopo la prima sconfitta in campionato non bisogna che tornino le paure di un tempo, che vanificherebbero il lavoro fin qui svolto. Al mister preme molto che questo discorso venga recepito da tutti perché è strettamente collegato al progetto di rilanciare il Torino, progetto che può essere realizzato solo se prevale la volontà di attuarlo e per farlo è indispensabile che il lavoro quotidiano sia affrontato con serenità.
“Una sconfitta – dice Ventura - è come una vittoria in quanto incide per quanto vale. La sconfitta va analizzata per non ripetere più gli stessi errori, ma non deve annullare tutto il lavoro che con grande professionalità e disponibilità è stato fatto in precedenza. Ci vuole sempre equilibrio: così come non bisogna lasciarsi andare all’euforia per aver vinto due partite, perché non bastano per vincere un campionato, è altrettanto insensato deprimersi per una sconfitta. In un campionato lungo come quello di serie B la squadra che lo vince mediamente rimedia, se va bene, 6 oppure 7 sconfitte e vi sono state stagioni che la capolista è arrivata anche a perdere dieci partite. Il discorso non è fatto per mettere le mani avanti, ma per fotografare la realtà. Di partite come quella di Gubbio ce ne saranno ancora e non solo per il Torino, ma anche per la Sampdoria, per il Padova e per tutte le squadre, chi non lo sa è perché non conosce il calcio”.
“Alla prima conferenza stampa qui a Torino mi è stato chiesto di ricostruire lo spirito Toro. Ricostruire ha un significato ben preciso e coinvolge più componenti, se coinvolgesse una sola componente neppure il Mago di Oz otterrebbe i risultati. L’anno scorso il Torino con gli Ogbonna, i Bianchi e i Gasbarroni è arrivato ottavo e non perché qualche giocatore ha sbagliato un passaggio o un tiro in porta, ma perché sicuramente c’erano altri problemi. Nella partita con il Padova, che io ho visto perché ero in tribuna, i giocatori sono scesi in campo con la paura e infatti è andata come tutti sanno. Per tre mesi e mezzo si è lavorato con professionalità e disponibilità por togliere il macigno che gravava su tutti, ma se alla prima sconfitta, nonostante il lavoro fatto abbia portato al primo posto e ad avere la miglior difesa del campionato, torna il pensiero che se si perdono le prossime due partite si farà un campionato come quello delle ultime stagioni e allora sicuramente questo accadrà. Ho sposato il progetto Toro per quel feeling che nasce inspiegabilmente, ma non posso portarlo avanti da solo. Se dico a un giocatore che se fa determinate cose può crescere e poi dieci persone vanno da lui e gli dicono di non credermi perché lui è un fallito, tutto il lavoro fatto diventa inutile. I giocatori vanno aiutati e tutelati solo così possono dare molto di più di quello che hanno dato finora”.
“Parlando in modo molto chiaro con il Gubbio non è che non hanno fatto quello che chiedo, ma non hanno fatto quello che sanno fare e che hanno già fatto in altre partite, è una cosa ben diversa. Certo che in Umbria errori in campo ce ne sono stati, nessuno vuole negarli e l’errore di Coppola non è dipeso dal modulo di gioco che attuiamo, ma da un rinvio maldestro, nel calcio capita e per questo non si può gettare la croce sul nostro portiere. Coppola continuerà a giocare, perché se venisse sostituito allora lo perderemmo, anche lui sa di aver sbagliato e per questo è molto dispiaciuto, dargli l’opportunità di dimostrare quanto vale è doveroso: su cento rinvii se ne possono sbagliare alcuni e bisogna pensare non solo a quelli errati, ma a tutti quelli ben eseguiti. Lo dico chiaramente di partite ne perderemo ancora e voglio dire di più io pagherei per perdere con l’Empoli e la Reggina e poi per vincere le successive sei partite, non sono impazzito lo penso veramente. Se ritorna la paura di perdere allora si creano i presupposti perché avvenga. Se basta una sconfitta per essere giudicati dei brocchi e per deprimersi allora si torna all’inizio. Il calcio è fatto di vittorie, di pareggi e di sconfitte, di professionalità e non di cazzeggio. Con umiltà dico che così come sono venuto sono pronto ad andarmene, se non c’è la voglia di tutte le componenti per ricostruire il Toro”.
“Non voglio che i tifosi si accontentino mai, alcuni mi hanno fermato per strada per ringraziarmi di aver ridato dignità ai colori granata e mi hanno detto che se anche si perde va bene lo stesso. Io ringrazio il pubblico e ripeto che siamo debitori nei confronti dei tifosi perché loro hanno capito che c’è la voglia di lavorare e la professionalità per farlo. Però desidero che i tifosi vogliano che vinciamo sempre e che abbiamo fame perché la loro fame è la nostra e devono sapere che noi abbiamo ancora più fame di loro”.
“Concentrandoci sulla partita con l’Empoli la formazione sarà decisa tenendo conto delle condizioni fisiche dei giocatori e pensando che giocheremo tre partite in otto giorni e che nella rotazione dei giocatori bisogna anche valutare le caratteristiche degli avversari che incontreremo. Le diffide di Basha e Iori non condizioneranno le mie scelte, perché Vives e De Feudis hanno tanta voglia di giocare e quindi non è un problema. Domani, molto probabilmente come accade con tutte le squadre che vengono qua, ci saranno undici uomini sotto la linea della palla arretrati nella loro metà campo e se si sbaglierà un concetto o una lettura della situazione con gente come Tavano si verrà subito puniti. Se si riuscirà a sbloccare la partita abbastanza presto allora si aprirà qualche spazio in più da poter e dover sfruttare, se invece non si riuscirà a sbloccare il risultato il gioco ne sarà condizionato e bisognerà avere molta pazienza. L’unica partita dove si vedrà del gioco sarà quella con il Pescara che non ha l’abitudine di chiudersi. L’Empoli ha velate ambizioni, ha giocatori giovani e alcuni di esperienza, in più Pillon è attento al piano dell’organizzazione del gioco e alla chiusura degli spazi. Credo che l’Empoli, inteso come società, si aspettasse qualche cosa in più, ma anche per loro il campionato è appena iniziato”.