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I bilanci di casa Lecce

di Giulia Borletto
Fonte: TuttoB.com
A quasi 24 ore dalla chiusura del calciomercato invernale e con un girone di ritorno appena iniziato è tempo di bilanci in casa giallorossa. In estate dopo un amara retrocessione il "patron" Giovanni Semeraro parlò della necessità di lavorare bene e in prospettiva affidando le chiavi di questo progetto a Gigi De Canio e facendogli firmare un contratto quadriennale, una rarità nel calcio di oggi. Alla conferenza stampa di presentazione del mister, Semeraro, Fenucci e lo stesso De Canio predicavano razionalità, si parlava di porre le basi per un ritorno nella massima serie in un paio di anni anche tre e di lavorare molto sul settore giovanile affinché potesse ritornare quel serbatoio utile alla prima squadra, una sorta di linfa da poter attingere nel momento di bisogno per ricaricarsi e andare avanti. Come negli anni di Pantaleo Corvino (Lecce campione d'Italia e i vari Vucinic, Bojinov, Pellè, Rullo, Esposito ecc. su tutti) quando il settore giovanile giallorosso divenne un vero e proprio modello da imitare nel panorama nazionale e non solo. Oggi con 23 partite alle spalle, un primo posto in condominio con il Sassuolo a quota 42 punti e ben 8 di distacco dalla settima in classifica (Empoli e Frosinone a 34) il Lecce ha capito che forse quell'attesa potrebbe non essere poi così lunga. Parliamo del salto in serie A. Ebbene Giacomazzi & Co. sono riusciti da subito a calarsi nella categoria compito non così semplice basti vedere in casa della Reggina e del Torino anche loro retrocesse e indicate alla vigilia come favorite al ritorno immediato nella massima serie. Va dato atto alla società di aver puntato su i senatori giusti (Giacomazzi, Vives, Corvia, Angelo, Munari, Fabiano) aver dato fiducia a giovani non più "primavera" (Rosati, Marilungo, Mazzotta) e a chi la categoria la conosce poco ma ha tanta voglia di fare bene (Mesbah, Baclet, Lepore). Un gruppo sicuramente più giovane e inesperto di quello che due anni fa raggiunse il salto di categoria con Beppe Papadopulo (Zanchetta, Cottafava, Tiribocchi) ma allo stesso tempo ragazzi che hanno quella "fame" e voglia di non arrendersi mai tipica di chi vuole arrivare in alto; non a caso sempre qui nella stagione 92-93, campionato di serie B, il Lecce di Bruno Bolchi stupì l'Italia intera con i suoi ragazzini terribili, tali Orlandini, Maini, Scarchilli, Rizzolo, Grossi ecc. Sappiamo tutti come finì quella stagione. Lecce in A nonostante la presenza di squadre più blasonate e con un "portafogli" più gonfio. Tornando ad oggi ritengo che in sede di "riparazione" in Via Templari abbiano preso giuste decisioni. Di Michele, Loviso e Ferrario possono arricchire una "rosa" a cui mancava qualche alternativa in più. De Canio sembra orientato a confermare quel 4-1-4-1 con gli esterni di centrocampo abili, in fase offensiva, a dare sostegno alla punta centrale quasi a comporre un tridente. Ebbene Di Michele potrebbe alternarsi a Defendi ed agire alle spalle della punta centrale non dando punti di riferimento agli avversari. Loviso ama giocare davanti alla difesa e potrebbe permettere a Vives di rientrare in quella zona mediana di campo che più predilige (nonostante la duttilità del centrocampista campano capace di ben figurare in passato anche come terzino). Se proprio si vuole trovare un pelo nell'uovo allora mi viene da pensare che sulla fascia sinistra nel ruolo di esterno basso, Giuliatto e Mazzotta stiano facendo un po' fatica. Il primo sembra aver perso lo smalto e la brillantezza dei primi due anni, il secondo dopo la parentesi azzurra ancora non è riuscito a dare un contributo degno delle sue potenzialità. Mi auguro, infine, che in questa seconda parte di campionato Marino Defendi ritorni quello ammirato e applaudito più volte a Bergamo con la maglia nerazzurra. Sabato si fa visita al Frosinone di Checco Moriero che all'andata usci dal "Via del Mare" tra gli applausi del pubblico di casa. La speranza è che in questa occasione sia lui ad applaudire la grande prestazione e convincente vittoria del "suo" Lecce.